Sognavo da sempre un momento di totale isolamento in cui ascoltare solo me stesso e mettere in fila i miei sogni, i miei desideri e tutto quello che ho già realizzato nella vita.
Quel momento è arrivato e lo sto buttando via.
Mi chiedevo cos’è che ci fa sprecare il tempo libero, tanto prezioso oggi, invece di investirlo in qualcosa che non deve per forza essere utile.
Ho capito che il problema è questo: il mio cervello è abituato a ragionare in termini di utile o inutile senza aver compreso il significato di queste due parole.
Cosa è utile e cosa non lo è.
Per le persone molto aride le cose utili sono quelle che generano un ritorno economico. Mi sembra però una definizione molto riduttiva.
Sul versante opposto c’è chi rifiuta il valore del denaro e probabilmente rifiuta anche la parola “utile”. Diciamo comunque che per queste persone le cose utili sono quelle che creano legami con il nostro sé o con le altre persone.
Esiste una terza categoria di persone che vede l’utilità, anche in questo caso dubito la chiamerebbero così, nelle emozioni. È utile tutto ciò che mi emoziona. Quindi le esperienze, non le cose in sé.
Niente di tutto questo è sufficiente.
È utile ciò che non è vuoto
Soldi
L’accumulo sterile di ricchezza economica non è utile. Data per assodata la soglia del puro sostentamento (ho di che vivere dignitosamente), la ricchezza aumenta il numero delle opzioni delle persone. Più soldi ho più cose posso fare o comprare. Ma se l’accumulare ricchezza diventa necessità fine a se stessa entro in una spirale di workhaolism (dipendenza da lavoro) e finisce che muoio di stress prima dei 70 anni ricco come Mazzarò nella novella del Verga.
La ricchezza è utile quando genera qualità alla mia vita.
Introspezione e affetti
Guardarsi dentro può essere un’esperienza molto stupida. Molte forme di meditazione che sfoggiano claim altisonanti dove promettono di farti entrare in contatto con i tuo vero io, si rivelano poco più di una sessione di rilassamento. Utilissima per combattere lo stress, inutile per conoscersi meglio.
La stessa cosa si può dire del rapporto con gli altri. Non raccontiamoci la fandonia che siamo tutti uguali. La verità è crudele, ci sono persone che vale la pena frequentare e altre che invece è meglio evitare. Entrare in connessione con qualcuno che è meglio evitare non solo non è utile, è dannoso.
Introspezione e affetti hanno senso quando generano qualità alla mia vita.
Emozioni ed esperienze
Quanto dura un’emozione? A volte tanto e altre volte poco. In certi casi è autentica e ottenuta vivendo, altre volte è fruita precotta da un film o da un libro. Ci sono emozioni che durano tutta la vita perché rinascono ogni volta che guardi la donna o l’uomo che ami. Altre che si spengono quando spegni la tv. Ma lunghe o brevi che siano, non tutte le emozioni sono utili. Lo stesso discorso vale per le esperienze.
Emozioni ed esperienze sono vantaggiose quando generano qualità alla mia vita.
Ozio e pigrizia.
Il periodo di quiete e riposo concesso dall’opportunità di interrompere le abituali fatiche può dare qualità alla mia vita. Se lo fa, si chiama ozio. Se non lo fa, si chiama pigrizia.
L’ozio è un processo attivo di ricerca interiore ed esteriore di senso.
La pigrizia è distrazione.
Mentre ozio la mia mente costruisce universi che poi diventano idee e forse un domani progetti. Si può oziare in molti modi. Guardando un film, parlando al telefono con qualcuno, leggendo un libro, guardando il soffitto lasciando le sinapsi libere di generare connessioni inedite svincolate da qualsiasi necessità di problem solving. Nel momento in cui succede tutto questo però io ci sono. Il risultato di questo esserci è che alla fine dell’ozio sono pieno di energie e di voglia di fare. Ho stimolato il mio cervello creativo e devo (imperativo mentale) generare qualcosa.
Quando ero più piccolo ero bravissimo a oziare. Mi bastava guardare un film per essere attanagliato dalla voglia di andare da qualche parte a fare qualcosa. Non sapevo ovviamente né dove né cosa. Ma non riuscivo a stare fermo. Dovevo fare.
Poi con gli anni la pigrizia ha preso il sopravvento.
La pigrizia è niente e non si ferma mai. Per questo si dilata fino a occupare tutto il tempo libero a disposizione. Essere pigri significa non esserci. Significa che alla fine del film è già tanto se ti ricordi la trama.
L’ozio è utile, la pigrizia è vuota.
La pigrizia si dilata per occupare tutto il tempo libero
Alla pigrizia non basta occupare tutto il tuo tempo libero. Contamina e divora anche il tuo lavoro, le tue relazioni e le tue esperienze. Non risparmia niente perché è l’antitesi dell’esistenza. Il vuoto risucchia tutto. Chi è così sfortunato da aver sperimentato la depressione lo sa bene.
Per questo, se c’è un consiglio da dare a tutti noi durante questa quarantena, è quello di non dimenticare di oziare.