QUANDO L’AMORE È SOLO VIRTUALE

La scorsa settimana sono stata intervista da Matteo Viviani per LE IENE, in merito ad un servizio sui siti di incontri (clicca QUI per vedere il video). Quel servizio ha smascherato il funzionamento di moltissimi siti di incontri, mostrandone l’inganno che giustifica la quantità strabiliante di entrate. In quell’occasione ho avuto modo di riflettere con loro sulle dinamiche psicologiche che sono alla base degli incastri che portano i clienti, gli utenti di questi siti, a rimanere agganciati per mesi e mesi a quelle relazioni virtuali, senza mai passare ad un piano di realtà. Al di là dei siti di incontri però, a tanti di noi che viviamo nell’era dei social, può essere capitato di ritrovarsi a scrivere via sms/chat/whatsapp/messenger ecc., per un periodo più o meno lungo, a ragazze/ragazzi, donne/uomini, di cui si è vista un’”immagine profilo” e qualche foto, ma niente più. Per mille e uno motivi, può essere difficile vedersi, anche se questa è una richiesta che nel tempo, più o meno frequentemente, viene fatta. Si può rimandare l’incontro dal vivo perché l’uno, l’altra o entrambi, hanno già una relazione per cui non è così immediato rendere pubblica quella relazione. Oppure non ci si incontra perché si dista dall’altro centinaia di chilometri (queste sono solo alcune delle risposte che voi mi avete dato in un sondaggio nel mio profilo Instagram).

Perché si dipende dalle relazioni via chat”?

Il presupposto dal quale partire è che nella chat non si incontra la realtà del proprio interlocutore/della propria interlocutrice, così come non ci si fa incontrare dall’altro per quello/a che si è. Nel rapporto da “dietro uno schermo” (pc o cellulare che sia) mancano la fisicità, i propri modi di essere, di porsi, di muoversi, ma anche di pensare, di parlare, di esprimersi con un certo volume e tono della voce, con una propria mimica, con le proprie pause, con i propri sguardi. Lo schermo diventa un muro rispetto al contatto con la realtà, che viene alterata e deformata. Questa trasformazione della realtà riguarda entrambi i protagonisti della comunicazione:
  • l’interlocutore, la cui immagine si arricchisce e costruisce sulla base delle proiezioni mentali dell’altro;
  • l’immagine di se stessi, poiché nel virtuale si ha la possibilità di mostrarsi con abiti diversi, di manifestare la parte migliore di sé o anche di mettere in gioco parti e aspetti che non appartengo a sé ma che si vorrebbe tanto fossero propri. Spesso si ha un ideale dell’Io, un’immagine di sé, a cui si vuole volgere e il virtuale consente di mascherarsi, di creare una realtà (virtuale) in cui poter fingere di essere ciò che non si è (i nickname o l’anonimato consentono questo).
Questa storpiatura dell’altro avviene normalmente e fisiologicamente anche nella fase dell’innamoramento, ma se nella vita reale allo step successivo all’innamoramento si arriva inevitabilmente, frequentandosi, conoscendo l’altro, vedendo e vivendo i suoi modi di fare e di essere, nel virtuale il salto alla possibilità dell’incontro con i “difetti” dell’altro è molto più lontano, elemento questo che giustifica il perché dell’invischiamento dei clienti per mesi e mesi, in questo tipo di Servizi.

Innamoramento e amore, nella vita reale e nel virtuale

L’immagine mentale che ci si crea dell’altro (anche nella quotidianità, casomai perché lo si è incontrato in un locale o perché si è vista l’immagine-profilo in Facebook), nel corso della conoscenza concreta, si avvicina sempre di più all’immagine reale dell’altro permettendo ai due protagonisti di poter giungere al “mi piace” o “non mi piace”. Si può parlare di amare l’altro, e non solo di esserne innamorati, quando si riesce a vedere l’altra persona per quello che è, accettando e comprendendo nell’immagine che di lei ci si è fatti, anche i suoi lati ombra, i difetti, i nodi, il non essere completamente aderente alle proprie aspettative ma, nonostante questo, di desiderarla comunque nella propria vita. Nella chat questo passaggio dall’innamoramento all’amore non avviene, proprio perché la realtà non viene mai incontrata e si rimane perennemente in uno stato acceso di interesse, di fantasia, di “cotta”. È proprio questo stato di “cotta”, ovvero il non avere contatto con la realtà, a incastrare il cliente che protrae per mesi le conversazioni nei Siti di Incontri, senza arrivare mai a conoscere davvero, vis-à-vis, la sua interlocutrice. D’altronde, chi glielo fa fare di rinunciare a questo turbinio di emozioni?. di “farfalle nello stomaco”?

