Nella comunità accademica si utilizza un indice per classificare il prestigio delle riviste sulle quali vengono pubblicati le ricerche scientifiche. Questo indice si chiama impact factor e misura il numero di volte in cui le ricerche di quella rivista sono citate da altre ricerche. Ricerche più innovative o interessanti è normale che abbiano un impact factor più alto.
The Lancet ha un impact factor di oltre 44. Un numero molto buono che la rende una rivista prestigiosa. Fa gola a molti ricercatori, in tanti desiderano pubblicare lì.
Su The Lancet nel 1998 Andrew Wakefield riesce a pubblicare un articolo con questo titolo:
Ileal-lymphoid-nodular hyperplasia, non-specific colitis, and pervasive developmental disorder in children
Dentro l’articolo si legge la seguente frase:
L’esordio dei sintomi comportamentali [dell’autismo] veniva associato, dai genitori, con il vaccino trivalente MPR in 8 dei 12 bambini
L’associazione di cui parla lo tudio di Wakefield aveva dei problemi di forma:
- Si trattava di uno studio condotto su 12 bambini. Troppo pochi per trarre conclusioni.
- La misura utilizzata era il ricordo soggettivo dei genitori. Troppo debole per fidarsi.
- Mancava il gruppo di controllo. Quindi attribuire quegli effetti misurati su 12 bambini attraverso il racconto dei genitori al vaccino era una scelta molto arbitraria.
- La sperimentazione non era in cieco. Ossia se lo sperimentatore voleva trovare qualcosa poteva – consapevolemente o inconsapevolmente – barare.
C’è una quinta cosa da segnalare: lo studio fu presto ritirato: si scoprì che Wakefield era stato pagato per alterare i risultati al fine di supportare una serie di cause giudiziarie intentate da un avvocato contro le case farmaceutiche produttrici dei vaccini. Inoltre si scoprì che Wakefield aveva brevettato un sistema di vaccini separato per sostituire il trivalente che aveva additato come causa dell’autismo.
Non importa. Dopo la pubblicazione dello studio in Inghilterra e negli Stati Uniti i genitori cominciarono a non vaccinare più i figli. Giustamente! Se c’è anche la più piccola possibilità che il vaccino faccia male perché dovrei mettere a rischio la vita di mio figlio? Purtroppo senza i vaccini scoppiarono numerose epidemie di morbillo e molti bambini morirono per questo (EuroSurveillance Editorial Team, 2008).
Nessuno studio ha mai replicato i risultati di Wakefield, quindi secondo la scienza non esiste alcuna relazione tra autismo e vaccini.
Euristica della disponibilità
Tuttavia ciclicamente si replica la psicosi collettiva contro le vaccinazioni. Molti pensano che sia follia, stupidità o grave ingenuità. Niente di tutto ciò, si tratta di un fenomeno umano semplice e inesorabile.
Si chiama euristica della disponibilità ed è stato teorizzato dal premio nobel Daniel Kahneman. In pratica reputiamo altamente probabile il verificarsi di eventi facili da immaginare e di grande impatto emotivo. Per esempio ci sono molte persone che hanno paura di prendere l’aereo perché temono possa cadere. In verità questo non succede praticamente mai, tuttavia è facile immaginare di imbarcarsi proprio su quell’unico aereo tra milioni e milioni di voli che cadrà, ed è altrettanto facile agitarsi per questo. Ovviamente questo ragionare fuori dalla realtà dei fatti crea dei paradossi. Per esempio avere paura di volare ma fumare abitualmente, quando in verità il fumo uccide, volare no!
La logica della causa e dell’effetto
Siccome l’autismo viene diagnosticato solo dopo i vaccini, allora è possibile dare a loro la colpa. Facile da credere, difficile da smentire. Siamo programmati inconsapevolmente per dare il nome di causa a quello che viene prima dell’effetto. Di solito funziona.
Il problema è che certe volte quello che viene prima non a niente a che fare con l’effetto, ma in mancanza di una spiegazione migliore o più chiara ci accontentiamo e prendiamo per vere associazioni causali senza alcun legame.
Se lavo la macchina piove. Questo legame è facile da smentire, perché sappiamo cosa causa la pioggia. Non sappiamo invece cosa causa l’autismo e in questo vuoto possiamo metterci qualsiasi cosa suggerisca la nostra fantasia.
