Anche il narcisista, “se ben indirizzato”, può provare empatia
I narcisisti non sono molto interessati a cosa provino le altre persone.
I narcisisti credono solo in una cosa: se stessi.
Tutto il resto arriva dopo ed ha meno importanza.
Questa esclusiva considerazione ed esaltazione della propria persona viene continuamente studiata e se ne scoprono sempre nuove sfaccettature.
Uno degli ultimi studi è stato condotto dalla Dott.ssa Erica G. Happer, con l’intento di verificare se anche soggetti affetti da narcisismo potessero provare empatia per altre persone all’infuori di loro stesse.
L’esperimento (anno 2014) ha dato un’ulteriore definizione per i narcisisti:
“Soggetti pieni di sé, egocentrici e disinteressati agli effetti che loro stessi possano provocare alle altre persone”.
Nello studio condotto dalla Dott.ssa Happer si è però cercato di dimostrare il contrario, riuscendoci.
Anche il narcisista, “se ben indirizzato”, può provare empatia.
LO STUDIO: empatia narcisista
I partecipanti allo studio vennero suddivisi in due gruppi, in base al grado di narcisismo.
Gruppo 1 = Basso narcisismo.
Gruppo 2 = Alto narcisismo
E’ bene precisare che i soggetti del Gruppo 2 non erano però affetti da Disturbo Narcisistico di Personalità. Erano pazienti sani ed erano spesso persone di successo. Soggetti invece con dichiarato Disturbo Narcisistico di Personalità hanno una marcata compromissione delle normali attività quotidiane della vita, quindi non potrebbero essere persone di “successo” come descritto dallo studio, per evidenti incompatibilità tra il proprio disturbo e la vita di comunità.
Ad entrambi i gruppi veniva fatto leggere un testo riguardante la “rottura di un rapporto coppia”.
A conferma della condizione di narcisismo (caratterizzante i soggetti dell’esperimento), non vi era un coinvolgimento emotivo. Non vi era la empatia per i sentimenti, né per la situazione esposta.
In un secondo momento però, ai partecipanti, veniva mostrato un video di 10 minuti di una donna (chiamata per l’occasione Susan) che raccontava cosa significasse per lei essere stata vittima di violenze domestiche.
Le istruzioni, durante la visione del filmato, erano quelle di prestare attenzione a come Susan si sentisse. I soggetti venivano invitati a prendere le parti della donna, a immedesimarsi nella situazione e a immaginare mentalmente come potesse svolgersi la scena a casa loro, con la visualizzazione di precisi dettagli ed istruzioni più che esaustive.
Una volta date le direttive al Gruppo 2, i risultati affermavano una decisa partecipazione a quanto vissuto da Susan, da parte dei soggetti sperimentali.
Il Gruppo 1 invece, caratterizzato da un basso grado di narcisismo, non necessitava di indicazioni. Ciò rendeva vano l’aiuto esterno. (Fornito, come detto, dalle indicazioni e dalle direttive degli sperimentatori).
CONCLUSIONI
La conclusione dell’esperimento portava a confermare che anche soggetti narcisisti (seppur però non affetti da Disturbo Narcisistico di Personalità), potevano immedesimarsi nella situazione presentata e provare empatia verso la condizione vissuta da Susan.
Il tutto però soltanto dopo aver ricevuto indicazioni dettagliate sulla stato della donna e sulla situazione raccontata.
La buona notizia è che anche persone con un alto grado di narcisismo (non patologico, lo ripetiamo), possano entrare in comunicazione con i sentimenti e con le situazioni vissute dalle persone attorno a loro e quindi provare empatia.
Questo però a fronte di un impegno, da parte di una terza figura, che possa aiutarli nella comprensione di cosa stia accadendo e che possa indirizzarli alla corretta comprensione emotiva di cosa abbiano davanti.
Non ci resta che provare.
Bibliografia dell’articolo:
– http://www.spring.org.uk/2014/05/how-to-get-a-narcissist-to-feel-empathy.php