Come diceva Freud, fare il genitore è uno dei mestieri più difficili del mondo. Però bisogna anche dire che i bambini hanno una forza incredibile e riescono a fronteggiare anche le condizioni pedagogiche più deviate. Ovviamente, il fatto che un bambino riesca a crescere sano e psicologicamente forte anche in una famiglia dove anziché amore riceve risentimento e disagio, non significa che non dobbiamo cercare di fare del nostro meglio perché lo sviluppo gli sia sereno.
Vediamo nel dettagli come i bisogni infantili dei genitori influenzano negativamente lo sviluppo dei bambini.
Genitori manipolatori
I genitori con dei conflitti interiori irrisolti non riescono ad approcciarsi al bambino di modo onesto.
Partiamo dal presupposto che un genitore desidera essere amato da suo figlio, ma allo stesso tempo deve guidare la sua condotta facendo da modello e maestro. Il ruolo pedagogico implica dei contrasti, perché al bimbo non va sempre bene quello che il genitore impone, anche quando questa imposizione è motivata. Allora il genitore deve accettare di essere “cattivo”. Alcuni genitori non ci riescono e per spingere il figlio a fare quello che reputano giusto mettono in atto delle condotte manipolatorie o violente.
Cosa causa le ferite emotive nel bambino
Secondo la psicologa Kathya Bonatti le condotte che causano ferite emotive nel bambino sono di due tipi:
Condotte passive
Quando il comportamento del genitore è deficitario rispetto a quello che sarebbe il comportamento ideale. Per esempio l’assenza di contatto, calore, carezze, scarso o nessun ascolto, prestare poca attenzione, non sostenerli nelle loro scelte e non sottolineare il loro valore. Tutto questo crea dei veri “buchi emotivi” che vanno a minare l’autostima del figlio.
Condotte attive
Quando il genitore mette in atto dei comportamenti in più rispetto a quelli ideali. Parliamo ovviamente di comportamenti dal risvolto negativo, per esempio violenze psicologiche attuate senza forza fisica ma il cui effetto e’ altrettanto devastante, esercitate attraverso la comunicazione verbale e non verbale, punizioni, sarcasmo denigratorio, ironia, sminuire i loro obiettivi e sforzi. In generale si tratta di riversare sui figli la propria frustrazione. Il bambino può addirittura arrivare a vivere in una condizione di terrore costante, anche mentre non sta facendo nulla di male.
5 tipi di manipolazione psicologica dei genitori sui bambini
Manipolazione attiva
Si tratta di una serie di azioni volte a manipolare il comportamento dei figli. Guidarlo senza che appaia evidente questo desiderio. Alla fine, il genitore ottiene un tornaconto personale dalle azioni del figlio. Per esempio i genitori che spingono i figli a sposarsi per avere dei nipoti e dare un senso alla propria vita.
Manipolazione raffinata
Questo tipo di manipolazione e’ preceduta da un atteggiamento di generosita’ e di attenzione per i figli per cui e’ difficile da riconoscere. Per esempio quando i genitori hanno garantito il benessere ai loro figli pretendono poi che questi li ripaghino soddisfacendo i loro bisogni, confidare ad uno dei figli di essere il preferito il quale poi si sente di non avere il diritto di chiedere altro.
Vittimismo
È il tipo di manipolazione grazie a cui i manipolatori si auto vittimizzano per raggiungere i loro scopi. Per esempio quando un genitore trascura la propria salute per lamentarsi ed attirare l’attenzione del figlio, chiedere sempre aiuto per cose che potrebbero fare da solo. Il vittimismo permette di controllare i figli senza chiedere loro nulla in modo adulto, diretto, non assumendosi la responsabilita’ delle loro richieste.
Il senso di colpa
È il modo principale per controllare i figli e mantenere il potere su di loro facendoli sentire in colpa per qualunque motivo, l’obiettivo ultimo e’ far si che loro non sentano mai i loro bisogni ma siano sempre sintonizzati su quelli dei genitori.
Ricatti affettivi
Tipico esempio di questo tipo di manipolazione è la frase: ”se non fai questo mamma o papa’ non ti vuole piu’ bene”. In questo tipo di manipolazione il genitore si dipinge come un martire e il figlio deve salvarlo in ogni modo per non farlo stare male, compiacendolo completamente e negando i propri bisogni e desideri.
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