Tutta colpa dell’ormone dell’amore. Quando siamo innamorati mangiamo meno, per colpa o grazie, direbbero alcuni, dell’ormone dell’amore, chiamato ossitocina. L’ormone, non solo ridurrebbe il desiderio di mangiare ingenti quantità di cibo, ma diminuirebbe anche il rischio delle abbuffate. Propio una recente ricerca, svolta nel Regno Unito, attesta che l’ossitocina, l’ormone attivato nel nostro corpo dai sentimenti d’amore, influenzerebbe la tendenza di ognuno di noi, a consumare elevate quantità di alimenti. Questa stupenda notizia però, vale solo per coloro che possiedono specifiche varianti genetiche. Non tutti sintetizzano l’ormone allo stesso modo, pertanto non sempre quando siamo innamorati, magicamente la fame diminuisce.
Quando produciamo l’ormone dell’amore e a cosa serve
La molecola definita “ormone dell’amore”, è anche definita con il termine ossitocina. Prodotta dall’organismo durante specifici momenti, come ad esempio l’allattamento o i rapporti sessuali, si formula nel momento dell’eccitazione, momento in cui il corpo rilascia l’ormone in elevate quantità. Le funzioni dell’ossitocina sono veramente molte, dall’aiutare durante le contrazioni nel parto, a rafforzare il legame mamma-bambino, all’attenuare lo stress, ad accresce la fiducia, l’empatia con il prossimo e nell’aiutare la socializzazione. Tra le altre sue virtù vi è un influenzamento sullo stato aggressivo, e sulla capacità di empatia. L’ossitocina comunque aumenta anche quando ci si scambiano effusioni, e non solo nelle fasi sessuali o di eccitazione.
La ricerca sull’ormone dell’amore
Lo hanno spiegato alcuni ricercatori dell’Università del Regno Unito, che hanno condotto una ricerca, durata circa 10 anni, interrogandosi su come l’ormone dell’amore agisse sul senso di fame del genere umano. Gli autori hanno scoperto che esistono delle varianti genetiche le quali influenzano l’azione dei recettori dell’ossitocina, ossia le molecole attraverso cui l’ormone esercita la sua attività. Pertanto, in base al momento e alla fase di innamoramento che una persona possa avere, a seconda del proprio patrimonio genetico, ci sarà un particolare funzionamento dell’ossitocina, che risulterà più o meno attiva, diminuendo o aumentando il rischio di mangiare troppo.
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