Spesso abbiamo la brutta sensazione che chi ci sta intorno si sia spinto troppo in là rispetto a ciò che gli è consentito superando i limiti invisibili della nostra tolleranza.
Questa condizione può verificarsi in tutte le relazioni, soprattutto quelle d’amore, provocando reazioni forti, intense. Viene da chiedersi: è vero che ognuno di noi possiede una sorta di “mappa interiore”, dei confini oltre i quali non tolleriamo che gli altri si spingano? Cosa accade dentro di noi quando ciò succede?
Spesso si accetta questo sconfinamento dell’altro con dolore, interpretandola come una sua mancanza di rispetto, ma esistono limiti alla nostra tolleranza che segnano un confine tra la nostra parte più “visibile” e quella più intima ed inviolabile. Questa è suscettibile e quando viene invasa genera reazioni violente. I confini si formano e diventano sempre più concreti man mano che cresciamo e facciamo esperienze di vita, quindi le relazioni, l’influenza della società, tutto ciò che è normalmente accettato e ciò che invece non lo è.
Al di là dei condizionamenti sociali, la “mappa interiore” che ognuno di noi si costruisce è diversa per ogni soggetto. Per alcuni è intollerabile la violenza verbale, per altri quella fisica. Ognuno dà agli atteggiamenti altrui un valore legato alle proprie aspettative ed esigenze. È importante prendere coscienza di questa mappa attraverso il dialogo con se stessi, l’introspezione, l’osservazione delle proprie reazioni ed il confronto con gli altri. Ciò ci permette di orientarci meglio nelle nostre emozioni, ma soprattutto ci facilita nel mostrare all’altro le zone off limits: infatti non sempre chi mette alla prova la nostra tolleranza è pienamente consapevole del terreno sul quale si sta avventurando e di quanto questo sia pericoloso.
Tali confini non sono rigidi e quando vengono superati è difficile ristabilirli in modo funzionale provocando in noi una reazione di dolore. Ogni invasione li fa arretrare, permettendoci di sopportare un po’ in più in una seconda occasione. Essi si allargano ma ciò non succede in maniera sana: siamo sempre più passivi e sofferenti, in balia degli altri. Per questo motivo sarà sempre più difficile ripristinare un senso di inviolabilità personale.
La mappa interiore però si può modificare in modo costruttivo. Dovremmo cercare infatti di interagire con gli altri desiderando di ampliare la nostra tolleranza. I confini interni, è vero, ci aiutano ad auto preservarci, ma più ci rinchiudiamo dentro di essi più viviamo rinchiusi e meno siamo capaci di aprirci al mondo esterno. Se siamo sconvolti da qualcuno che ci urla contro, dobbiamo convincerci che abbiamo il permesso, come ce l’hanno gli altri, di percorrere una via più libera di espressione dei nostri sentimenti.
L’importante, quando si decide di spostare un confine, è farlo con gradualità, ascoltandoci e sempre per nostra libera scelta, mai sotto la pressione altrui, altrimenti otterremo un risultato che non ci piacerà perché non confacente alle nostre caratteristiche di personalità.
© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta