La pazienza non è né paura, né vigliaccheria, né disinteresse, né altre posizione passive di una persona verso qualcuno o qualcosa.
Succede che venga confusa con alcuni di questi attenggiamenti, perché siamo abituati a vedere persone che si accalorano fino all’ira, quando qualcosa non va nella direzione che si aspettano.
Reagire con forza assecondando l’esondazione emotiva è un atteggiamento molto infantile. Lo fa chi non ha imparato la virtù della pazienza e non ha capito che avanzare con prudenza, soprattutto in condizioni avverse, evita un dolore inutile.
La rabbia esplode, la pazienza disinnesca
Il fremito nervoso che percorre il tuo corpo dai piedi alla testa è una sensazione nota a tutti. In questo caso ci sono solo due possibilità. Una è lasciare che la frenesia esca dal tuo corpo ed esploda in faccia a qualcuno. L’altra è respirare profondamente e aspettare che l’organismo riassorba tutta quell’energia in eccesso.
Scegliere la prima opzione è molto pericoloso. Una volta aperta la porta dell’emozione non puoi sapere cosa combinerai. Nel migliore dei casi sembrerai un po’ matto, incapace di regolarti o troppo impulsivo. Nei casi peggiori potresti spezzare dei legami importanti per il tuo lavoro, o peggio, per il cuore. Le parole sfuggite all’iracondo sono dardi infuocati che trafiggono il cuore della vittima a cui sono destinate.
Scegliere la seconda opzione è difficile. Bisogna essere abbastanza maturi da aver assimilito una lezione preziosa: nella vita non si può fare sempre quello che ci va di fare.
Imparare la pazienza per proteggere se stessi e gli altri
Esplodere d’ira è tipico di quelle persone che potremmo definire “bambini onnipotenti”. Uomini e donne che non hanno paura delle conseguenze delle loro azioni, a volte per il ruolo che ricoprono, altre perché nel legame si sentono più forti della persona contro la quale urlano. Quando si arrabbiano feriscono gli altri, per questo dovrebbero imparare a gestire l’ira.
Non esplodere di rabbia non significa reprimere l’ira nel profondo. Per proteggere noi stessi dall’energie in eccesso dobbiamo imparare a convivere con le nostre emozioni senza bloccarle. L’ira repressa ci fa star male, il segreto è la pazienza.
Imparare ad ascoltare il nostro corpo non solo nelle sue reazioni fisiche. Comprendo il male al ginocchio, dovrò imparare a comprendere anche la paura, l’ansia, la rabbia, la felicità e tutte le altre emozioni.
Conoscere la rabbia per gestirla
La tollerenza alla frustrazione che accompagna la rabbia è in parte genetica. Questo vuole dire che i più fortunati la potranno gestire senza alcuno sforzo, mentre gli altri dovranno allenarsi.
L’antidoto contro la rabbia è la risposta razionale. Bisogno spezzettare la rabbia nelle sue singole componenti e dare un nome a tutto.
“Sono arrabbiato per il ritardo di mio figlio, sta violando il coprifuoco e non risponde al telefono”
Di questa situazione la cosa che mi provoca più rabbia è il fatto che non risponda. Se lo capisco e smetto di chiamare a ripetizione, la rabbia scende. Nel caso contrario sale. Ci vuole pazienza a sopportare che un figlio non risponda al telefono, ma è proprio questo il punto.
Una volta capito cosa scatena tutta quella energia negativa, cerca di attivare dell’energia positiva. Chiamare tuo figlio non serve a nulla, potresti piuttosto ripensare a quando eri giovane e per stare più a lungo con la tua fidanzatina dell’epoca, rubavi del tempo al coprifuoco imposto dai tuoi genitori.
Imparare la pazienza, migliora di molto la qualità della vita.