L’amore è pur essendo il principale tema di poesie, canzoni, opere, libri e film non si conosce né si riesce a decifrare in maniera completa.
E’ voler essere migliore per l’altro, poiché si sente di voler dare al partner la versione migliore di se stessi, e non per una ragione puramente narcisistica, per apparire meglio di ciò che si è, ma perchè si percepisce la persona amata talmente insostituibile da volersi spingere oltre i propri confini; come fece Ulisse superando il “Non plus ultra” nello stretto di Gibilterra.
Anche nel caso di Ulisse si tratta di amore, amore per il sapere e l’avventura, che dunque lo spinsero (secondo Dante, nel XXVI° canto della Divina Commedia) a superare le barriere imposte da Dio.
Il desiderio assoluto dell’altra persona rende l’essere umano tiranno e schiavo delle proprie reazioni emotive, dei propri impulsi, così da modificare costantemente la propria auto-percezione. Ci si sperimenta come intrepidi, audaci, e vulnerabili al medesimo tempo.
E’ proprio in tale circostanza, dunque, che l’innamorato compie una scelta; sprofondare in questo sentimento dicotomico che spaventa ed attrae, nel quale si avverte l’impulso ad immergersi e ad allontanarsi.
Conclusivamente, gli innamorati riescono a comunicare fluidamente all’altro tutto il proprio vissuto, gli episodi traumatici, e le turbe createsi nell’infanzia che si diramano nella psiche.
Tale percorso è possibile perché cessa la paura del passato.
E’ possibile assolvere il proprio passato a vicenda, non guardarsi più indietro, né tentare di proteggersi.