I ritmi di vita portano molte persone a vivere la maggior parte della propria giornata in macchina. Rinchiusi in auto che per quanto performanti, grandi, spaziose, ricche di comfort restano pur sempre degli spazi limitati che si muovono lentamente insieme ad altri cubicoli lungo le strade del mondo. Inoltre appare sempre più chiaro che i “piloti” che condividono con noi tale stato siano diventati più territoriali, più aggressivi e più cattivi. Si tratta della “Road Rage”, la rabbia stradale, un fenomeno che fa parte probabilmente di un più ampio problema di rabbia generale.
La ritroviamo sulle strade che siamo costretti a percorrere in auto ma anche a piedi, in bici o in scooter: gente che accelera, cambia corsia, fa manovre errate o rallenta lo scorrimento del traffico perché è insicura alla guida. Atteggiamenti aggressivi e rabbiosi che sottendono stati di malessere e conflittuali molto più profondi: gridare ai danni del conducente che li precede come se volessero intenzionalmente tamponarli, un uso smodato del clacson, gestacci, uso degli abbaglianti, comportamenti pericolosi per loro e per gli altri, fino ad accostare per “combattere”.
Quello che prima era un comportamento problematico che caratterizzava i maschi ha superato i confini di genere e ci si trova sempre più donne ad inveire o mostrare i pugni al malcapitato conducente di un altro mezzo. È il raro caso in cui l’aggressività maschile e femminile si mostrano allo stesso modo e con la stessa intensità. Per molti uomini veicolare comportamenti aggressivi è più palese; per le donne è più nascosto. Ma metteteli entrambi al volante ed avrete comportamenti in gran parte sovrapponibili.
Anche persone normalmente equilibrate hanno ammesso di perdere le staffe quando si mettono al volante. Le emozioni, anche quelle più violente si accendono appena mettono le chiavi nel blocchetto d’accensione.
Per alcuni la strada innesca quel bisogno di controllo, di contrastare gli altri come se questi stessero violando il loro spazio prossemico; ma nasce anche un’esperienza di possesso della “propria” corsia, della “propria” strada, della “propria” traiettoria. Per altri la rabbia, una delle emozioni più antiche presenti nell’uomo insieme all’aggressività è qualcosa di incontrollabile.
Qualcosa di primitivo, basato sugli ormoni, su una parte di cervello più antica che manca di empatia, di intelligenza emotiva, basata sul bisogno di dominare su qualcun altro e sul proprio spazio emotivo non condivisibile. Si aggiungano a tutto ciò ego incontrollabili, bisogni di superiorità, orgoglio narcisistico e superiorità genitale maschile (il mio veicolo è più grande del tuo) ed il gioco è fatto. Ogni volta che si entra in auto, si carica un’arma e se l’arma è carica molto probabilmente la si userà.
In psicologia i comportamenti problematici sono quelli che causano conseguenze. La rabbia stradale, e più in generale quei comportamenti che portano a scontri, possono avere conseguenze significative. È sempre utile cercare di non farsi trascinare in liti che scaturiscono da rabbia stradale per non rovinarsi la giornata o finire vittima di azioni gravi: spruzzati con del pepe, picchiati, addirittura feriti o uccisi con armi. Cerchiamo di essere i primi a non mettere in atto tali comportamenti soprattutto in presenza dei bambini; i figli di genitori violenti ed aggressivi spesso hanno comportamenti violenti più facilmente perché li vedono sdoganati. Se ci rendiamo conto di essere irascibili alla guida, cominciamo a porci delle domande e a scavare un po’ dentro noi stessi, magari con l’aiuto di uno specialista. Non per tutti è però facile mettersi in discussione, molti soffrono della sindrome: “E’ colpa dell’altro guidatore”.
Imparare a gestire la road rage non è difficile ma richiede impegno e molto autocontrollo. È bene iniziare col concentrarsi completamente sulla propria guida evitando di focalizzarsi troppo sugli altri e sui loro errori, anche quando le loro capacità lasciano a desiderare. La gestione della rabbia stradale comporta una capacità di gestione anche di tutte le altre emozioni grazie a pratiche che stimolino l’intelligenza emotiva come la mindfulness, l’autoconsapevolezza, la meditazione, la respirazione guidata, ecc. Alcune di queste tecniche possono essere messe in atto anche in auto quando sentiamo che la rabbia sta diventando ingestibile a causa degli eventi esterni: ad esempio contare fino a quattro inspirando e trattenendo l’aria, facendo lo stesso anche per l’espirazione. Questo comportamento ripetuto ciclicamente per un tempo ragionevole riporta il battito cardiaco, la frequenza e la pressione sanguigna ai livelli normali.
L’atteggiamento positivo rappresenta un altro ottimo metodo per gestire la rabbia stradale e consiste nella consapevolezza che noi siamo noi e l’altro è l’altro, non dobbiamo metterci nelle condizioni di farci rovinare l’umore da lui né pensare di poterlo gestire. Possiamo modificare il nostro approccio, le nostre risposte ed i nostri comportamenti affinché ciò non accada.
Procedi lungo la tua strada, sii te stesso, con compassione verso gli altri.
Rendiamoci conto che la rabbia in generale e la rabbia stradale in particolare sono qualcosa di ridicolo che non dovrebbe essere alimentato e sta a noi evitare che ciò accada. Concludendo, diciamo che la rabbia stradale può essere innescata da fattori ambientali esterni ma è legata a caratteristiche psicologiche interne. E’ legata spesso ad un’incapacità di regolare le emozioni. Evitare di veicolare le nostre emozioni rabbiose ed aggressive nella guida ci permette di affrontare meglio la quotidianità alla guida.
© 𝗗𝗼𝘁𝘁. 𝗣𝗮𝘀𝗾𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗦𝗮𝘃𝗶𝗮𝗻𝗼
𝗣𝘀𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗼 – 𝗣𝘀𝗶𝗰𝗼𝘁𝗲𝗿𝗮𝗽𝗲𝘂𝘁𝗮