Legata sempre più spesso alle situazioni lavorative c’è la necessità di dover cambiare città, una novità che porta ansie ed insicurezze negli adulti, ma soprattutto nei bambini. Cambia tutto: gli amici, i luoghi (scuola, parco giochi, parrocchia…), le abitudini. Se la sofferenza rappresenta lo stato d’animo dominante negli adulti, sicuramente nei bambini nasce un senso di insicurezza e smarrimento. Le imposizioni professionali non sempre ci permettono di decidere cosa fare e come farlo, ma talvolta è obbligatorio seguire le necessità lavorative anche per dare stabilità e sicurezza economica alla propria famiglia. Anche il pendolarismo spesso non aiuta perché ruba tempo ad altre attività, genitoriali e coniugali. Il cambiamento porta inevitabilmente disagio e instabilità, caratterizzato dalla rinuncia alle proprie sicurezze, ai legami costruiti col territorio, al senso di protezione che nasce dallo stare nel posto in cui si hanno le radici e gli affetti più cari.
La presenza in famiglia di bambini piccoli può generare insicurezze sul comportamento da mettere in atto con loro per ridurre al minimo il trauma, ma allo stesso tempo può e deve favorire nei genitori un ponte per sviluppare un contatto con altre famiglie in cui sono presenti figli coetanei. Famiglie con cui condividere dubbi, perplessità, affrontare i ritmi frenetici delle proprie vite. I bambini, fortunatamente, hanno grosse potenzialità di adattamento al nuovo perché basano le loro relazioni sul gioco e sul divertimento determinate dalla voglia di stare insieme ai loro amichetti; inoltre anche il senso della scoperta li porta a ricercare, in qualcosa di nuovo, un luogo di benessere ed appartenenza. Il tutto deve essere mediato dai genitori che devono avere la capacità di affrontare questo cambio di vita con un approccio positivo e costruttivo.
La solidarietà tra i coniugi è la base di partenza per affrontare al meglio la situazione, essi devono sostenersi a vicenda e convincersi che il cambio porterà con sé anche molte novità: nuovi amici, nuova città (magari più piccola) in cui poter sviluppare relazioni che potrebbero essere più costruttive e fruttuose, nuove abitudini e magari più tempo per se stessi, per la coppia e la famiglia, insomma una vita più a misura d’uomo. Può essere utile anche ridurre al minimo ciò che lega alla vecchia situazione di vita, perché potrebbe generare sospesi tra le due vite: quella che si aveva prima e quella che si vede come “costretti” a vivere. Questo non significa tagliare i ponti ed i legami con il passato o rompere le relazioni importanti di una vita. Forse vale la pena mettere radici nel nuovo posto, mantenere i vecchi rapporti magari invitando gli amici di vecchia data, ma aprirsi anche a nuove amicizie, nuove relazioni. Cambiando prospettiva si potrà scoprire che la nuova vita potrà portare piaceri ed amicizie simili a quelle di prima: tutto sta nell’avere la capacità ma soprattutto la volontà di adattarsi al cambiamento.
© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta