Articolo scritto dalla Dott.ssa Stefania Signorile, fate visita su questa Pagina FB o/e sul Sito Web: signorilefantuzzi.com
La probabilità di sviluppare un disturbo depressivo maggiore e un disturbo d’ansia generalizzato è nettamente superiore tra le donne che hanno guadagni lavorativi minori rispetto ai loro colleghi maschi con i quali hanno in comune la stessa carriera universitaria ed anni di esperienza nel settore. La ricerca che ha condotto a queste osservazioni è quella effettuata presso la Mailman School of Public Health della Columbia University. I risultati dello studio sono online sulla rivista Social Science & Medicine.
La probabilità che in una donna venga diagnosticata la depressione, in un anno, è quasi doppia rispetto agli uomini. La disparità appare molto diversa quando il divario retribuitivo (lo stipendio) è nettamente inferiore rispetto a quello dei loro colleghi uomini; in questo caso la probabilità di sviluppare la depressione maggiore è2,5 volte superiore rispetto agli uomini; ma nelle donne il cui reddito è pari o superiore ai loro colleghi maschi, le loro probabilità di sviluppare questa patologia diminuiscono. Questo tipo di risultato rimanda anche a significativi aumenti di disturbo d’ansia generalizzato, sempre nelle donne.
Questi risultati si basano su un campione di popolazione degli Stati Uniti, lavoratori di età adulta tra i 30 e i 65 anni. I ricercatori hanno testato l’impatto delle disparità salariali su possibili sviluppi di ansia e depressione, secondo i criteri del Manuale Diagnostico e Statistico (DSM-IV).
“I nostri risultati mostrano che alcune disparità di genere riguardanti la depressione e l’ansia possono essere dovute agli effetti della disuguaglianza di genere insita e strutturata all’interno della forza-lavoro” ha dichiarato Jonathan Platt, dottore e ricercatore presso il Dipartimento di Epidemiologia. “I processi sociali che riportano le donne ad effettuare specifici lavori vanno a contribuire alla creazione di disparità di genere nel lavoro, avendo significative conseguenze materiali e psicosociali”.
Mentre gli Stati Uniti hanno pensano ad una legge per affrontare alcune delle forme più evidenti di discriminazione di genere a tutela delle donne che lavorano, le forme meno appariscenti di discriminazione strutturale qui in Italia continuano a persistere. Come esempi, i ricercatori si riferiscono alle norme, alla aspettative e le opportunità che circondano specifici tipi di lavoro e le donne, all’interno della nostra società, occupano posizioni lavorative più svalutate e sottopagate rispetto agli uomini.
“Se le donne interiorizzano queste esperienze negative e di inferiorità piuttosto che essere consapevoli che il tutto sia un derivato e risultato di una discriminazione implicita della società, possono essere a rischio di sviluppo di disturbi depressivi e di disturbi d’ansia” dice Platt.
“I nostri risultati suggeriscono che le politiche devono impegnarsi a contrastare questo fenomeno discriminatorio di genere” dice Katherine Keyes, professoressa di epidemiologia. “Inoltre, mentre si crede comunemente che le differenze di genere nella depressione e nell’ansia siano biologicamente date e radicate, questi risultati suggeriscono che tali differenze sono molto più socialmente costruite e che quindi l’ambiente contribuisca a crearle”.
Secondo Keyes, politiche come ferie retribuite , assistenza all’infanzia, prezzi accessibili, orari di lavoro flessibili potrebbero migliorare alcuni di questi pesi, anche se sono necessarie ulteriori ricerche per la comprensione dei modi in cui la discriminazione ha un ruolo sulla salute mentale.
“Forme strutturali di discriminazione possono spiegare una parte sostanziale della disparità di genere nei disturbi dell’umore e nell’ansia” dice Keyes. “E’ necessario porre attenzione ai meccanismi fondamentali che perpetuano le disparità salariali, non solo perché ingiusti, ma anche per capire in che modo è possibile intervenire per ridurre al minimo le conseguenze rischiose per la salute di ogni persona”.
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