6 modi di pensare che ci portano a conclusioni errate

Analizzare i problemi è necessario per costruire una strategia con la quale affrontarli. Prima di agire dobbiamo sempre pensare. Ma usare bene il pensiero non è qualcosa di automatico. Perché il pensiero è solo uno strumento e come tale richiede pratica prima di essere controllato a dovere.

Non si può pretendere di pensare senza prima essersi allenati a farlo.

Chi non è allenato spesso pensa male, in modo scorretto e addirittura controproducente. Ci sono persone che quando riflettono prima di agire fanno più danni di quando si buttano in una cosa senza pensare.

Per questo è importante imparare a riconoscere i modi di pensare che portano a conclusioni errate.

conclusioni errate

6 modi di pensare che ci portano a conclusioni errate

 

#1 Pensiero troppo astratto

Più il pensiero si allontana dalla realtà è più è difficile da controllare. Pensate alla matematica, fin quando c’erano i numeri era facile, quando li hanno tolti e sostituiti con le x, le y e altre variabili allora sono arrivati i problemi.

Nella vita di tutti i giorni avviene la stessa cosa, il pensiero finalizzato a cose concrete, come organizzare una vacanza, porta quasi sempre dei risultati corretti, nel senso che l’obiettivo del pensiero viene raggiunto. Il pensiero molto astratto, pieno di incognite, come cercare di capire i sentimenti di qualcuno che non gli esterna noi, porta quasi sempre a risultati errati. Nel senso che dopo tante ore di pensiero comunque non capiamo cosa prova.

Per pensare in astratto bisogna essere molto allenati, sopratutto quando si ragiona attorno all’uomo e ai suoi problemi. Anche per questo esistono i corsi di laurea in psicologia.

 

#2 Rimuginio

Tornare sulle cose più e più volte con la mente, alla fine modifica la nostra percezione della realtà.

Prendete una cosa piccola, quasi insignificante, se ci penserete tutti i giorni da lunedì a sabato, la domenica vi sembrerà la cosa più importante della vostra vita.

La necessità di pensare a qualcosa non viene soddisfatta dal pensare quella cosa. Per cessare il pensiero ha bisogno del suo contrario, cioè l’azione.

#3 Emozioni

Tranne in alcuni casi particolari, è impossibile non provare emozioni. Cioè, in qualsiasi momenti della nostra vita stiamo provando più emozioni contemporaneamente.

Ogni tanto, capitano delle cose che accendono un’emozione più delle altre. In quei momenti, non siamo in grado di pensare con efficacia perché il nostro pensiero è guidato da un’unica emozione.

L’unica cosa da fare è aspettare che l’equilibrio tra tutte le nostre emozioni si ripristini. Le emozioni sono una guida utile per il comportamento, ma solo quando una non prevarica sulle altre.

 

#4 Sensi di colpa

Il senso di colpa esalta alcuni aspetti della realtà e ne adombra altri. Chi si sente in colpa e pensa, immagina una realtà catastrofica dove ogni sua azione porterà ulteriori disgrazie. Un pensiero di questo tipo promuove un comportamento passivo in cui è meglio non fare nulla piuttosto che fare e sbagliare.

 

#5 Lamentarsi

Sentirsi vittima degli altri o delle circostanze sposta le responsabilità fuori dal nostro controllo. Se fosse per me farei tutto, ma il mondo la fuori si è messo di traverso.  Il vittimismo nel migliore dei casi ti fa sentire impotente contro la vita. Ma c’è un caso peggiore, quello in cui qualcuno decide di consolarti e tu, protetto dalle sue parole ti senti impotente e bene.

 

#6 Pensare ai rifiuti

Ogni volta che veniamo rifiutati proviamo dolore. Ripensare ai rifiuti che abbiamo subito non fa che tenere vivo quel dolore.

Non si può superare il vuoto di un rifiuto con il ragionamento perché non esiste nessuna scorciatoia capace di riempire quel vuoto. Solo agire può farlo.