Il traditore cronico e l’amante patologica
Spesso in molti articoli si è discusso delle caratteristiche psicologiche e comportamentali del “traditore cronico”. Un individuo, tipicamente di sesso maschile che non ama aderire al concetto sociale di fedeltà coniugale, un uomo che nonostante incontra l’amore, sente l’impulso irrefrenabile di tradire il proprio partner, ricercando e portando avanti relazioni clandestine, le quali soddisfano il suo bisogno di trasgressione, l’aspetto narcisistico di sè, allontanandolo psicologicamente dalle responsabilità e dagli impegni di una relazione matura. Parliamo in poche parole del traditore patologico, generalmente una persona intraprendente, un seduttore-manipolatore, che non prova nessun tipo di rimorso quando tradisce il suo partner, anzi dal suo punto di vista, il tradimento è un elemento terapeutico per il suo stare in coppia, che giova paradossalmente alla relazione stessa.
Un uomo che ama le donne e riesce a farsi amare, anche se la sua disponibilità è basata solo su incontri al limite della latitanza.
Un abile seduttore, che mischia passione a maledizione, portando molto spesso le sue “vittime” a una falsa illusione, tenendole a disposizione per le sue serate di fuga trasgressiva. Il traditore cronico è facile incontrarlo, spesso è proprio il compagno attento e premuroso, proprio quello che avete accanto. Tale comportamento è un fenomeno comune, ciò che è più raro è “l’amante patologica”.
L’amante patologica è una donna single che ha la predisposizione a sedurre uomini impegnati in altre relazioni affettive, persone fidanzate o sposate, dove l’impedimento diventa l’oggetto che motiva e attrae. L’amante patologica in comune con il traditore cronico, condividono la paura implicita delle relazioni impegnative e mature, nelle quali è richiesto anche l’impegno e la condivisione di situazioni negative. In queste relazioni l’amate patologica si sente soffocata, quindi preferisce intraprendere relazioni basate solo su incontri non obbligati, che non hanno grandi aspettative in termini d’impegno e responsabilità, ma solo la condivisione di una carnalità fisica. Se pur rare, queste donne attraggono fortemente l’uomo, in quando trasmettono una passione enigmatica che mescola amore con perdizione. Il loro comportamento e il loro pensiero sono di tipo egosintonico, si sentono anticonformiste e in linea con il loro pensiero di correttezza, tipicamente hanno un’idea dell’amore concettualizzato in termini negativi (proiettando inconsciamente ciò che fanno), sono fredde riguardo ai sentimenti, ma molto calde nella relazione sessuale.
L’amante patologica non va confusa con la Ninfomania, dove a causa di una forte accentuazione di natura psicologica e una forte esaltazione degli impulsi sessuali, induce la donna alla ricerca assidua di nuovi compagni sessuali. L’amante patologica non crea rapporti promiscui ma sceglie attentamente l’uomo impegnato, con il quale creare un rapporto duraturo clandestino. L’uomo impegnato è la situazione che più l’attrae, dove la relazione è al limite dal bisogno di amare e la paura/rifiuto per l’amore stesso. Un amore clandestino non cerca di soffocarla in una relazione seria, anzi il “non aversi” motiva il desiderio di unirsi, risvegliando sensazioni profonde. L’amante patologica ama situazioni ambigue, enigmatiche, che non si basano su dinamiche scontate, è attratta dal proibito, da ciò che non può avere, (appunto l’uomo di un’altra donna). Non considera il suo comportamento come errato o immorale in quanto lei è libera e proietta tutta le responsabilità sul marito o sul fidanzato traditore che collude con lei.
Senza entrare in merito al giudizio di chi è la colpa (tra marito che tradisce o la donna che seduce il marito di un’altra) ciò che è certo, è che queste donne sono “tossiche”, dannose, perché il loro intento non ha finalità positive e non è mirato alla realizzazione di un amore sano. La realizzazione di un amore sano porterebbe nella maggior parte dei casi al fallimento della relazione stessa, perché le dinamiche che sono alla base della sua genesi (clandestinità, il non potersi avere, ecc.) verrebbero meno, causandola sua distruzione. Eliminate le dinamiche clandestine di un amore impossibile, l’amante patologica non si sente più “innamorata” vivendo con frustrazione la relazione sana.
“Un amore che nasce perché impossibile e muore perché diventa possibile”
L’amante patologica può apparire cattiva agli occhi esterni, l’assenza empatica e la freddezza sentimentale, la spingono verso una categorizzazione negativa, può trasmettere la presenza di una personalità forte, conseguente alla sua predisposizione a non mostrare le sue debolezza e al suo essere egosintonica. Queste donne hanno una scarsa capacità di amare in modo sano, sono vittime di loro stesse per questa incapacità (anche se non lo sanno) e spesso diventano motivo di separazione o fallimenti famigliari.
Tempo fa venne in studio un uomo di 44 anni, depresso e con problemi legati all’alcolismo, ci raccontò (maledendo quel giorno) che aveva creato una relazione clandestina con una collega, cedendo alla sua seduzione, portando avanti una relazione extraconiugale per 5 anni. Con un evidente sarcasmo ci comunicò che per quella donna aveva lasciato la moglie, sconvolto una famiglia, tradito l’amore vero, con il risultato finale che l’amante ormai divenuta compagna di vita, follemente innamorata e imperterrita a realizzare l’amore (durante la relazione clandestina), un bel giorno lo lasciò, affermando di non essere più innamorata. “Un amore che si genera perché limitato nella sua realizzazione e muore dalla sua realizzazione”.
In quest’articolo abbiamo velocemente discusso di alcuni profili psicologico-comportamentali, prendendo in esame il traditore cronico e l’amante patologica (il termine usato “amante patologica” non intende dichiarare un disturbo mentale). Il nostro intento non è quello di dare una descrizione nosografica esaustiva, in quando le dinamiche e i lati da analizzare sono molto complessi, multifattoriali e la generalizzazione è spesso errata. Per finire, il traditore cronico può essere smascherato con un po’ di attenta osservazione (prima o poi farà un errore), l’amate patologica non trasmette mai le sue intenzioni, (spesso non è a conoscenza del suo modo psicologico di funzionare) si smaschera solo quando il danno è fatto, come nel caso del paziente citato. Basate sempre le vostre relazioni sulla scissione di ciò che è sano da ciò che e disfunzionale, distanziandovi emotivamente quando è necessario.
Per consulenze individuali è possibile contattare lo Psicologo – Dott. Giorgio Spennato
Centro di Consulenza e Formazione in Psicologia Clinica
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