Quando un rapporto è dannoso
Avete mai sentito parlare di dipendenza affettiva?
Si manifesta nel momento in cui, tendenzialmente in una coppia, uno dei due esperisce un vissuto di vera e propria dipendenza dal partner, tale da influenzarne le scelte di vita quotidiane.
All’inizio potrebbe essere visto semplicemente come un’esagerazione della manifestazione d’amore per il compagno o la compagna, ma in realtà rappresenta per lui/lei una trappola emotiva; il fattore più pericoloso è che a volte non ne è consapevole, per cui la condizione è vissuta come egodistonica.
Da una simile condizione scaturiscono diversi sentimenti da parte del “partner dipendente”, ovvero sentimenti di frustrazione, di rabbia e di colpa, nonché di totale sottomissione alle scelte e alle decisioni del partner. Infatti si ha il timore di essere lasciati e sopraggiunge l’ansia da separazione, tale da mettere in atto tutto quello che possa contrastare il distacco. Sentimenti contraddittori, dunque. Questa situazione può essere inquadrata come una condizione patologica vera e propria, in cui il partner non dipendente diventa, consapevolmente o meno, l’unico protagonista della relazione e della vita della persona che ha accanto.
Dipendenza affettiva e disturbo borderline
Ciò che è stato descritto sopra è ciò che talvolta può accadere in un rapporto in cui la relazione abbia a che fare con una persona con disturbo di personalità borderline. Cos’è un disturbo borderline: è un disturbo di personalità che può essere descritto con le parole di instabilità ed impulsività. Infatti spesso si nota un comportamento instabile rispetto ai rapporti interpersonali, che oscillano da sentimenti di idealizzazione a sentimenti di rancore e svalutazione; marcati cambiamenti dell’umore, disregolazione emotiva e difficoltà a gestire i propri vissuti emotivi. Quindi si può parlare non solo di un rapporto di coppia inteso come relazione amorosa, ma anche di una relazione del tipo curante/paziente, dove è fondamentale chiarire i ruoli e la distanza affettiva.
Infatti potrebbe capitare che un curante, forse meno esperto, possa accorciare, anche involontariamente, sempre di più tale distanza e che il rapporto diventi quasi amichevole. A quel punto il disturbo borderline ha terreno fertile per manifestarsi in quanto sfrutta lo spazio che ha acquisito per aggrapparsi all’altra persona.
Quindi, bisogna stare attenti al fare manipolatorio in cui si può cadere senza tralasciare il fatto che siano persone che hanno bisogno di aiuto terapeutico. L’intervento riabilitativo che può essere attuato in situazioni simili potrebbe consistere innanzitutto nel prendere consapevolezza di quanto detto, rivolgendosi alle figure professionali competenti come psicologi o psichiatri. Dopodiché si può pensare ad un progetto riabilitativo che potrebbe consistere in delle attività che aiutino la persona a concentrarsi maggiormente su stessa e sulle proprie risorse e potenzialità: gruppi di mindfulness, gruppi afferenti alle artiterapie, gruppi risocializzanti. In questo modo si lavorerebbe sul potenziamento dell’autostima e sul qui ed ora. Inoltre si sperimenterebbe il rapporto con altre persone che potrebbe essere d’aiuto a distogliere l’attenzione da ciò che fa stare male.
ATTENTI AI MANIPOLATORI
https://www.youtube.com/watch?v=YRb3jHVz6Jg