Cammini per strada e all’improvviso scivoli su una buccia di banana e cadi. Cosa pensi?
“Accidenti, è colpa mia. Sono sempre il solito imbecille. Continuando così non arrivo neppure a lunedì”. E’ questo che dice a se stesso il pessimista.
“Ops sono caduto per questa stupida buccia di banana. Ma chi l’avrà gettata qui? Per fortuna non mi sono fatto male. Voglio camminare con più attenzione e non guardare il telefono per strada”. E’ invece ciò che dice l’ottimista.
Quello che ci succede nella vita è filtrato dalla nostra interpretazione. Siamo noi che diamo un senso alle cose che accadono e cerchiamo spiegazioni a quello che ci succede. A volte tendiamo a concentrarci troppo sui lati negativi della vita, e questo atteggiamento mentale ha profonde conseguenze sulla nostra salute psicofisica.
Molte ricerche dimostrano che un atteggiamento positivo può ridurre lo stress e migliorare la salute in generale. Invece la tendenza a vedere il bicchiere mezzo vuoto alla lunga favorisce la depressione e l’isolamento, predisponendoci alle malattie. Le persone ottimiste hanno più successo negli studi, sul lavoro e nelle relazioni. Inoltre chi è ottimista ha una prospettiva di vita più lunga. (Seligman, 1991)
A differenza di quanto comunemente si crede, l’ ottimismo non è una qualità innata. E’ nella nostra famiglia di origine che impariamo ad essere più o meno ottimisti, ma possiamo migliorare il nostro stile con l’esercizio.
[button-red url=”https://www.youtube.com/watch?v=XQCsH1mvTQs” target=”_self” position=”left”]Guarda il Video ‘Coltivare l’ottimismo’[/button-red]
Se sei ottimista solitamente pensi che quando fallisci, il fallimento è dovuto a cause esterne e provvisorie. Se invece hai successo sei in grado di riconoscere la tua bravura e il tuo impegno.
Se sei pessimista tendi a prenderti su di te tutte le responsabilità degli insuccessi e pensi che le cose andranno male anche in futuro. E se hai un successo pensi? Solo una fortuna sfacciata!
Il pessimista tende a distorcere la realtà, interpretandola in maniera stereotipata e molto spesso disfunzionale alla nostra serenità e piacere.
[button-blue url=”https://www.facebook.com/robertoausiliopsicologo/?fref=ts” target=”_self” position=”left”]Vai alla Pagina Facebook[/button-blue] Il pessimismo ha tre caratteristiche che si possono riassumere con tre P. E’ un tipo di pensiero:
- Personale. Il pessimista pensa che è colpa sua, qualsiasi cosa succeda. La causa di un incidente, di un disguido, di una difficoltà è considerata sempre personale e dipende direttamente da un suo errore. Ovviamente ciò non è vero nella realtà. Esistono molti eventi nei quali ci troviamo coinvolti senza alcuna nostra responsabilità e che dipendono invece dal caso, dalle circostanze o dalle azioni di qualcun altro. Nel nostro esempio il pessimista pensa che cadere sulla buccia di banana è stata colpa sua, perché è disattento.
- Permanente. E’ la credenza per cui il pessimista pensa che le cose andranno male anche in futuro, anzi lo stato di malessere durerà per sempre. Se accade qualcosa di negativo, il pessimista non riesce a pensare che si tratta di uno stato temporaneo e che a breve finirà. Piuttosto tende ad estendere nel tempo e nello spazio il proprio disagio pensando che questo non avrà mai fine. Cadere sulla buccia di banana significa per il pessimista credere che anche in futuro gli capiteranno incidenti dovuti alla sua disattenzione.
- Pervasivo. Il pessimista pensa che l’insuccesso non è confinato ad un unico settore della vita, ma lo generalizza a tutto il resto. Se ad esempio ha una tendenza a scivolare quando cammina, pensa di essere sbadato in tutti i settori della vita, quindi anche nelle relazioni o sul lavoro. Ovviamente anche questa credenza ha dei grossi limiti e alimenta il pensiero negativo e la depressione.
Fai attenzione a cosa pensi quando ti capita qualcosa di spiacevole. Cerca di individuare i tuoi pensieri automatici che scattano quando le cose non vanno come te le aspettavi. E’ utile che tu porti con te un taccuino per appuntare durante il giorno i pensieri automatici negativi e pessimisti che ti vengono in mente. A sera puoi rileggerli e provare a metterli in discussione. Vai a modificare le 3 P del pensiero pessimista: introduci spiegazioni alternative che che siano più ottimiste. Cerca spiegazioni meno personali (“sono caduto non per colpa mia ma perché qualcuno aveva gettato una buccia di banana per terra…”), meno permanenti (“domani starò più attento”) e meno pervasive (“è vero che a volte mi distraggo ma succede solo quando cammino, mentre al lavoro sono una persona molto attenta”).
Fammi sapere come va con questa strategia. Spero che un nuovo ottimismo possa sbocciare nella tua vita!
Se ti interessa questo argomento e vuoi essere aggiornato sui prossimi video, articoli e podcast, iscriviti alla mia Newsletter.
Dr. Roberto Ausilio
Psicologo Psicoterapeuta
7 COSE CHE FANNO PER LE PERSONE CON UNA DEPRESSIONE NASCOSTA: