“Sei una testa Calda!”
oppure
“Sì, ma non ti scaldare!”
oppure
“Mi ribolle il sangue nelle vene!”.
Cos’hanno in comune queste tre frasi?
Hanno in comune il caldo e i suoi effetti negativi.
Conosciamo tutti le conseguenze del caldo: stanchezza, riposo difficile, perdita di appetito e impossibilità di fare qualunque cosa.
Non riusciamo a lavorare, non siamo in grado di studiare e facciamo una gran fatica ad allenarci.
Ogni azione sembra sia rallentata e quasi impossibile da portare a termine
Naturalmente parlo del caldo vero e proprio, del cosiddetto “Gran Caldo“, quello che spinge alcuni a sognare un mare azzurro ed altri le cime delle montagne.
Questi risvolti li conosciamo, ma ci siamo mai soffermati su altri aspetti?
Perché d’estate è il numero di divorzi è più alto?
Perché d’estate è più alto il numero delle violenze domestiche e degli stupri?
Perché sono più frequenti le aggressioni?
Perché sono più frequenti comportamenti a rischio come l’abuso di sostanze?
E’ solo colpa dell’estate come periodo di feste, vacanze, amori e amici o c’è dell’atro?
E’ solo il generale senso di libertà che avvolge le giornate assolate o proprio le giornate assolate portano ad avere un comportamento generalmente diverso?
LA TEMPERATURA DI LAVORO DEL NOSTRO CORPO E DEL NOSTRO CERVELLO
Ebbene John Simister della University of London ha una risposta:
Il cervello è un organo.
Per funzionare spende molta energia e questa energia è fornita dalle riserve di glucosio immagazzinate dal nostro corpo.
Quando però fa molto caldo il corpo è impegnato a mantenere la temperatura interna entro un “range” (intervallo) accettabile e favorevole alla vita.
Per fare questo spende a sua volta molte energie e utilizza anch’esso le riserve di glucosio.
Questi magazzini di erergia del nostro corpo, però, non sono infiniti e vanno amministrati.
Ecco il bivio:
la maggior parte dell’energia, nelle giornate estremamente calde, viene utilizzate per ristabilire una giusta temperatura interna e discapito di un corretto funzionamento cerebrale.
Potremmo dire che il corpo sceglie di dedicarsi alla temperatura del corpo, piuttosto che al regolare funzionamento del cervello.
Non solo.
In risposta ad un caldo eccessivo il nostro corpo produce più adrenalina e testosterone.
Queste sostanze chimiche endogene comportano una maggiore aggressività, irritabilità, propensione a comportamenti violenti ed uso di sostanze.
In pratica perdiamo l’orientamento “sano” del nostro vivere e ci dedichiamo alle attività più rischiose.
Il caldo, alla base del nostro ragionamento, comporta dunque la modifica dell’attività cerebrale.
Un ulteriore esempio per rendere il discorso ancora più fluido:
Molte volte avrete sentito il paragone “Cervello – Computer” e, anche in questo caso, torna utile.
Quando il caldo è davvero eccessivo, anche il computer ne risente. Abbiamo avuto tutti almeno una volta l’esperienza del computer che si inchioda e che fatica a portare a termine un’operazione, vero?
Magari è successo in una giornata molto calda e sotto un notevole stress?
Non è un caso.
Il caldo potrebbe aver compromesso il normale funzionamento del computer che, infatti, non riusciva a raffreddarsi nel modo corretto.
I professionisti del settore utilizzano una serie di stratagemmi affinché il computer non si blocchi, come l’implementazione di ventole ed altre opzioni.
Proprio l’utilizzo di ulteriori ventole per raffreddare il computer comporta un maggiore dispendio di energia totale.
Tutto ciò accade anche nel nostro cervello: andiamo in tilt per un attimo. Fatichiamo a portare a termine compiti molto semplici e abbiamo bisogno di raffreddarci.
CONCLUSIONI
E’ chiaro che il caldo non possa essere la causa di tutto. Cristallino.
E’ fin troppo scontato che uno stupro, un’aggressione, una violenza, una rissa, un comportamento a rischio (in generale) non siano soltanto il risultato di una giornata con 40° C sul termometro.
E’ però contemporaneamente vero che AIUTA. Il caldo è in grado di modificare l’attività cerebrale e il sano funzionamento di questa stupenda “macchina” che è il nostro encefalo.
E’ importante dunque conoscersi a fondo anche su questo tema.
E’ importante capire quanto si sia tolleranti al caldo per potersi regolare di conseguenza.
Non riesco proprio a concentrarmi sul lavoro?
Non sono un inetto e pigro lavatore, ho solo il cervello “in tilt”.
Per molti sarà scontato, e dunque mi vorrei congedare con un “Repetita Iuvant”;
per altri no, e allora vi vorrei salutare con: “Gelato o Granita!”.
Grazie!
Mi trovate qui:
______________________________________________________
–http://www.anconatoday.it/blog/psicologia-della-notizia/caldo-effetti-comportamenti-mente-umana.html