La radice dell’incastro nelle relazioni virtuali

Ma la vera domanda è: perché questi clienti, uomini adulti, dopo due, quattro, sei mesi di conversazioni virtuali, accettano (con più o meno turbamento), di rimanere nel circolo della chat a pagamento? Perché c’è un grande conflitto tra:
  • il desiderio di conoscere l’altro per la sua e propria realtà
  • e il voler mantenere l’immagine che ci si è fatti dell’altro (e che di sé si ha dato all’altro)
….e alla fine si rimane agganciati al Servizio perché a vincere, in questo conflitto, è la paura di perdere ciò che si è creato in fantasia. Spesso, alla base della scelta di frequentare Siti di Incontri o del mantenere una relazione solo via messaggi, c’è una fragilità rispetto al vivere i legami ma anche rispetto a se stessi. In questo persone non è tollerata la possibilità di incontrare una persona concreta, con la consapevolezza del possibile rischio che deriva da qualsiasi incontro (illudersi, rimanere delusi, feriti). Spesso il cliente ha una bassa autostima e difficoltà nella sfera affettivo-relazionale. Può capitare che ci si avvicini al mondo delle chat per sfuggire dai problemi reali o dalla solitudine, creando una situazione fittizia, serena, fuori dai problemi. La relazione via chat, quindi, ha due elementi positivi per cui viene ricercata e mantenuta:
  • allevia, anzi, annulla l’ansia che inevitabilmente accompagna il confrontarsi realmente con l’altro;
  • funge da compensazione di bisogni profondi: quello di ricevere valore, interesse, di sentirsi “pensati”, desiderati… peccato, però, che questa compensazione sia solo apparente, effimera, e, così come il rapporto virtuale stesso, svanisce alla prima disconnessione, lasciando un profondo vuoto dentro.
DIPENDENZA DA CHATCerto, non si può non tenere a mente la complessità delle dinamiche psicologiche che guidano la nostra vita e non sarebbe corretto fare di tutta l’erba un fascio. In generale, però, possiamo considerare che un buon equilibrio psicologico della persona sia il rimedio per non incappare in questo tipo di situazioni..

RISVOLTI

Se questa situazione si ripropone per mesi, il rischio è che la persona si dia come unica possibilità di relazione, quella di costruirsi un mondo alternativo in cui vivere, scappando inevitabilmente da quello reale, dalle proprie relazioni e anche dall’eventualità di farsi incontrare, conoscere e aprirsi ad altre persone, fisicamente esistenti. Vivere nella fantasia, a lungo andare, significa rimanere bloccati. Infatti, con una relazione esclusivamente via chat, per quanto profonda sia, non si convive, non ci si sposa, non si avranno figli e, banalmente, non si mangia, non si dorme, non si sta mai con una persona concreta, fisica, vera. E allostesso tempo, per quanto la si possa sentire “vicina”, non si verrà accarezzati da lei, abbracciati, guardati, scaldati; non ci saranno mai quel sorriso o quell’occhiolino ricevuti perché l’altra ha semplicemente notato una nostra espressione nel volto.
Alla fine si è soli. Profondamente e angosciosamente, soli.
Si rimane incastrati in un via-vai di proiezioni che nulla hanno a che vedere con le autentiche relazioni, perché a vincere non è il desiderio di conoscere l’altro e farsi conoscere, ma la paura della realtà: essere rifiutati, rimanere delusi, non piacere, essere impacciati, avere dei blocchi sessuali (cosa che nelle chat, “chissà perché”, non si manifesta mai quando, invece, non sarebbe irreale aspettarsi persone con disturbi nella sfera sessuale, come problemi di erezione o ansie da prestazione). Si può parlare di Dipendenza da chat, nel momento in cui c’è una reale compromissione rispetto all’area sociale, lavorativa, affettiva, familiare, per la necessità di trascorrere un tempo sempre maggiore in rete, trascurando gli impegni della vita reale e sentendosi totalmente incapaci di interrompere volontariamente l’utilizzo del web e quindi di mettere fine a questa modalità di comunicazione. Le relazioni online diventano rapidamente più importanti dei rapporti nella realtà con la famiglia e con gli amici reali.

© DR.SSA ILARIA CADORIN

Psicologa n°9570 Albo Psicologi del Veneto www.ilariacadorin.com
ILARIA CADORIN
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