Qualche giorno fa sul mio account personale ho pubblicato un breve pensiero sull’empatia.
Questo qui:
Stare accanto a chi soffre è molto faticoso. Significa infilarsi nella sua nuvola nera e rinunciare per qualche tempo al sole. Chi è disposto a farlo è un prezioso compagno di viaggio. Non dare mai per scontati i gesti leali. Sembrano banali perché chi li compie non te li fa pesare, però, dentro quei gesti, c’è tutta la sofferenza di cui sei stato liberato
In tantissimi mi avete scritto, principalmente per tre motivi. C’era chi aveva apprezzato le mie parole, chi non le condivideva e chi desiderava un piccolo approfondimento. Con questo post mi rivolgo a tutti e tre i gruppi, ma principalmente al terzo.
Nulla si crea nulla si distrugge tutto si trasforma
Sono convinto che la psicologia dovrebbe prendere in prestito dalla fisica la legge di conservazione della massa di Lavoisier.
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma
Pensate al dolore. Quando soffri un dolore intimo e onesto non esiste nient’altro. Tutta la tua vita è scandita dai rintocchi dell’angoscia. Poi un giorno ti svegli e quel dolore che ti accompagnato per così tanto tempo è svanito. Oppure ti svegli e il dolore è ancora lì.
Perché a volte il dolore scompare mentre altre no?
La risposta è molto semplice da dare, forse è più difficile capirla. Sicuramente è molto complesso metterla in pratica.
Il dolore, quando scompare non svanisce nel nulla, si trasforma solo in qualcos’altro. Il male non sparisce mai senza un cambiamento. Tutta l’energia sprecata per mantenere vivo il dolore smette di sostenerlo solo quando viene impiegata per nutrire qualcos’altro. Semplificando al massimo potremmo dire che fintanto che avrai il tempo di pensare al tuo dolore starai male. Quando sarai costretto o deciderai di fare altro, ossia riprenderti la vita, il dolore cesserà di tormentarti. Chi è impegnato a vivere non ha tempo per stare male.
Siate grati a chi si prende cura di voi
Non sempre è facile riuscire a raddrizzare la propria vita da soli. In molte persone il dolore è talmente grande che risucchia ogni energia. A queste persone non passa nemmeno per la testa l’ipotesi del cambiamento. In pratica, è come se si fossero fuse con il proprio dolore.
In casi come questi è indispensabile l’intervento esterno. Qualcuno che introduca dell’energia pulita e faccia saltare per aria il meccanismo che conserva e perpetua il male. Può essere un amico, per i meno fortunati è lo psicologo.
Quello che fa chi si prende cura di voi è semplice. Vi regala un po’ della sua energia positiva e in cambio si prende un po’ della vostra energia avariata. Voi allora vi sentite meglio. Ma non dovete fare l’errore di pensare che per lui sia un gesto immune da conseguenze. Il dolore di cui vi libera lo fa soffrire. È come se si iniettasse una piccola dose di veleno per evitare che lo facciate voi. Non può liberarvi completamente dal male in una sola volta, ne resterrebbe schiacciato. Deve farlo a poco a poco, rinunciando ogni giorno a qualche porzione di felicità per il solo fine di vedervi progressivamente stare meglio.
Noi psicologi facciamo questo per lavoro. Siamo preparato a parare i colpi del dolore altrui meglio delle persone comuni. Forse non c’è nemmeno il bisogno di ringraziarci perché veniamo pagati per restituire serenità a chi l’ha perduta.
Ma per un amico è diverso. Lui vi sostiene solo perché desidera il vostro bene. Dare per scontate le attenzioni di chi si prende cura di voi è un errore da non commettere mai. La persona che avete accanto sceglie di soffrire un po’ di dolore al posto vostro. Non sarebbe costretto a farlo. Lo fa solo perché vi vuole bene.
Siatele grati.
Spero di aver chiarito meglio quanto intendevo esprimere su facebook.