Ci sono casi in cui il pensiero smette di essere funzionale a un obiettivo e diventa faticoso. La psicologia ci aiuta a educarlo per non pensare troppo e non pensare male
Henry Ford diceva: “Pensare è il lavoro più pesante che ci sia”.
Sarà capitato anche a te almeno una volta nella vita di trovarti a essere schiavo dei tuoi pensieri.
E’ un problema in effetti che affligge molti di noi in alcune fasi della vita e in alcuni momenti in cui siamo particolarmente sotto pressione, sotto stress. Il pensiero è il frutto dell’evoluzione umana e ci consente di risolvere i problemi ma gli studiosi hanno dimostrato ampiamente che non sempre pensare ad un problema porta ad un’adeguata soluzione. La ricercatrice Susan Nolen Hoeksema, che ha studiato approfonditamente il fenomeno, ha compreso che portare troppo l’attenzione su determinate problematiche e comprendere nelle cause non necessariamente risolve i nostri problemi. Per non parlare poi dei disturbi ossessivi compulsivi e paranoici in cui un pensiero fisso si insinua nella testa ed è difficile toglierlo. In altre parole diventiamo un po’ come le mucche ruminanti che dopo aver mangiato rigurgitano di nuovo il cibo per digerirlo di nuovo masticandolo. La stessa cosa facciamo con i nostri pensieri e ci troviamo ingarbugliati all’interno di reti dalle quali è difficile uscirne.
Pensare troppo ci fa male per almeno 3 motivi
1 – Ci si stanca, siamo esausti depauperati e non ce la facciamo più.
2 – Mentre stiamo lì a pensare di fatto non agiamo non passiamo all’azione e il pensiero è come un boomerang che ci torna dritto in testa.
3 – Se pensiamo in maniera negativa è molto più facile che attiriamo nella nostra realtà ciò che di negativo pensiamo questo perché comunichiamo con il mondo esterno soprattutto attraverso il nostro corpo attraverso il linguaggio non verbale, il tono della voce, la prossemica. Se pensi in maniera negativa è molto più facile che ti capiteranno veramente gli episodi spiacevoli.
Giorgio Nardone nel suo bel libro “Cogito ergo soffro: quando pensare troppo fa male” ci spiega che pensare non è sempre la soluzione ma a volte la causa dei nostri problemi. Se ad esempio hai un problema sul lavoro e anziché cercare di risolverlo continui a rimuginarci sopra ti svegli nel cuore della notte, ne parli con chiunque ma senza agire, di fatto non fai altro che amplificarlo perché crei all’interno del tuo sistema psichico, nel tuo mondo interiore, un clima veramente spiacevole da abitare. La buona notizia è che possiamo uscire dalla ruminazione mentale!
4 potenti tecniche psicologiche che possono aiutarti 👇
1 – La tecnica del timbro
Sii consapevole. I tuoi pensieri oltre al loro contenuto hanno tutti quanti una sorta di etichetta che gli puoi dare.Pensiamo solitamente a qualcosa che riguarda o il passato o il futuro, la nostra mente non è in grado di stare precisamente nel presente utilizzando la modalità dei pensieri. Per stare nel presente devi utilizzare la modalità sensoriale. Quindi qualsiasi pensiero sorge puoi etichettarlo semplicemente come un qualcosa che riguarda il passato qualcosa che è già successo e di cui forse non è eccessivamente utile che ti preoccupi più. Oppure, se è una preoccupazione che riguarda il futuro anche in questo caso è inutile che ti continui a tormentare, forse è più utile che te lo segni e decidi quando occupartene. Siediti ad occhi chiusi ad osservare la tua mente e aspetta che i pensieri vengano fuori dalle loro tane e quando escono gli dai un bel timbro “passato” “futuro”. Così ti eserciti a non identificati nei tuoi pensieri ma a venirne fuori e a vederli in maniera più oggettiva.
2 – La gratitudine
E’ risaputo che la maggior parte dei pensieri che ci si ripresentano più spesso nella testa sono pensieri negativi, li dobbiamo sostituire con pensieri più positivi. Una tecnica potente è quella della gratitudine. Ogni giorno esercitati a mettere per iscritto tre motivi per cui tu ti senti grato oggi. Possono essere motivi anche semplici: “Oggi sono stato contento di andare al lavoro” “Oggi sono contento di prendere un caffè”.
3 – Esercitati nella meditazione
Bastano 10 minuti al giorno in cui tu ti fermi sospendi la tua azione e inizi semplicemente a respirare e a portare l’attenzione al qui ed ora. Non devi fare grandi sforzi è importante che tu sia costante.
4 – Il paradosso della mucca
Questo me lo sono inventato io! Sta a significare che possiamo diventare ruminanti ma solo per 10 minuti al giorno. Ti dà la possibilità di lasciarsi sommergere dai pensieri, all’interno però di uno spazio delimitato, mettendo una sveglia e dire: “Ok adesso mi faccio dieci minuti di paranoie”. Ti metti lì in una stanza col tuo timer e ti fai dieci minuti di ruminazione mentale. Diventa una mucca ma per dieci minuti! Quando suona la sveglia chiudi.
Dr. Roberto Ausilio – Psicologo Psicoterapeuta
www.robertoausilio.it
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