Sempre più ricerche hanno l’obiettivo di dimostrare che pensare positivo possa realmente influenzare il benessere e la felicità delle persone.
Nel tempo si è visto come questa correlazione tra il pensare positivo ed il benessere sia in realtà una chimera.Sono diverse le dimostrazioni che attestano come il crollo delle illusioni susciti delusioni potenti tanto da portare, spesso, a forme depressive. Più noi nutriamo aspettative elevate più queste ci portano malessere se non si realizzano.
In psicologia, il particolare meccanismo definito Profezia che si autorealizza, funziona in modo più evidente sul versante negativo che in quello positivo. In pratica se una persona ha la convinzione o il timore che certi eventi futuri si possano realizzare, altererà il suo comportamento, finendo con il realizzare proprio ciò che temeva.
Ad esempio, temo di parlare in pubblico perchè sono convinto di bloccarmi ed in effetti ciò avverrà in quanto metterò in atto dei comportamenti impacciati o mi emozionerò a tal punto da perdere il filo del discorso e di conseguenza dovrò interrompermi.
Dicevamo che questa Profezia quando deve produrre effetti positivi ha più difficoltà, infatti gli effetti benefici sono possibili solo se il meccanismo dell’autoinganno è inconsapevole, quando invece il meccanismo è volontario otterrò degli effetti paradossali.
Se ho paura e cerco di pensare positivamente, paradossalmente avrò ancora più paura. Se sono triste e cerco di pensare positivo mi deprimerò ancora di più.
Chi propende per la teoria del pensare positivo sempre e comunque, porta spesso come prova l’”Effetto placebo”. Tuttavia non si tiene conto che questo effetto non si ottiene con lo sforzo volontario di pensare positivo, ma per effetti suggestivi non coscienti e involontari. Di conseguenza chi, ad esempio, assume una sostanza inerte ritenendola curativa e potente, molto probabilmente otterrà dei benefici.
Questo non è dovuto al fatto che il paziente si è illuso volontariamente che sarebbe guarito ma è successo grazie alle sue attribuzioni inconsapevoli, ritenendo una sostanza innocua un farmaco dal potere terapeutico.
Gli autoinganni funzionano solo se sono inconsapevoli, il pensare positivo proprio perchè è un atto volontario e consapevole è davvero poco efficace
SOLUZIONE
- Aspettative elevate ci rendono euforici giusto il tempo necessario prima di scontrarsi con la realtà. Di conseguenza teniamo a freno la tendenza a creare illusioni volontarie
- Mai applicare il pensare positivo ad emozioni di rabbia, dolore, paura, tristezza. Sarebbero amplificate invece che ridotte
- Pensate positivo solo se avete avuto già esiti di successo, quindi sulla base di un’efficacia comprovata perchè in questo caso si amplifica la fiducia nelle vostre capacità che sono già state dimostrate nei fatti.
Bibliografia:
G. Nardone: “Psicotrappole”, Ponte alle Grazie,2014
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