Se dico PROBLEMA è probabile che la prima parola che associ è SOLUZIONE.
Si è infatti abituati a risolvere i problemi e a cercare di farlo nel minor tempo possibile ma soprattutto con l’unico mezzo possibile: la mente.
Chi ha un problema o un dubbio tende a cercare soluzioni o a mettersi a tavolino a pensare e ripensare a come uscirne. Una persona che pensa e ripensa a come risolvere un problema è un po’ come chi, nel bel mezzo di un labirinto cerca la via d’uscita. Prova a destra, a sinistra va avanti, torna indietro ma proprio non riesce ad uscirne ed intanto il tempo scorre e la lucidità diminuisce.
Qual è la posizione da cui si riuscirebbe a vedere l’uscita del labirinto?
Dall’alto!
Quando cerchi di risolvere un problema “da dentro” al problema diventa tutto amplificato, ingigantito perché tu diventi parte di quel problema, perché sei in mezzo al problema! Questo porta ad una sconveniente conseguenza: l’identificazione con il problema che a sua volta avvia un vortice di pensieri, calcoli ragionamenti che diventeranno anch’essi parti di tue identificazioni facendoti disperdere notevole energia.
Come procedere allora?
Per risolvere un problema la prima cosa da fare è il distacco. Come nell’esempio del labirinto in cui la soluzione per uscire arriva dall’alto, così con il tuo problema la soluzione arriva guardandolo e guardandoti dall’esterno. Questo mescola tutte le carte in tavola perché non sei più tu il protagonista del problema ma sei l’osservatore, sei il regista, colui che osserva dall’esterno e in quanto tale è più lucido, meno coinvolto.
“Che peccato che gli esseri umani non possano scambiarsi i problemi.
Tutti sembrano sapere esattamente come risolvere quelli degli altri”.
(Olin Miller)
Questa citazione ben rappresenta quanto detto fin’ora. Spesso si è molto abili a risolvere i problemi degli altri proprio perchè si ha la lucidità ed il giusto distacco per vedere le cose da un’altra prospettiva. Distaccarsi dal problema, non fare nulla, sospende l’azione: davanti ad un problema la prima reazione è proprio la “reazione”. La reazione non è un’azione nitida, non è un’azione spontanea ma un’azione meccanica perché deriva proprio dalla risposta immediata ad uno stimolo. Questo significa che è piena di impulsività di energia ed è priva di senso sia logico sia analogico.
Nella non azione e nella sospensione dell’attività mentale il seme dell’intuizione può iniziare a germogliare e a darti quando meno te l’aspetti la soluzione, perché sei su un piano diverso e permetti all’inconscio di trovare il modo per emergere. Dentro di te c’è qualcosa che SA cosa fare e SA dove portarti ma la tua mente è troppo affollata dai pensieri per riuscire ad ascoltare così talvolta può comunicare anche attraverso disturbi, sintomi, blocchi provvidenziali.
Impara quindi a fermarti, a tollerare di stare nel dubbio, nell’incertezza perchè ne guadagnerai in energia, lucidità, benessere e soprattutto nella qualità delle soluzioni che partorirai.
“La sola cosa realmente di valore è l’intuizione”.
(Albert Einstein)