In Italia la figura dello psicologo è vista talvolta con amore talvolta con diffidenza. La psicologia non è ancora riuscita a farsi accettare senza riserbo dall’immaginario collettivo come se non avesse nulla di assodato.
Vediamo insieme quali sono le cause di questa generale perplessità.
La psicologia è una materia molto giovane.
La differenza tra le scuole di psicoterapia è ampia. Spesso non si tratta di sfumature ma di universi paralleli con scarsi punti d’incontro.
Esistono professionisti del settore, rispettati perché operano da molti anni, ma che non sono minimamente aggiornati sui progressi della psicologia.
Il modello dello psicologo fornito dalla televisione italiana è poco credibile.
I media parlano di psicologia più sul piano aneddotico che sul piano scientifico.
Gli studenti di psicologia mancano di quell’orgoglio collettivo tipico di altre facoltà quali medicina o giurisprudenza.
Non esiste uno sbarramento severo che impedisca agli psicologi poco preparati di operare nel settore.
Ingenuamente si pensa che il disagio psichico possa risolversi in tempi medico/farmacologici, invece il processo di cambiamento legato alla psicoterapia può essere molto lungo.
Fa sfoggio di aforismi, locuzioni che trasmettono l’idea di “conoscenza da intrattenimento”.
La differenza tra psichiatria, neurologia e psicologia è poco chiara ai non addetti ai lavori.
In molti contesti sociali italiani la debolezza è ancora vissuta come una colpa. Per questo si tiene nascosta o auto-medicata.
La psicologia è più affezionata ai grandi nomi dei suoi padri che ai piccoli progressi dei suoi studiosi contemporanei.
Permette il coesistere di teorie in contrasto tra loro.
L’eterogeneità degli approcci psicologici si estende dal versante filosofico al versante medico impedendo di darne una definizione univoca.
Non esiste una nomenclatura condivisa da tutti secondo la quale classificare i disturbi. L’etichettamento è un problema, ma per spiegare l’intento della psicologia è necessario riferirsi a situazioni concrete e definite con termini univoci. Se lo stesso insieme di comportamenti può essere interpretato in tanti modi diversi quanti sono i professionisti a cui viene chiesto un parere, non è possibile dare l’idea di essere una disciplina solida.
Gli italiani preferiscono essere compatiti che lavorare e impegnarsi per cambiare le cattive abitudini.