In tutte le attività della vita mettiamo un po’ di emozioni e un po’ di ragionamento. Cuore e cervello sono un binomio imprescindibile persino in quelle attività che ingenuamente reputiamo siano controllate solo da uno dei due.
Nell’amore, anche quando siamo travolti dalle emozioni, manteniamo sempre qual tanto di razionalità che ci aiuta a capire cosa sta succedendo. Ed è vero anche il contrario. Penso alla cosa più ragionata che esiste: la matematica. Sono sicuro che tutti a scuola avranno provato gioia o dispiacere nei confronti di un’equazione riuscita o verso una che alla fine non si semplificava.
Nella comunicazione le parole contano meno quanto credi
Lo psicologo Albert Mehrabian, esperto di comunicazione non verbale sostiene che in qualsiasi processo comunicativo, solo il 7% del significato totale viene dato dalle parole, mentre il resto dipende dal tono della voce e dal linguaggio non verbale.
Ovviamente non è fondamentale ridurre questo concetto a un valore percentuale, quello che conta è comprendere che il modo in cui diciamo le cose è esso stesso veicolo di significato e agisce attivamente sulla comunicazione.
È importante ricordare ciò, perché spesso siamo così focalizzati sulla scelta delle parole giuste per rispondere al nostro interlocutore, da non accorgerci che lo stiamo aggredendo con il linguaggio non verbale.
La rabbia ci rende cattivi comunicatori
Quando parliamo con qualcuno ci creiamo delle aspettative riguardo alla reazione che le nostre parole scateneranno in lui. Seppure in modo inconsapevole pensiamo che se diremo una tal cosa, otterremo una tal risposta. Come con la matematica. Poi capita che la risposta che ci arriva delude le nostre aspettative e lo scarto tra quello che credevamo avrebbe detto e quello che invece dice ci fa star male.
La frustrazione per le aspettative deluse ci agita e l’agitazione modifica in modo automatico il nostro comportamento non verbale. Alziamo il tono di voce, ci avviciniamo all’interlocutore e gesticoliamo di più. Questo atteggiamento non è privo di conseguenze perché spesso scatena una reazione simile nella persona con cui stiamo parlando.
A questo punto il messaggio è quasi esclusivamente non verbale.
La migliore alternativa alla rabbia è una risposta razionale
Pensa a una recente discussione finita male, magari con il tuo partner quella volta quando le sue risposte ti hanno fatto imbestialire. Se riesci a riconoscere questa dinamica nella tua vita puoi fare qualcosa per migliorare la comunicazione.
Quando percepisci la frustrazione di non riuscire a far capire all’altro cosa vuoi comunicare hai due alternative.
#1 L’altro non vuole comunicare.
Può essere che l’altra persona non intenda comunicare con te, forse desidera solo lo scontro. In questo caso puoi decidere di stoppare quella battaglia. Decidi che non è quello il momento il per discuterne e prometti che lo farete più tardi, quando gli animi si saranno un po’ calmati.
#2 L’altro vuole comunicare ma non vi capite.
Troppo spesso le nostre aspettative durante un dialogo vengono disattese perché diamo per scontate cose che non lo sono. Quando senti la frustrazione per non aver ricevuto la risposta che ti aspettavi, chiediti cosa hai lasciato sottinteso e cerca di esplicitarlo. In questo modo crei un terreno comune in cui tutte e due siete a conoscenza delle stesse cose e potete costruire un dialogo partendo dalla stessa base.
Se la rabbia prende il timone della discussione, il contenuto preciso del dialogo si perde e resta solo il disagio emotivo. L’unico modo per contrastare la rabbia è ricorrere alla logica e cercare di trovare parole sempre più precise per comunicare all’altro quello che desideri.
La comunicazione è come un dono, non conta solo quello che c’è dentro, anche il pacchetto la dice lunga sulle intenzioni del regalo.
COME INTERROMPERE IL PENSIERO ECCESSIVO?