Nel 2019 la povertà di apprendimento era al 57% nei Paesi a basso e medio reddito. La pandemia ha esacerbato le disuguaglianze nei livelli di istruzione. Un danno che vale 21 mila miliardi di dollari.
La lettura, la scrittura, la matematica e le abilità socio emotive, sono elementi fondamentali dell’educazione. Il crescente livello di povertà nell’apprendimento è un segnale che molti sistemi educativi, nonostante i progressi compiuti negli ultimi decenni, non riescono a garantire che i bambini sviluppino le abilità fondamentali, allontanando il Goal 4 – Istruzione di qualità per tutti. Lo dichiara l’edizione 2022 del “The State of Global Learning Poverty”, il Rapporto pubblicato in maniera congiunta da World bank, Unicef, The Bill & Melinda Gates foundation, Foreign, commonwealth and development office, U.S. Agency for international development, in partnership con l’Unesco.
Un problema già noto.
La crisi dell’apprendimento è antecedente al Covid-19. Nel 2019, il tasso medio globale di povertà di apprendimento nei Paesi a basso e medio reddito era del 57%. Quasi 6 bambini su 10 non raggiungevano le competenze minime di alfabetizzazione sotto i 10 anni. Nell’Africa subsahariana, questa percentuale era dell’86%. A livello globale, sottolinea il Report, tra febbraio 2020 e febbraio 2022, molti sistemi educativi sono stati completamente chiusi per una media di circa 141 giorni, costringendo le scuole ad implementare diverse strategie di apprendimento a distanza. Quando i Paesi si sono resi conto che, a causa della mancanza di connettività e dell’esistenza di un ampio divario digitale, non era possibile fare affidamento solo su internet per fornire materiali di apprendimento, si sono affidati a tv e radio. Tuttavia, continua il Rapporto, questi sforzi sono stati molto eterogenei tra le regioni in termini di strategie, varietà di offerta ed utilizzo. Una condizione che ha causato un aumento della povertà di apprendimento globale, salita al 70% nei Paesi a basso e medio reddito, esacerbando le disuguaglianze nei livelli di istruzione.
Il diritto all’istruzione.
Gli alti livelli di povertà nell’apprendimento, continua il Report, violano il diritto dei bambini all’istruzione. Dopo tutto il duro lavoro svolto da così tante famiglie ed educatori per fornire istruzione a tutti, è inaccettabile che il 70% dei bambini non riesca a leggere e comprendere un testo base. Inoltre, i genitori spesso non sono consapevoli di quanto poco apprendano i loro figli, a causa della mancanza di un uso efficace delle valutazioni, violando così la fiducia che le famiglie hanno riposto nell’istruzione.
La perdita delle competenze di base si tradurrà in livelli più bassi di abilità, che a loro volta ridurranno la produttività e i guadagni dei bambini di oggi, una volta che entreranno nel mondo del lavoro. Senza una rapida azione, l’attuale generazione di studenti rischia di perdere 21 mila miliardi di dollari di guadagni nel corso della loro vita, l’equivalente del 17% del Pil globale. Un costo economico sostenuto principalmente dai Paesi a basso e medio reddito.
Rapid framework.
Cosa fare nei prossimi mesi? Non basta che i bambini tornino semplicemente a scuola. L’insegnamento deve adattarsi alle esigenze di apprendimento degli studenti. Man mano che gli studenti rimangono più indietro cresce il rischio di sentirsi esclusi, aumentando la possibilità di abbandono scolastico.
Un primo passo fondamentale è che i leader politici riconoscano la grave minaccia legata alla crisi dell’apprendimento. L’impegno ai vertici del governo, sottolinea il Rapporto, non basta. Riprendersi da questo shock, e invertire la rotta, richiederà coalizioni nazionali più ampie per recuperare e accelerare il terreno perso: coalizioni che includono famiglie, educatori, società civile, comunità imprenditoriale e organi di governo.