Chi di noi non ha Facebook, Whatsapp, Instagram e quant’altro? Ormai questi social fanno parte della nostra vita. Ci piace far vedere agli altri ciò che facciamo, ciò che siamo, quanto la nostra vita sia perfetta. Tutti immersi in questo mondo perdiamo il senso di ciò che è reale. La gente ti giudica sulla base delle foto o delle frasi che decidi di postare quando invece non si rendono conto di come tutto possa essere estremamente falsato. Io posso stare male, passare un periodo negativo, ma spacciarmi per la persona più felice del mondo su questi social. Al contrario potrei essere felice, ma mostrare il contrario per attirare l’attenzione della gente. Come si può basare il nostro giudizio su qualcosa di così facilmente manipolabile?
L’effetto di disinibizione online
La linea di confine tra il “gioco” e la realtà è stata superata già da un pezzo, ognuno su un social network si esprime, discute, critica, insulta, umilia, ferisce. Si amico mio, FERISCE. Che tu sia 10000 di km di distanza o a pochi metri. NON FA DIFFERENZA. Online ci sentiamo tutti più liberi di poter fare o dire cose che non avremmo altrimenti detto o fatto. Infatti, Per “effetto di disinibizione online” si intende l’allentamento o completo abbandono, nel corso di interazioni mediate da ICT, delle restrizioni sociali e delle inibizioni che sarebbero invece presenti in un’interazione faccia a faccia.
Quante persone sono state annientate da questa brutalità? Quanti suicidi? Quanti si sentono giudicati? Quanti sono insultati?
Eppure per molti i social rappresentano solo un passatempo. Come ho detto in precedenza, si può mostrare agli altri una vita che non è davvero la nostra, possiamo fingerci felici o tristi. Non sono d’accordo con chi afferma che oggi TUTTI vogliano solo mostrarsi perfetti e con una vita invidiabile. Ci sono anche molti altri che preferiscono mostrarsi tristi, attirare l’attenzione, farsi mandare mille sms ed essere al centro di un qualcosa che non esiste realmente. Siamo tutti vittime di questi social, che in sè non sono negativi. Bisogna imparare a gestirli e non a farsi gestire da essi.
I pro ed i contro dei social
Certe volte mi capita di ripensare a come son cresciuta, senza facebook, whatsapp e altri social network. Il tempo si passava giocando da bambini, scherzando con la propria famiglia, organizzando uscite di nascosto e via dicendo. I bambini di oggi sono troppo presto sottoposti ai social network e finiscono per perdere molta della bellezza che c’è al di fuori. È compito degli adulti porre dei limiti, mettere dei paletti oltre i quali non ci si può spingere. Allo stesso tempo i social sono molto utili per contattare persone lontane, sentirsi in modo rapido e nel presente, avere un feedback veloce. Io stessa ho parte della mia famiglia fuori dall’Europa e molti social che ho nominato mi sono utilissimi per parlare con loro. Quindi no, non diciamo che i social o la tecnologia siano un male in tutto e per tutto. A mio parere essi lo diventano nel momento in cui vogliono sostituire la vita reale, quando diventano una maschera di ciò che invece siamo realmente. Chi vuole apparire o mettersi in mostra lo farebbe comunque, chi vuole giudicarti negativamente lo farebbe comunque. Il tutto sembra essere estremamente amplificato sui social. Sembra che le persone non vedano l’ora di farsi gli affari degli altri, di indagare su come vanno le loro vite, di plasmare le proprie sulla base di aspettative sociali condivise.
Ma è tutto così inutile signori miei ai fini della nostra reale felicità. In questo senso i social sono solo un modo che abbiamo per riempire la nostra vita, distrarci dagli impegni, dai pensieri, mostrarci belli. È solo finzione. La vita non può essere racchiusa in un social, in dei post su facebook, in delle foto su instagram. E tutti noi lo sappiamo, ma non possiamo farne a meno.
E allora cerchiamo almeno di controllare questa situazione.
Ci vien voglia di giudicare qualcuno semplicemente da una foto? Asteniamoci dal farlo.
Ci vien voglia di visitare il profilo di qualcuno solo per controllarlo?
Resistiamo alla tentazione.
Se impariamo ad opporci alle richieste che i social ci fanno continuamente torneremo ad esser padroni delle nostre vite e dei nostri giudizi. Insegnamo ai nostri figli a vivere al di fuori, a non fidarsi di cosa gli altri vogliono far vedere, a non basare le loro aspettative su qualcuno solo su delle semplici fotografie. Non possiamo sapere cosa si nasconde dietro una frase, un post, non possiamo conoscere davvero qualcuno solo sulla base di come appare sui social.
Smettiamola di giudicare, di farci giudicare. Prendiamo i social per ciò che hanno di buono e ritorniamo a farli essere passatempo e non ossessione.