“Cosa rende le persone aride?”. In questo articolo rispondo alla domanda che avete posto nel gruppo Psiche e benessere.
Quando si dice “persona arida” si intende chi ha perso la capacità di emozionarsi ed è prigioniera di automatismi senza vita. Il termine tecnico per descrivere questa condizione è anedonia.
Chi perde la capacità di provare piacere potrebbe anche non rendersene conto. Nella maggioranza dei casi, è un processo graduale che sfugge alla consapevolezza.
Uno dei sintomi più invalidanti riguarda gli aspetti relazionali. Chi vive con una persona afflitta da questa condizione soffre la sua mancanza di entusiasmo, di volontà, di reazione e di emozioni. Vivere accando a una persona “arida” è un’esperienza straziante e richiede grande consapevolezza di sé, per non farsi soppraffarre da quegli atteggiamenti cinici e disfattisti.
Sul versante esperienziale esistono 5 fattori che possono scatenare questo deficit.
#1 Le delusioni
Le emozioni sono la moneta di scambio della nostra anima. Quando investiamo molte emozioni in qualcosa o qualcuno, la nostra anima si augura di ottenere una ricompensa da questo investimento. Quando è così, esplode la felicità e ci carichiamo di nuove emozioni da spendere per realizzare il nostro prossimo sogno.
Quando le nostre aspettative vengono tradite, perdiamo tutte le emozioni in gioco e per un po’ ci sentiamo svuotati, privi di forze e di energie. Pensate allo stupore brutale di venire traditi dalla persona che amate.
Siamo tutti talmente forti da superare tantissime delusioni. Ma se non vinciamo mai, se le nostre emozioni vanno sempre sprecate, arriva prima o poi il momento in cui smettiamo di averne.
#2 Il dolore
Le emozioni negative sono preziose quanto quelle positive. Io credo anche che siano altrettanto belle. Fanno parte del nostro essere uomini e donne e se sappiamo comprenderle ci consentono di maturare.
Un difetto oggettivo però ce l’hanno: sono faticose.
Possiamo sopportare il dolore e imparare da esso. Non possiamo però vivere costantemente nel dolore. Lo sforzo è troppo grande e se succede l’unica cosa che possiamo fare è spegnere l’interruttore delle emozioni, smettendo di provare così, sia quelle negative sia quelle positive.
#3 I genitori
Le emozioni sono innate. Ci sono momenti in cui non possiamo proprio impedire al nostro cuore di sussultare. Possiamo però fare in modo che nessuno se ne accorga.
Nascondere le proprie emozioni è qualcosa che si può imparare, ma soprattutto è qualcosa che si può insegnare. In certe famiglie il pudore verso le emozioni è talmente grande che i genitori insegnano ai figli fin da piccoli come reprimerle. Avviene più spesso con i maschi.
Purtroppo questa pedagogia dell’aridità funziona molto bene. È difficile attivare il cambiamento in una persona che i genitori hanno avuto tanti anni per rovinare.
#4 La mancanza di umiltà
Mostrare agli altri un’emozione autentica è come fare una passeggiata in centro con il primo straccio che usci per stare in casa.
L’onestà di un’emozione autentica è totale. Anche se esprimi la gioia, ti metti a nudo. Figuriamoci quando devi esprimere il dolore.
Lasciare che gli altri vedano così tanto di quello che sei, richiede umiltà. Raccontare quello che sei senza maschere lo può fare solo chi non ha bisogno di mentire. Per esempio, chi si è impegnato per un obiettivo, non avrà nessun problema a gioire quando lo raggiungerà. Chi invece ha solo fatto finta, lasciando che fossero gli altri a fare il lavoro, forse fingerà gioia, o forse reprimerà le sue emozioni, perché sono finte.
#5 La mancanza di interessi
Le emozioni sono risposte a qualcosa di fisico, ma anche a qualcosa di cerebrale. Un cervello senza nutrimento perde la capacità di emozionarsi.
Il nutrimento per il cervello sono i libri, i film, la musica. Quando ero adolescente tra innamorati ci si regalava cd masterizzati con dentro le canzoni che amavamo. In quello scambio onesto c’erano tantissime emozioni, più preziose di quelle che può contenere il più costoso dei gioielli.