Molto probabilmente anche a te è capitato di tornare a casa, dopo una stressante giornata di lavoro, e lanciarti voracemente su snack gustosi o su ciò che avevi in frigo, avventandoti su cibi su cui magari avevi cominciato a fantasticare già durante il tragitto. Oppure, di passare una serata solitaria – forse proprio quando desideravi una presenza al tuo fianco – e coccolarti con un pasto piuttosto calorico.
Cosa succede in quei momenti? Spesso ricerchiamo nel cibo delle gratificazioni che non riceviamo in altri ambiti: professionali, amicali, sentimentali. E’ un modo facile e immediato per provare piacere: avviene un rilascio di dopamina nello strato ventrale del nostro cervello – lo stesso meccanismo innescato con l’abuso di droga ¹. Riempiamo dei vuoti, compensiamo delle mancanze. E’ un modo per ricevere conforto dopo una lite col tuo capo, o quando non ti senti capito dal tuo partner come vorresti, o quando il partner proprio non ce l’hai ma desidereresti fortemente qualcuno che quando torni a casa ti chiede “com’è andata la giornata?”.
Questi sono alcuni dei motivi per cui, se vuoi dimagrire, nella maggior parte dei casi non ti basterà fare una dieta. Perché rischieresti di cominciare una corretta alimentazione per poi, alla prima frustrazione, ricadere nel solito loop. E più volte ti capita questo, più rischierai di consolidare un’immagine di te come fallimentare, incapace, privo di forza di volontà, finché potresti addirittura decidere di arrenderti e rinunciare. Perdere peso è possibile, ma bisogna fare un lavoro preliminare o contemporaneo: qui entrano in gioco la psicoterapia e l’ipnosi.
Un lavoro psicologico ti permette innanzitutto di lavorare su cos’è per te il cibo: è uno sfogo di tensione? E’ un conforto in una fase delicata della tua vita? Individuato questo e lavorandoci, puoi costruire nuove soluzioni che siano adatte a te. Alcuni semplicissimi suggerimenti per la tua quotidianità: per gestire l’ansia e lo stress potresti provare con la corsa, la danza, lo yoga; per sfogare delle tensioni potresti sperimentare gli effetti liberatori dell’arte e della creatività, ad esempio dipingendo. In generale, può esserti d’aiuto trovare nuove fonti di gratificazioni, anche cominciando col nutrire semplici interessi o hobby, o nuove relazioni. Ti renderai conto che più la tua vita sarà piena di impegni stimolanti, arricchenti e piacevoli, più il pacco di biscotti assumerà per te un’attrattiva sempre più bassa. Se lo stress che riversi sul cibo è dovuto a conflitti ben precisi, interiori o con un’altra persona, una psicoterapia può aiutarti e rifletterci e a risolverli. Se è la solitudine il tuo nodo, puoi impegnarti per migliorare le tue abilità sociali e costruire nuove relazioni. Inoltre è necessario lavorare su piani più profondi, come l’immagine di sé: hai mai pensato che forse mangiare così tanto potrebbe essere una punizione che ti auto-infliggi? Che forse una piccola parte di te crede di non meritarsi di stare bene, di piacere a te o agli altri? O che ha paura di rimettersi in gioco? O ancora, potresti riflettere sul significato che il cibo ha assunto nella tua storia familiare: era un veicolo d’affetto? Il mangiare in maniera impulsiva è spesso dovuto all’incapacità di tollerare la frustrazione e alla tendenza a ricercare una gratificazione immediata. Secondo alcuni autori, il mangiare eccessivamente fino a divenire sovrappeso è il tentativo di sottrarsi all’incontro con l’Altro e al suo desiderio rendendosi non attraenti, anticipando il rifiuto attraverso il proprio corpo. Un “godimento autistico” – quello del mangiare – sconnesso dal desiderio da e per l’altro; una mancanza che non si accetta e che viene riempita col cibo ². Sottrarsi alla sfera relazionale creando una barriera, un involucro protettivo per non essere visto. Già Lacan scriveva che, nell’ambito della bulimia, divorare il cibo non è che tentare di compensare una frustrazione d’amore³. O ancora, mangiare fino allo sfinimento può essere un modo di reagire all’incapacità di raggiungere quello che è il proprio Io ideale, un’immagine di come vorremmo essere che sentiamo così inarrivabile da punirci/consolarci col cibo.
