L’inizio di una nuova relazione è un momento bellissimo.
Esplorare l’intimità fisica e spirituale di un’altra persona è un’esperienza molto forte. Come leggere un nuovo libro nel quale l’immaginazione si confonde con la realtà.
Durante questa fase del rapporto confessiamo al nuovo partner cosa ci piace di lui. Alcune sono qualità che possiede: mi piace come cucini, hai molto gusto nel vestire, le tue storie sono fantastiche e mille altre cose. Altri sono casi particolari in cui ci stupisce in modo piacevole: ho apprezzato molto il tuo regalo, sono felice che tu mi abbia fatto una sorpresa e ogni altro bel gesto.
All’inizio del rapporto siamo didascalici nel riferire al nostro compagno quali qualità e quali comportamenti apprezziamo di lui, come se parlassimo a un bambino. Non diciamo solo bravo senza specificare, lo elogiamo, ad esempio, perché è stato bravo a riordinare la sua stanza.
Se il nuovo partner ha molte qualità positive e ci sorprende con qualche attenzione extra, la relazione continua e si evolve. La curiosità soddisfatta da quello che ha scoperto diventa amore.
Quando si ama si dice “Ti amo”.
In un mondo ideale, un’espressione così forte andrebbe centellinata, ma questo raramente succede.
Due paroline molto agili nell’uscir di bocca diventano la sintesi di ogni qualità positiva e di ogni bel gesto del nostro partner.
“Ti Amo” si trasforma nella risposta ASPECIFICA a tutto l’amore che ci viene dato.
Il rapporto tra due persone è una crescita continua insieme, ci si educa a comprendere i bisogni dell’altro. Questa crescita, come ogni altra, necessita dello scambio di informazioni per avvenire. “Ti amo” è solo un’informazione parziale, specifica l’approvazione di un comportamento ma non definisce le cause di questa approvazione. Non può sostituire interamente il contenuto del messaggio che volete dare al vostro partner. Dobbiamo sempre ricordare che per quanto una cosa ci appaia scontata, se rimane implicita nel discorso non saremo mai certi che sia stata recepita correttamente dall’altra persona.
“Ti amo” non basta, bisogna dire “Ti amo perché ha cucinato per me”, “Ti amo perché mi sostieni in questo momento difficile”, “Ti amo perché non smetterei mai di baciare le tue labbra morbide”.
I dettagli sono importantissimi. Sopratutto perché non ci dimentichiamo mai di sottolinearli nei momenti negativi. Il contrario di “Ti amo” non è mai qualcosa di astratto. È qualcosa di terribilmente concreto: “Sei disordinato!”, “Non mi ascolti quando parlo!”, “Ti comporti in maniera grezza”.
Pur crescendo restiamo sempre bambini, e proprio come loro abbiamo bisogno di farci spiegare perché siamo stati bravi o cattivi. Ma soprattutto bravi.