Guarire dopo la fine di una relazione: una seduta di terapia

Guarire dopo la fine di una relazione. Dr.ssa Ave, e la descrizione di una seduta di terapia.

Di amore ci si ammala, di amore si guarisce. Così è iniziata la mia prima e unica seduta con Mariasole. Entrò nel mio studio circa un anno fa, in modo disinvolto, forte, caparbio, fissandomi intensamente, esaminandomi, quasi da volermi mettere alla prova. Potevo percepire l’estremo dolore che portava il suo cuore e trasparivano i suoi occhi, la sua pelle, Mariasole era malata d’amore.
Durante la nostra prima e ultima seduta questo era il problema: ammalarsi d’amore. La incontrai solo una volta, per sua decisione e perché a giorni sarebbe partita per un nuovo lavoro a Dubai, essendo lei amministratrice di una importante azienda di design.

 

Guarire dopo la fine di una relazione: l’inzio della nostra seduta

Esordì la nostra consulenza raccontandomi che era giunta al capolinea, la sua storia che durava ormai da alcuni anni, era finita, da poche settimane. C’era dolore, lacrime, un ampio senso di vuoto e di colpa; nulla altro tra sue parole e il suo stato d’animo. Mi raccontava come la fine di una storia, le aveva portato via molto nella vita reale, anche certezza e sicurezza. proprio a lei, una donna forte, caparbia, combattiva e astuta. Eppure quell’amore e i ricordi la bloccavano, al punto da sgretolare lei stessa tutto ciò che aveva costruito con tanto impegno e dedizione. Essendo la nostra unica consulenza, ad un certo punto dissi a Mariasole: “la sa una cosa? Lei, in realtà, è forte come un elefante che non sa di esserlo!.. E tra poco capirà il perché” e inizia a raccontarle una storia stupenda sul bambino e l’elefante.
“C’era una volta un bimbo che adorava il circo, in particolar modo l’elefante.Durante lo spettacolo faceva sfoggio di un peso, una dimensione e una forza davvero fuori dal comune… ma dopo il suo numero, e fino ad un momento prima di entrare in scena,
l’animale era sempre legato. Era bloccato ad un paletto, minuscolo, e anche se la catena era grossa, era ovvio che un animale del genere potesse liberarsi facilmente di quel paletto e fuggire. Il bimbo pensava cosa poteva tenere legato quell’animale…

Guarire dopo la fine di una relazione. Dr.ssa Ave, e la descrizione di una seduta di terapia.

Chiese a più persone; voleva risolvere il mistero, ma non trovò soluzione. Con il passare del tempo dimenticò il mistero dell’elefante e del paletto. Da grande, però, ritrovandosi nella stessa situazione e trovandosi a parlare con un anziano saggio, capì che l’elefante del circo non scappava perché era stato legato a un paletto simile fin da quando era molto, molto piccolo. Nonostante gli sforzi iniziali, non riusciva a liberarsi, era troppo saldo per lui, così dopo vari tentativi un giorno si rassegnò alla propria impotenza. L’elefante enorme e possente che vediamo al circo non scappa perché crede di non poterlo fare: sulla sua pelle è impresso il ricordo dell’impotenza sperimentata e per questo non ha mai più ritentato… non ha mai più messo alla prova di nuovo la sua forza…mai più!
A volte viviamo anche noi come l’elefante, pensando che non possiamo fare un sacco di cose semplicemente perché una volta, un po’ di tempo fa avevamo provato ed avevamo fallito, e da allora sulla pelle abbiamo inciso “non posso, non posso e non potrò mai”.

Ci salutammo, lei sorrise e dopo alcuni mesi mi mandò una lettera, scritta a mano. Dentro mi raccontava come ha tramutato la paura in curiosità, e mi raccontò come, spesso, quella storia la facesse riflettere sul fatto che l’unico modo per sapere se poteva farcela, era riprovare di nuovo con tutta se stessa… e con tutto il cuore.
Impariamo insieme che vivere nel ricordo non è maturo, non è genuino, non fa stare bene, ci fa perdere il presente e le possibilità future, ancorandoci a illusioni. Quando una storia volge al termine, non ci sono colpe imminenti da ricercare, o recriminazioni da elaborare, al fine di riportare l’unione nella coppia. Non ancorarti a pensieri o aspettative magiche, perché ricorda, la cosa peggiore che puoi fare è vivere nel ricordo.
Impara ad usare qualunque esperienza a tuo vantaggio.

Anche e soprattutto le esperienze negative, perché anche del dolore si può fare buon uso. Dr.ssa Ave Giada

 

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