Michelangelo Buonarroti, Vincent Van Gogh, Edvard Munch i “pittori malati”, ma ancora Charles Baudelaire, Edgar Allan Poe, Virginia Woolf gli “scrittori maledetti”.
E molti altri nomi si potrebbero fare, che vanno dalla musica alla letteratura, dalla pittura al teatro. Uomini e donne che hanno trovato nelle loro debolezze e nella loro difficoltà una risorsa per creare.
Artisti che sono riusciti a creare a partire dalla loro malattia o nonostante essa.
Si dice spesso che la creatività nasca dalla follia, quello che è certo però è che per CREARE BISOGNA SMETTERE DI LAMENTARSI. Come se andando oltre la lamentela si potesse scoprire il grande potenziale insito in ognuno di noi. Il presupposto da cui partire è che il tempo che investiamo nel lamentarci di quello che non abbiamo, di quello che non va come avremmo voluto, è tempo perso. Il nostro cervello agisce assecondando un principio di “risparmio energetico”, minimo sforzo per un massimo risultato. Ecco che ogni qualvolta ci fermiamo a preoccuparci per quello che ci manca stiamo spendendo le nostre risorse cognitive in qualcosa che non ci consentirà di trovare una soluzione ad un ipotetico problema, in qualcosa che quindi ci farà aumentare la nostra frustrazione e la nostra negatività.
Pensate un po’ se Giacomo Leopardi nel suo periodo nero, tra la cecità e la depressione che lo avevano colpito, si fosse fermato a lamentarsi invece di trascrive il suo pessimismo in opere che hanno segnato la storia della letteratura italiana: oggi non avremmo opere come la Ginestra da leggere.
Ora non dico che siamo tutti dei potenziali Leopardi o Van Gogh del 2017, quello che dico è che il nostro punto di partenza spesso non ci aiuta.
Quando ci lamentiamo stiamo investendo le nostre risorse cognitive andando a cercare e sottolineare quello che non c’è, quello che non va, quello che non abbiamo ancora ottenuto. Lamentarsi è sicuramente consolatorio, attira persone che come noi riescono a vedere quanto la vita sia dura e difficile, quanto sia impossibile godersi la quotidianità senza problemi, persone che ci possono capire (loro sì). Lamentarsi poi consente di non dover agire e quindi, paradossalmente, consente di giustificare il fatto che nulla di buono accade. D’altronde se non si fa niente, niente può accadere, soprattutto niente di diverso da quello che già sta accadendo.
Quindi sì, se appartieni a quella categoria di persone che credono che nella vita lamentarsi faccia bene, per lo meno nel suo effetto catartico, e che sia l’unica valida soluzione che abbiamo a disposizione … sappi che ti capisco. Sì ti capisco per quanto non condivido.
PERCHE’ LAMENTARTI NON HA SENSO?
- Perché ti impedisce di concentrare le tue uniche risorse cognitive in qualcosa di produttivo. Considera che se sprechi le tue uniche forze per constatare l’ovvio (quello che non hai è facile da individuare) non avrai più la capacità per capire cosa hai invece ora a disposizione che ti possa essere d’aiuto per conquistare quello che ancora non hai.
- Perché ti circonderai solo di persone negative mentre, si sa, sono le persone positive quelle che ti possono stimolare ad evolverti.
- Perché non sarai nelle condizioni necessarie a risolvere un problema che come tale quindi resterà.
COSA DOVRESTI FARE QUINDI?
Ogni qualvolta ti venga quell’irrefrenabile istinto a lamentarti puoi provare a:
- Scrivere le tue lamentale, mettile nero su bianco in modo tale che restino lì davanti a te.
- Impagina una specie di DIARIO DELLE LAMENTELE dove a mente fredda, a distanza di tempo, potrai quindi ironizzare sulle tue stesse lamentele.
- Immagina quello che vorresti: disegnalo, descrivilo dettagliatamente, prova a vedere come saresti se …
- Pianifica azioni da fare. Ogni volta che pensi che qualcosa ti manca, che la tua vita è ingiusta, prova a fare qualcosa di gratificante per te. Per ricordare a te stesso che hai in mano il potere di creare la tua vita e renderla sempre più simile a come la vorresti.
Se è vero che non diventeremo tutti dei nuovi artisti abbiamo tutti però la possibilità di migliorarci e agire per trasformare la nostra vita nel migliore dei modi possibili.
Io ci sto provando e voi?
Attendo un vostro rimando, a presto Sarah Chreyha.