Le ricerche dimostrano chiaramente che la maggior parte dei figli di genitori separati, anche di quelli che hanno gestito la separazione in modo civile e con tutte le accortezze, presentano difficoltà psicologiche e relazionali. Questo perché, anche da adulti, i figli ricordano quei momenti in modo chiaro e con un intenso carico emotivo. Un momento che rappresenta uno spartiacque tra l’illusione, il sogno di una famiglia forte, compatta e coesa ed il dolore legato alla separazione e alla paura dell’abbandono. Un dolore che nel tempo porta a decisioni non sempre funzionali rispetto alle proprie relazioni importanti e può generare anche una forte incapacità di mettersi in gioco. Non sempre è facile creare una famiglia felice quando l’esempio di come dovrebbe essere non c’è, perché uno dei due partner o entrambi provengono da genitori separati. Le vicissitudini di una vita vissuta con dolore ed insicurezza sicuramente non favoriscono benessere e sicurezza nel progettare e programmare una vita con un’altra persona.
Costruire un rapporto è faticoso, sposarsi giovani e mantenere un “impegno” a tempo indeterminato non è semplice e se esso non funziona è ancora più difficile. Viviamo in un tempo in cui crediamo nell’autorealizzazione ed essere infelici non è accettabile. Spesso si dice: “Restiamo insieme per il bene dei figli” ma quel rimanere ingabbiati in un rapporto disfunzionale diventa uno stillicidio, una guerra e come in tutte le guerre ci sono vittime collaterali, inconsapevoli, innocenti e sono proprio i figli. La tendenza è quella di rimettere in scena comportamenti appresi dai genitori, ma se quei modelli comportamentali non hanno portato a nulla, si commetteranno gli stessi errori. Soffrire per le proprie scelte è giusto, ma soffrire per le scelte degli altri non lo è, e quindi si sceglie la via più consapevole, quella più matura, quella della rottura. In quel caso si giunge ad una consapevolezza legata al fatto che la strada intrapresa porta alla sofferenza di più individui, creando appunto dolore ed insicurezza nei figli.
Il punto di partenza deve essere la consapevolezza, a cui si accodano reciprocità, sobrietà e comunicazione. Spesso i figli si rendono conto che l’unione dei genitori non è più dovuta alla loro felicità ma alla presenza della prole e questo dà adito al senso di colpa che nasce dalla consapevolezza di essere stati un motivo di infelicità. Ciò che resta in loro è l’idea profonda di dover affrontare scelte di vita difficili senza sostegni adulti. Tanto più quando i figli diventano quel contenitore di lamentele, di confidenze dell’uno o dell’altro genitore.
Essi si trovano ad essere dei mediatori per evitare che i contrasti si acuiscano sempre di più e che i toni salgano ulteriormente, si trovano davanti un dolore profondo difficile da gestire che li condiziona nelle scelte soprattutto di relazione di coppia. Il “per sempre” spaventa tutti, ma ancora di più i figli di genitori separati, che spesso cercano di colmare quel vuoto lasciato da uno dei due genitori piuttosto che creare qualcosa ex-novo.
Ciò che è necessario fare in questi casi con i figli è essere più chiari possibile rispetto a ciò che sta succedendo. Aiutarli a dare parola ai loro pensieri, ai loro sentimenti, rispondere alle loro domande, accogliere le loro paure affinché essi si sentano meno soli e sappiano che al di là di tutto ci sono due persone che li vogliono bene come prima. Non usare i figli come arma contro l’altro coniuge dovrebbe essere la prerogativa di ogni genitore. Insegnargli come vivere i cambiamenti della vita quotidiana è la base fondamentale per il loro benessere, presente e futuro. I genitori dovrebbero manifestare vicinanza e comprensione per il doloroso momento che tutta la famiglia sta attraversando. Essere chiari sul fatto che la decisione di separarsi non dipende dai figli e che non è loro l’onere di risolvere la questione ma spetta solo a papà e mamma.
Infine, affrontare momenti dolorosi di separazione è difficile e potrebbe essere utile l’aiuto di un mediatore familiare che aiuti a gestire le dinamiche che insorgono in un percorso così complicato.
© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta
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