I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono patologie caratterizzate da un alterato rapporto con il cibo e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Rappresentano un problema molto diffuso in adolescenza, periodo in cui più facilmente insorgono, e colpiscono soprattutto la popolazione femminile. Le forme più note di disturbo alimentare sono l’Anoressia Nervosa e la Bulimia Nervosa. Tuttavia accanto a queste due forme, ne esistono molte altre meno conosciute. È il caso, per esempio, del Disturbo da alimentazione incontrollata (o Binge Eating Disorder). Ciò che contraddistingue e accomuna tutti i disturbi alimentari è che l’alterazione delle abitudini alimentari compromette significativamente la salute fisica e il funzionamento psicosociale della persona.
Che cos’è il Binge Eating Disorder?
Attualmente si tratta di uno dei Disturbi Alimentari più diffusi e, più di altre patologie della stessa famiglia, conduce al rischio di sovrappeso e obesità, con notevoli conseguenze fisiologiche: diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, etc. La caratteristica principale del disturbo è la presenza di abbuffate, simili a quelle che contraddistinguono la bulimia; in questo caso, tuttavia, esse non sono seguite da strategie compensatorie, cioè da comportamenti mirati all’espulsione del cibo (vomito autoindotto, abuso di lassativi) o da un’attività fisica eccessiva. Le quantità di cibo assunte sono decisamente superiori a quelle che potrebbe ingerire un individuo con la stessa età, sesso e costituzione nel medesimo tempo; inoltre i pasti vengono consumati perlopiù in solitudine, a causa dell’imbarazzo provato per l’enorme mole di cibo ingerita, o in un lasso di tempo molto ristretto. Un altro elemento fondamentale di chi soffre di questo disturbo è lo sperimentare una sorta di perdita di controllo durante le abbuffate: non solo la persona non riesce a fermarsi, ma spesso, in seguito all’episodio, non è in grado di riferire quanto o cosa ha mangiato. Questa dinamica scatena un forte senso di colpa e vergogna verso se stessi e gli altri, per non essere riusciti a controllare l’impulso di mangiare.
Aspetti psicologici del disturbo
Il Disturbo da alimentazione incontrollata condivide con gli altri disturbi della stessa famiglia alcune fondamentali condizioni psicologiche, in particolare bassa autostima, insoddisfazione per il corpo, predisposizione al perfezionismo, impulsività.
Non tutte le persone obese, contrariamente a quanto si crede, provano sofferenza per la loro condizione fisica. Tutte le persone con Disturbo da alimentazione incontrollata invece sperimentano grandi difficoltà psicologiche, soprattutto in relazione alla loro insoddisfazione e preoccupazione per il peso e la forma corporea.
Due comportamenti risultano particolarmente frequenti. Il primo è costituito dalla tendenza ad evitare tutto ciò che può attirare l’attenzione degli altri sul proprio aspetto fisico: alcune attività, come allenarsi, truccarsi, avere relazioni sessuali, oppure particolari situazioni, come andare in palestra o in spiaggia. Questo comportamento può estremizzarsi in una totale chiusura, costringendo la persona a rimanere sempre in casa. Il secondo è chiamato body checking: si tratta della tendenza a controllare continuamente il proprio corpo, pesandosi spesso, guardandosi allo specchio frequentemente per sorvegliare il difetto percepito, o eseguendo degli ossessivi rituali di cura del corpo.