Ti è mai capitato di pensare ad una persona e poco dopo incontrarla casualmente per strada o ricevere una sua telefonata? Oppure di aver bisogno di qualcosa e vederne lo spot pubblicitario quasi simultaneamente?
Allora avrai sicuramente pensato con stupore “che coincidenza”!
Carl Gustav Jung, uno dei più grandi psicoanalisti del 900 ha definito tali fenomeni con il termine di sincronicità che definisce come “coincidenza significativa di due o più eventi” oltrepassando quindi il concetto di probabilità casuale. Jung ha concluso che vi è un’intima connessione tra l’individuo e il suo ambiente. Un’ esperienza sincronica si inserisce generalmente nella nostra vita quando meno ce lo aspettiamo, a volte cambiandone la direzione. Quando modelliamo la nostra vita sulla base di quello che sappiamo di noi, decidendo l’intreccio come se fossimo lo scrittore, ci dimentichiamo che sappiamo solo una parte della storia: ci sfugge tutto quello che è inconsapevole. E’ l’inconscio che modella la nostra storia, come scrive lo stesso Jung “rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà lui a governare la tua vita e lo chiamerai destino”.
Se adottiamo un atteggiamento simbolico nei confronti della nostra vita, divenendone espoloratori e non passivi spettatori, ci accorgeremo che indipendentemente dall’intreccio, dall’ambientazione e dai personaggi, vi è spesso un senso o un”messaggio” a gran parte di ciò che ci succede. Molti degli eventi mostrano che siamo collegati agli altri da legami molto più forti di quanto spesso non siamo in grado di riconoscere, e che ognuna delle coincidenze significative conferma il concetto junghiano di inconscio collettivo, secondo cui ogni essere umano condivide a livello psicologico e spirituale un legame con tutti gli altri esseri umani.
Se vuoi che una coincidenza significativa cambi la storia della tua vita, sii reattivo ed attento al mondo che ti circonda, cogliendo le occasioni che la vita ti offre, facendoti guidare dalla tua intuizione e guida profonda.
L’imprevista svolta degli eventi potrebbe costituire il colpo di scena in una storia nella quale non ci eravamo ancora accorti di essere dei personaggi.