Vera si reca in visita per affrontare un periodo di confusione e disagio. Non sa, al momento della consultazione, chiarire un motivo più preciso. E’ una giovane donna, ha un lavoro che ama, un partner e una bella cerchia di amici… eppure non riesce a “stare bene”.
Strada facendo, emerge che lei proprio non riesce a capacitarsi del suo stato di agitazione, perchè “in fondo la sua vita è perfetta”, solo che “non riesce a godersela”.
QUAL E’ L’OSTACOLO?
Apparentemente non ne esiste nessuno, ma mantenere la sua solita vita diventa ogni giorno più faticoso… E piano piano succede… Seduta dopo seduta, Vera trova il coraggio di vedere qual è il prezzo di tenere in piedi una vita “così perfetta”.
Lei è la confidente sensibile e comprensiva e tutte le amiche hanno piacere di parlarle e ricevere i suoi pareri…
Lei è una professionista valida e ha molte responsabilità, nelle quali riesce sempre a destreggiarsi…
Lei è una compagna solida e affidabile…
TUTTO MOLTO BELLO, MA LEI DOV’E’?
Probabilmente si trova in un punto indefinito all’incrocio tra tutto quanto sopra descritto e molto di più!
Riflettendo sulle sue azioni, comprende sempre meglio quanto viva “squilibrata nel dare tanto e ricevere così poco”, ma non si ricorda come tutto questo sia iniziato, perchè non era quello che voleva e non comprende come abbia fatto ad arrivare fino a questo punto.
Inizia a sperimentare, per la prima volta in modo consapevole, una forte rabbia verso le ingiustizie che subisce…
PERCHE’ LEI E’ DISPOSTA A FARE TANTO PER GLI ALTRI E GLI ALTRI NON FANNO ALTRETTANTO PER LEI?
Questo è una domanda molto importante da porsi, nonchè una tappa utilissima, ma non sarebbe corretto aiutarla a credere di essere una vittima incolpevole, condannata a vivere in funzione degli altri.
COSA PUO’ FARE PER STARE MEGLIO?
Innanzitutto deve “buttare all’aria questo copione”! Partendo dal presupposto che non potrà fare tutto per accontentare tutti, consapevole che scontenterà sempre qualcuno deve RITROVARE I SUOI CONFINI, così iniziamo con i primi “compiti” concreti:
-Alle amiche che chiedono ininterrottamente uno “sportello d’ascolto”, dovrà dire che comprende la loro sofferenza, ma in questo momento NON E’ IN GRADO di essere loro d’aiuto…
-Al lavoro, che svolgerà tutto quello che le compete, ma non sarà in grado di fare straordinari e coprire le altrui mancanze…
-Al partner, che HA BISOGNO del suo aiuto per affrontare questo periodo…
Quando ci fermiamo a riflettere su come l’abbia fatta stare applicare questi piccoli cambiamenti e quante difficoltà abbia trovato, scoppia in lacrime… IL COMPITO E’ STATO MOLTO PIU’ DIFFICILE DI QUANTO PREVISTO E NON E’ PIU’ SICURA CHE QUESTO CAMBIAMENTO SIA LA COSA GIUSTA PER LEI, in fondo a lei piace aiutare gli altri e non vuole scontentarli.
Chiudiamo pertanto la seduta con un compito più soft, le consiglio di leggere un breve racconto e di sottolineare qualche passo che la colpisca particolarmente… Potrebbe essere anche la nostra ultima seduta perchè sta comprendendo a pieno quanto è e sarà faticoso avviare un vero cambiamento e la decisione spetta solo a lei.
Qualche ora più tardi ricevo il suo messaggio:
“Ma, prima di tutto, è importante che impari a conoscerti ed accettarti per quella che sei. Dovrai essere solamente te stessa, te stessa e nessun altro. Spesso costruiamo la nostra vita raccogliendo i pezzi dell’esistenza degli altri e cerchiamo di plasmarci su modelli che ci vengono imposti dall’esterno. E’ molto probabile che tua madre abbia influito su di te o che, forse, in realtà tu sia stata influenzata da tua nonna, da tua zia, da un’amica o da altre tue conoscenze. Sono i pezzi con i quali vai tessendo una sorta di coperta che ti copra davanti agli altri e ti renderà infelice. La vera donna scopre chi è veramente e segue il suo cammino…”
Ora ho capito, sono pronta! Vera