Vergognarsi del proprio corpo è diventato normale. Vanessa Incontrada si è fatta fotografare nuda per dire “basta” al body shaming
Il body shaming è una forma di bullismo che consiste nella denigrazione del corpo della vittima. Questo accende nella vittima uno stato d’ansia legato al timore di mostrare le imperfezioni del proprio corpo, oggettive (come può essere una cicatrice) o presunte (per esempio i chili di troppo che non sono chili di troppo).
Le persone che insultano gli altri per il loro aspetto fisico vogliono distruggere l’autostima della vittima. Le motivazioni dietro un comportamento di questo tipo sono quattro
#1 Invidia
Spesso le vittime di body shaming sono molto belle. Vengono attaccate perché non danno al bullo le attenzioni che desidera. Per esempio la bella della scuola che non bada dei ragazzi che poi la deridono in branco. Il meccanismo è identico anche su internet, dove persone popolari vengono attaccate da chi invidia quella popolarità.
#2 Considerare la bellezza un valore
“L’intelligenza è l’ultimo rifugio dei brutti”. Questa battuta per alcune persone non è una battuta. C’è chi crede che la bellezza sia un valore fondamentale e quando deve attaccare lo fa quindi contro l’aspetto fisico. Sono persone immature, incapaci di cogliere le sfumature più complesse della personalità di uomini e donne, e per questo si fermano ai dettagli più superficiali.
#3 Mancanza di empatia
Non riuscire a mettersi nei panni dell’altro è la condizione necessaria per poterlo ferire in modo volontario.
#4 Vergognarsi a loro volta del proprio corpo
Attaccare qualcuno sull’aspetto fisico è un modo per reagire all’insoddisfazione che si prova per il proprio corpo. Ogni essere umano ama alcuni aspetti del proprio corpo e ne vorrebbe modificare altri. Il bullo attacca con la vita su quei dettagli che considera perfetti in lui, in questo modo abbassa la tensione che prova con se stesso per i dettagli che vorrebbe modificare. Per esempio, se il bullo pensa di avere degli occhi stupendi, ma soffre per la forma del suo naso, accuserà la vittima di avere brutti occhi. Alzare così l’importanza del dettaglio occhi, abbassa quella del dettaglio naso.
Cosa succede a chi è vittima di Body Shaming
La vittima di body shaming prova ansia legata all’elaborazione delle informazioni che riceve. Anche chi è sicuro del proprio corpo, di fronte alle critiche vacilla, si interroga e comincia a chiedersi cosa vedono gli altri da fuori.
Nei casi più gravi il pensiero può sfociare in comportamenti disfunzionali come disordini alimentari, ritiro sociale, e nei casi estremi può rappresentare un trauma con conseguenze a lungo termine.
Vanessa Incontrada contro il body shaming
Vanessa Incontrada sulla copertina di Vanity Fair sfoggia un corpo assolutamente normale per una donna di quarantanni. Il fatto che faccia tanto scalpore è il sintomo di una società abituata male.
La normalità è la cosa più probabile. Il freddo in inverno è normale. Il caldo invece è atipico e rappresenta qualcosa di straordinario, cioè non normale. Il fatto che Vanessa Incontrada sulla copertina di della rivista sembri non normale, pur essendolo nei fatti, ci obbliga a fare una riflessione.
Potremmo pensare che i media forniscano dei modelli non normali spacciandoli per normali ingannando così la nostra percezione della bellezza. Il fatto è che i media non contano più niente, oggi i trend sono dettati da internet. Sono i social che costruiscono la nostra visione del mondo: tv, radio e giornali non fanno altro che adeguarsi.
Sui social, dove ognuno può mostrarsi, un corpo come quello che sfoggia con orgoglio la Incontrada è raro. Questo significa che le persone normali si nascondono, non si mostrano, e così spariscono dalla percezione collettiva.
Il mondo che percepiamo attraverso i social è un mondo in cui le persone normali non partecipano più.
Sparita la normalità resta un mondo fatto di stereotipi di estremi. Persone bellissime e bruttissime, intelligentissime e stupidissime, ricchissime e poverissime, buonissime e cattivissime. Se questi diventano i modelli siamo spacciati.
Quindi, grazie a Vanessa che ci ha ridato un po’ di normalità.