Nella quotidianità a tutti noi è capitato di imbatterci in persone distratte, per strada, al lavoro, all’interno della nostra famiglia, o siamo noi in prima persona ad accorgerci di esserlo: scordiamo appuntamenti, perdiamo chiavi, lasciamo a casa documenti e cellulare, dimentichiamo un compleanno o anniversario importante. Quando ce ne accorgiamo o ce lo fanno notare tendiamo a ricorrere istintivamente ad una spiegazione, attribuiamo la nostra dimenticanza a qualcosa che ci ha distratti “proprio in quel momento”. Se questo può essere plausibile ed accettabile in situazioni circoscritte, non lo è quando ripetuto nel tempo, e più ci sforziamo di ricordarci di fare questa o quell’altra cosa, più le dimenticanze aumentano.
Perché allora sono distratto?
Quando accade qualcosa dentro di noi, non è mai senza un motivo, ed in questo caso qualcosa spinge la nostra mente, per un istante, a distaccarsi dalla situazione presente ed andare altrove. Dietro molte distrazioni, c’è un disordine interiore che irrompe quando nella vita di tutti i giorni andiamo avanti “per inerzia”: non abbiamo chiarezza sulle priorità da seguire o siamo talmente assenti che non sappiamo nemmeno più perché stimo facendo o dobbiamo fare una certa cosa. Se ci fermiamo a riflettere possiamo accorgerci che spesso siamo spinti da un eccessivo senso di responsabilità e difficoltà a dire di no, che creano sovraccarico e stanchezza mentale.
La distrazione è quindi un campanello d’allarme che ci “salva” da qualcosa che non fa per noi o che non eseguiamo nel nostro modo. Fare un certo lavoro o farlo in “quel” modo, stare in una certa relazione o starci in “quel” modo, seguire un certo stile di vita, assolvere a doveri lontani dai propri gusti, dalla propria indole. Perciò, anche se sul momento ci danneggia, la distrazione “parla” per noi e dice quei no che non riusciamo a pronunciare: boicotta una strada per aprirne un’altra, più sentita, più vera ed in linea con noi stessi.
Cosa fare quindi? Vediamo 3 possibili strade:
- Accetta che la distrazione viene dall’interno e non da fuori: La cosa più urgente da fare è rendersi conto ed accettare che in questo preciso momento della nostra vita è presente una certa quantità di distrazione, non negarla o attribuirla all’esterno, così facendo possiamo trasformarla in uno spazio florido dove far crescere nuove intuizioni, idee e progetti. Talvolta occorre spezzare l’automatismo di gesti, azioni, ruoli in cui ci siamo identificati per ritrovare il nostro centro.
- Fatti delle domande: È sempre fondamentale porsi qualche domanda, come “a che cosa non riesco più a dire di no? C’è qualcosa che non mi interessa per nulla? C’è una parte di me che sta altrove? E se sì, dove?”
- Cambia velocità di vita: Spesso la distrazione si associa a una velocità sbagliata con cui si affronta la vita quotidiana che può essere troppo elevata oppure troppo bassa: in entrambi i casi l’attenzione si riduce. Serve un ritmo più vicino alle proprie caratteristiche, nel quale poter essere spontaneamente presenti, lucidi, “tutti lì”.