Anche l’ipnosi è un valido strumento, tanto da essere sempre più utilizzata nel contesto ospedaliero, anche durante interventi chirurgici. Tra i professionisti più esperti in Italia, il dott. Giuseppe Regaldo direttore dell’Accademia di Ipnosi IPNOMED, coordinatore di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Ciriè, docente di comunicazione ipnotica negli ospedali di Torino Molinette e Regina Margherita, e la dott.ssa Maria Carta, psicologa psicoterapeuta responsabile dell’ambulatorio di Psicoterapia e Ipnosi del dipartimento di Immunologia del Policlinico Umberto I.
Un training di ipnosi, condotto da un ipnotista esperto (preferibilmente psicologo o medico), può aiutarti a dimagrire in tanti modi. Una condizione ipnotica è uno stato caratterizzato da fenomeni ipnotici (immagini mentali così potenti da produrre modificazioni del corpo), uno stato alterato di coscienza e cambiamenti della condizione fisica⁴. L’ipnotista ti guida, attraverso suggestioni e sensazioni indotte con il linguaggio ipnotico (o tramite tecniche rapide), in uno stato di trance che già ti appartiene (ricordiamo che il nostro cervello va in trance ogni 60-90 minuti), stimolandoti secondo obiettivi ben specifici.
Uno degli ambiti applicativi più importanti dell’ipnosi nell’ambito della salute – oltre il rilassamento, la gestione dell’ansia e degli attacchi di panico e il tabagismo – è proprio l’ambito alimentare. Durante la trance è possibile indurre delle suggestioni che ti guideranno verso un rapporto più sano col cibo. Inoltre può esserti insegnata la tecnica dell’autoipnosi per beneficiarne anche in autonomia. La potenza di questi messaggi è dovuta al fatto che, considerando il particolare stato della mente durante l’ipnosi (caratterizzato dalle onde theta), è possibile arrivare alla coscienza oltrepassando tutte le barriere e i filtri attivi in un normale stato di vigilanza, dunque il messaggio arriverà alla tua psiche più in profondità. Ma soprattutto l’ipnosi favorisce un maggior controllo di sé, psichicamente e fisicamente: è in grado di ridurre drasticamente gli stati di ansia e nervosismo che possono riversarsi sul cibo (motivo per cui è utile praticare assiduamente l’autoipnosi, non solo prima di probabili abbuffate) ed acuisce la propria sensibilità ai segnali del corpo. Ciò permette di imparare a identificare la sensazione di fame e sazietà e distinguerle da bisogni emotivi e fame nervosa.
In conclusione, per affrontare le difficoltà inerenti al proprio peso e riuscire a dimagrire è fondamentale un lavoro psichico per indagare aree complesse di noi stessi (la definizione che io do di me e del mio valore; il mio rapporto con gli altri, la mia capacità di gestire le emozioni) e il significato che il cibo ha per noi. In questo percorso anche l’ipnosi può essere di forte aiuto. Per trovare una nuova narrazione di te, in un dialogo libero e gioioso con te stesso e col mondo.
¹ Guyenet S., Il cervello affamato, Newton Compton (2017)
² Balsamo B., Anoressia Bulimia Obesità – La cura della parola, Effatà editrice (2009)
³ Lacan J., Seminario IV. La relazione d’oggetto (1956-1957), Einaudi, Torino (1985)
⁴ Regaldo G., Manuale di ipnosi medica rapida (2014)
Marta Di Grado – Studio di Psicoterapia
https://martadigradopsicologa.it/
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