LA DONNA DELLA SVOLTA. ECCO PERCHE’ QUESTE ELEZIONI DELL’ORDINE POSSONO CAMBIARE LA PSICOLOGIA ITALIANA

Intervista a Laura Dal Corso che potrebbe diventare il primo Presidente donna dell’Ordine degli Psicologi del Veneto

In questi giorni oltre centomila psicologi italiani stanno votando per rinnovare i vertici dei propri ordini regionali. Ogni iscritto all’albo ha a disposizione diverse preferenze da dare ai candidati consiglieri che una volta eletti sceglieranno al loro interno un presidente. I presidenti regionali comporranno poi il consiglio nazionale e voteranno tra di loro il futuro presidente degli psicologi italiani.

Le elezioni ordinistiche vengono spesso viste con distacco, ma si tratta invece di un momento importante con ricadute sia per i professionisti che per la popolazione.

Negli ultimi anni abbiamo spesso preso ad esempio l’Ordine degli Psicologi del Veneto guidato dal giovanissimo presidente Alessandro De Carlo. Questo ordine è diventato un modello in Italia per il carattere innovativo delle proposte e per la grandissima capacità di comunicare in maniera efficace la psicologia. Non è un caso che, pur non essendo il più grande per numero di iscritti, l’Ordine degli Psicologi del Veneto sia il meglio posizionato tanto sui social network quanto nei mass media tradizionali come giornali e televisione.

De Carlo è riuscito a creare un gruppo civico e indipendente chiamato Psicologi per il Veneto che cinque anni fa ha sbaragliato la concorrenza dei partiti di politica professionale nazionali, sulla carta più strutturati anche in termini di risorse e agguerriti. Oggi il giovane presidente non è più ricandidabile ma il suo gruppo ha fatto un’altra proposta per queste elezioni che potrebbe rivelarsi una novità assoluta. Psicologi per il Veneto infatti ha già annunciato che in caso di vittoria il prossimo Presidente degli Psicologi del Veneto sarà Laura Dal Corso, attuale Presidente del Corso di Studio in Scienze Psicologiche, Sociali e del Lavoro e già consigliere dell’Ordine nel mandato appena terminato.

Persona molto determinata ma allo stesso tempo capace di mediare e ascoltare, Dal Corso potrebbe essere la prima Presidente donna dell’Ordine degli Psciologi del Veneto, regione che con ogni probabilità avrà un peso nella scelta del prossimo Presidente degli Psicologi italiani.

Abbiamo scelto di intervistarla cercando di capire perché queste elezioni potrebbero dare una svolta alla psicologia italiana.

 

Laura Dal Corso, lei è l’unica donna che i diversi gruppi hanno indicato come possibile Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto. Che effetto le fa?

Sono molto felice che abbiano riposto in me la loro fiducia, lo sono come donna e come professionista. Credo che sia fondamentale fare una riflessione sulle pari opportunità e sulla conciliazione tra lavoro e vita privata, in particolare per una categoria come quella degli psicologi composta a maggioranza da liberi professionisti o colleghi con contratti precari. Da una parte non possiamo negare che spesso per le donne le scelte e i percorsi siano più difficili, dall’altra però chiediamo di essere valutate per i nostri meriti e voglio che i colleghi votino i propri rappresentanti valutandone competenze e proposte. Sarebbe per me un onore essere la prima Presidente donna dell’Ordine degli Psicologi del Veneto.

Quale valore aggiunto può essere un Presidente che viene dal mondo dell’Università?

Sicuramente Università e mondo del lavoro, comprese le attività cliniche, devono essere avvicinati. È questo un obiettivo che ho sempre cercato di perseguire, perché sono davvero convinta che avvicinare questi mondi aiuti sia chi sta facendo il proprio percorso di studi, sia gli psicologi già formati e inseriti nel mondo del lavoro. I cambiamenti con cui gli psicologi hanno a che fare sono velocissimi e i professionisti sono i primi ad accorgersene nella loro attività quotidiana. Professione e università devono alimentarsi a vicenda per rispondere in maniera efficiente alle sfide del nostro tempo.

Quali sono le prossime sfide secondo lei per la Psicologia nella sua Regione e in Italia?

