Meno domande ti fai, meno rischi di avere torto

La verità non è uguale per tutti.

La verità è il massimo della coerenza che riusciamo a dare alle storie che ci raccontiamo.

Quando dobbiamo interpretare una situazione per formulare un giudizio, ci guardiamo un po’ attorno. Captiamo alcune informazioni e cerchiamo di disporle in modo che formino una storia coerente. Quando ci sembra che la storia sia buona, allora decidiamo che è vera.

Facciamo un piccolo esempio.

Un ragazzo si presenta a casa della sua fidanzata con un mazzo di rose. Non avevano appuntamento. Non è un giorno speciale. Lui le ha fatto un regalo inaspettato in un momento inaspettato.

Questi sono i fatti.

La ragazza racconta l’episodio a due amiche.

La prima, dopo aver ascoltato il racconto si convince di avere un’amica molto fortunata. Chi non vorrebbe avere un ragazzo capace di sorprenderti, seppur con piccoli gesti romantici.

La seconda invece non è d’accordo. Secondo lei dietro quei gesti si nasconde una colpa da cancellare. Per lei la storia è più coerente se la motivazione che spinge ad agire il ragazzo è il rimorso, non l’amore.

Queste sono due possibili interpretazioni.

Non esiste la verità, esistono solo storie più coerenti di altre

Forse non si potrà mai scoprire quale delle due amiche ha ragione. Nella vita la verità non si conosce quasi mai. Ci si accontenta di creare delle storie coerenti attorno agli elementi che abbiamo a disposizione.

Non siamo mai onesti nella creazione di queste storie perché ci basiamo sulla nostra esperienza (quello che abbiamo vissuto nel passato) e sul nostro umore (quello che abbiamo vissuto recentemente). Forse la prima amica è persuasa che le rose siano un bel gesto perché è innamorata a sua volta, e per lei in questo periodo il mondo è bellissimo. La seconda amica invece potrebbe aver vissuto una brutta esperienza simile, quindi generalizzare impropriamente a tutti ciò che è capitato a lei.

Ognuno costruisce la storia più coerente possibile, quando è soddisfatto di quel racconto, allora decide che quella è la verità.

La verità di cui ci accontentiamo non è mai determinata dalla completezza delle informazioni, l’unica cosa che conta è che nella nostra testa tutti i tasselli del puzzle trovino una collocazione. E se resta qualche buco, pazienza.

Tre errori tipici che confondono i nostri giudizi

Eccessiva sicurezza

La sicurezza con cui gli individui si affidano alle loro credenze dipende perlopiù dalla qualità della storia che essi si raccontano in merito a ciò che vedono, anche se vedono pochissimo. Spesso non ci curiamo del fatto che manchino prove potenzialmente essenziali al giudizio: quello che vediamo è l’unica cosa che conta. Una volta stabilita una coerenza tra i fatti, siamo abilissimi a reprimere ogni dubbio o ambiguità per difendere la nostra prima impressione.

Effetti di formulazione

Le informazioni che otteniamo dall’esterno non sono mai neutre. Modi diversi di presentare la stessa informazione suscitano emozioni diverse. Per esempio dire che un prodotto ha il 10% di grassi in meno è la stessa cosa di dire che un prodotto ha mantenuto il 90% dei grassi presenti nella ricetta originale. Tuttavia l’effetto su chi recepisce il messaggio è molto diverso.

Disattenzione per la probabilità a priori

Ci sono persone che hanno molta paura di prendere l’aereo ma fumano serenamente un pacchetto di sigarette al giorno. Quando la probabilità a priori di morire in un incidente aereo è ridicola se paragonata a quella di morire per colpa del fumo.

Meno domande ti fai, meno rischi di avere torto

Creare una storia coerente è molto facile, basta non farsi troppe domande. Chi indaga a fondo sulle cose rischia di portare alla luce nuove elementi che lo convinceranno di avere torto.

Quindi cosa si deve fare? Fidarsi della prima impressione o cercare di sbrogliare la matassa per giungere alla vera verità.

Forse basterebbe accettare che la verità e avere ragione non sempre servono. A volte sono solo un modo per affermare il proprio ego, con il rischio di soffocare quello di chi ci circonda.

Io credo che l’unica verità importante sia quella che ci fa stare bene, perché nella vita è molto più facile deprimersi che sorridere. Allora è più sano il punto di vista della prima amica, quella che crede nell’amore.

Chi se ne frega se poi non è vero.

Immaginate la realtà come un sogno. Ha veramente senso una volta aperto gli occhi chiedersi quanto sia verosimile quello che abbiamo visto?

RIDI DELLA TUA ANSIA!