C’è un però, le cause dell’autismo sono sconosciute, ma i suoi meccanismi diventano ogni giorno più chiari. Se c’è un colpevole purtroppo sembra che sia la genetica.
Ma allora perché lo vediamo dopo il vaccino?
Giusta osservazione. Lo vediamo solo dopo perché prima non c’è niente da vedere. Facciamo un esempio, gran parte dei bambini autistici non sviluppa alcun tipo di linguaggio verbale. È facile capire che un sintomo come questo si può osservare solo quando il bambino inizia, o meglio NON INIZIA, a parlare. Prima non c’è niente da vedere, non ci sono i sintomi ma l’autismo c’è già.
Che fine ha fatto Wakefield
Il 28 gennaio 2010 il General Medical Council ha dichiarato Wakefield colpevole di più di trenta accuse tra cui quattro per condotta disonesta e una dozzina che implicavano l’abuso di bambini con problemi dello sviluppo. Scoprirono che Wakefield aveva falsificato i dati e i suoi collaboratori ritrattarono le scoperte, The Lancet ritirò l’articolo e Wakefiled fu radiato dall’ordine dei medici.
Nel 2011 un articolo apparso sul Behavioral Journal of Medicine (Godlee, Smith & Marcovitch, 2011). Descriveva il lavoro di Wakefield come ‘elaborata frode’.
Nello stesso giornale e nello stesso anno fu data voce al giornalista che maggiormente si era occupato di seguire il caso Wakefield dagli albori, il quale scoprì di un giro economico che avrebbe reso milioni per un brevetto di un’alternativa al vaccino trivalente. I bambini nello studio originale, inoltre, non soffrivano neanche di alcune delle condizioni di cui Wakefield scriveva (Deer, 2011).
Un finale di carriera discutibile.
Pregiudizi contro i vaccini
Purtroppo, oggi i pregiudizi contro i vaccini e la relazione tra vaccini e autismo è ancora realtà.
Parlarne funziona, fa vendere giornali, guardare tv e ascoltare la radio. Poi ci sono i social network che amplifcano tutto come un megafono per il sensazionale. Non importa che sia vero o no, l’importante è che se ne parli.
D’altra parte, i genitori sono uomini spaventati dal nuovo ruolo che si trovano a ricoprire. Vogliono proteggere. Sarebbe cinico pensare che l’amore verso i propri bambini possa essere qualcosa di freddo e razionale. L’amore brucia. Brucia la logica, brucia le ricerche scientifiche, brucia i vaccini e brucia anche Wakefield. In questa confusione si può sbagliare o riuscire ma non ci sono colpe.
La scelta corretta secondo la scienza ufficiale e vaccinare i figli. Perché così non muoiono e in questo modo l’umanità riuscirà a debellare alcune malattie.
I vaccini non causano l’autismo. Mai.
Non c’è dibattito. Dobbiamo fidarci della scienza oppure andarle contro con la consapevolezza dei rischi. Come quando si fuma una sigaretta.
Come ha detto Piero Angela, fidatevi della scienza, la velocità della luce non si decide per alzata di mano.
Bibliografia
Francesco Sanavio: https://francescosanavio.it/cultura/vaccini-e-autismo-storia-di-una-frode/
- Caplan, A. L. (2009). Retraction—Ileal-lymphoid-nodular hyperplasia, non-specific colitis, and pervasive developmental disorder in children. Wkly Epidemiol Rec, 84, 301-08.
- EuroSurveillance Editorial Team. (2008). Measles once again endemic in the United Kingdom. Eurosurveillance, 13, 1.
- Deer, B. (2011). How the vaccine crisis was meant to make money. BMJ, 342.
- Deer, B. (2011). Pathology reports solve “new bowel disease” riddle. BMJ, 343.
- Godlee, F., Smith, J., & Marcovitch, H. (2011). Wakefield’s article linking MMR vaccine and autism was fraudulent. BMJ, 342.
- Wakefield, A. J., Murch, S. H., Anthony, A., Linnell, J., Casson, D. M., Malik, M., … & Walker-Smith, J. A. (1998). RETRACTED: Ileal-lymphoid-nodular hyperplasia, non-specific colitis, and pervasive developmental disorder in children. The Lancet, 351(9103), 637-641.