In Veneto sicuramente una battaglia da fare è quella di stabilizzare i colleghi che a vario titolo lavorano nel servizio sanitario e nei servizi accreditati e convenzionati. Siamo la Regione che ha inventato i servizi socio-sanitari ma negli ultimi dieci anni questo modello è stato messo in discussione. Tornare a dare un ruolo centrale agli psicologi nei servizi pubblici o accreditati, dalla tutela minori alle dipendenze, dalla salute mentale all’accoglienza, è fondamentale non solo per i colleghi direttamente coinvolti, ma anche per rafforzare la consapevolezza del ruolo dello psicologo nelle istituzioni e nella popolazione. In generale le sfide che ci coinvolgono sono davvero tantissime sia in Veneto che in Italia. Dall’impatto legato alle nuove tecnologie all’urgenza di modificare i nostri stili di vita, dalla globalizzazione all’invecchiamento della popolazione. Senza dimenticare che per quanto alcuni passi avanti siano stati fatti, la salute psicologica purtroppo è ancora argomento tabù per una parte importante dei cittadini. Sul punto è necessario proseguire con la diffusione dell’informazione e agire con fermezza con azioni di tutela e contrasto all’abuso di professione.

Il Veneto è stata la prima Regione a dare dei risultati con lo Psicologo di Base, secondo lei ci può essere un futuro per questa figura?

Deve esserci. Il percorso è ancora lungo e non dobbiamo nasconderci che siamo in una fase di forte ridefinizione delle cure primarie anche per quello che riguarda la medicina di base, ma se un modello è vincente non deve essere abbandonato e la psicologia di base ha dimostrato in maniera chiara una riduzione di visite e prescrizione di farmaci non necessarie. In Veneto abbiamo avuto moltissime esperienze e l’Ordine degli Psicologi le ha promosse e supportate nei vari anni. Alcune sono nate grazie ai sindaci, altre per volere diretto della Regione che ha coinvolto psicologi strutturati. Quest’anno per la prima volta un’azienda sanitaria ha fatto un bando per due psicologi di base aperto a liberi professionisti, con gli psicologi che sono andati ad aggiungersi a quelli già in organico nei servizi. È un grande passo avanti, perché un progetto per diventare realtà ha bisogno che il decisore politico investa risorse.

 

Che ruolo può avere un Ordine professionale nello sviluppare opportunità di lavoro per i propri iscritti?

Sicuramente avere una rappresentanza autorevole nei confronti di istituzioni e opinione pubblica aiuta a rafforzare l’idea che i nostri interlocutori hanno di noi, quello che facciamo, i risultati che siamo in grado di portare nei contesti in cui lavoriamo. Nel 2017 l’Ordine degli Psicologi del Veneto ha commissionato un sondaggio per capire la percezione della figura dello psicologo nella popolazione e capire quali siano i bisogni psicologici emergenti. Credo che una simile rilevazione andrebbe fatta ogni anno per valutare in maniera scientifica come orientare il nostro lavoro, considerando l’interesse che abbiamo sviluppato anche negli interlocutori istituzionali. È emerso ad esempio che scuole e ospedali sono i luoghi in cui la popolazione ritiene più utile la nostra presenza e che allo stesso tempo sono in crescita le persone che si rivolgono allo psicologo non per problematiche specifiche ma per migliorare la propria condizione di vita.

Vuole fare un appello ai suoi colleghi? Perché dovrebbero votare lei?

Ne approfitto per ricordare il meccanismo elettorale e il suo significato. Sulla scheda il giorno delle elezioni possiamo esprimere nove preferenze e questa possibilità è fondamentale per avere un consiglio che lavora compatto. Chi desidera dare fiducia a me, se vuole farlo con una progettualità, oltre al mio nome deve votare anche i colleghi Gina Barbano, Alessandro Bargnani, Marisa Galbussera, Lisa Gamba, Giulio Mazzocco, Oscar Miotti, Pierino Muraro, Diego Ruzza. Per l’albo B suggerisco Melania Curci. Siamo persone che hanno avuto anche provenienze diverse dalle scorse elezioni ma che in consiglio hanno azzerato i concetti di maggioranza e minoranza. In pratica tutti i consiglieri che possono si ripresentano assieme e questo dimostra che a volte si può lavorare senza pregiudizi per il bene della professione. L’unità è fondamentale.

 

 

Come votare

Le votazioni si svolgeranno dal giorno di sabato 30 novembre 2019, dalle ore 09.00 alle ore 22.00, domenica 1 dicembre 2019, dalle ore 09.00 alle ore 22.00, lunedì 2 dicembre 2019, dalle ore 08.00 alle ore 20.00, presso la sede dell’Ordine in via Daniele Manin 4 a Venezia-Mestre.