La lucina messa lì, sul comodino, nel corridoio, oppure una luce lasciata accesa in un’altra stanza che si proietti fievolmente nella cameretta, rappresenta una sicurezza per un bambino che non riesce ad addormentarsi al buio, ma anche per un adulto che ha il medesimo problema.
Questa paura è insita nella natura umana, nella consapevolezza ancestrale che il buio rappresenta qualcosa di sconosciuto, di cui aver paura. Pensiamo agli uomini prima della scoperta del fuoco, prede di belve notturne che a volte non vedevano neanche. Oggi la situazione è cambiata, tuttavia permangono in noi delle sensazioni legate alla memoria dell’umanità che ci portano a sviluppare timori e sentimenti che non sempre riusciamo a gestire.
Uno di questi è la paura del buio o la semplice incapacità di addormentarsi nella totale oscurità. La presenza di una fonte luminosa, seppur fioca rappresenta la consapevolezza che si può verificare in qualsiasi momento ciò che accade semplicemente aprendo gli occhi. Così scompare, lentamente, quel senso di abbandono, di paura a vantaggio di una sicurezza che al risveglio tutto sarà come prima.
Un altro fattore che influenza questa paura è la sensazione della mancanza di controllo, di vedere ciò che succede. Infatti, se riflettiamo, molto spesso la paura del buio si verifica in casa, chiusi dentro, tra le nostre cose. La luce ci dà invece quel senso di sicurezza che nasce dal fatto di poter sistemare visivamente ogni cosa al suo posto.
Nei bambini questa paura non sempre è legata a personaggi immaginari o paure fantastiche, ma più realisticamente alla chiusura della porta della cameretta, al senso di abbandono, al genitore che si allontana. Nell’adulto invece può essere legato alla proiezione all’esterno di ansie, paure, timori, sentimenti legati al controllo che nascono dal nostro interno.
Le paure dei bambini risultano giuste perché i rumori, le luci, rappresentano la familiarità, l’affettività di papà e mamma; il buio rappresenta l’abbandono, la solitudine, la consapevolezza che non ci sarà nessuno a salvarli. I genitori devono quindi fare attenzione a non penalizzare queste paure, e a non imporre comportamenti drastici o punizioni assurde con il rischio di complicare la situazione. Devono invece far sentire la loro presenza, aspettando che si addormentino stando accanto a loro di tanto in tanto, lasciando la luce accesa ed aspettando che sia il bambino a decidere di spegnerla perché non più necessaria.
Per l’adulto il discorso è diverso: certe ansie, certe paure sono ormai parte della personalità ed è più difficile eliminarle. Lo si può fare con un percorso teso a capire quale sia la motivazione inconscia di tale paura, ma anche desensibilizzarsi lentamente alla luce, cioè ridurre lentamente l’intensità della luce, può essere utile per far scomparire la paura o l’ansia.
Infine, contro la convinzione comune che siano le donne, in percentuale, a presentare maggiormente questa paura, le ricerche hanno dimostrato che anche gli uomini ne soffrono ampiamente e forse anche maggiormente. Mentre però la donna, se sente un rumore in casa, ha la tendenza “a girarsi dall’altro lato”, l’uomo si allarma facilmente e in alcuni casi può addirittura mettere in atto pensieri e comportamenti fobici. Ciò avviene molto probabilmente per quella convinzione arcaica che la protezione della famiglia degli animali feroci notturni fosse di competenza dell’uomo più che della donna.
© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta