SESSUALITÀ E TERZA ETÀ

Grazie ad una sempre nuova concezione dell’essere umano nelle sue fasi di vita, oggi la società affronta in modo più sereno la sessualità, in particolar modo quella della terza età. È infatti sempre più accettato il fatto che la vita sessuale nell’anziano esiste e rappresenta un’espressione di benessere e capacità di amare. Oggi si ha a che fare con l’immagine dell’anziano che continua o riscopre le attività sociali di un’età precedente ed è capace di sperimentarsi tra le lenzuola.

Da ciò che ci dicono le statistiche ritroviamo la tendenza di uomini e donne di una certa età ad intraprendere relazioni che spesso sfociano in matrimoni e convivenze. Capita inoltre sempre più spesso che uomini anziani sposino donne giovani. Va innanzitutto specificato che la sessualità nella terza età è legata soprattutto all’affettività più che alla fisicità che sembra passare in secondo piano. Infatti il sentimento che muove la ricerca di un partner in età avanzata è legato soprattutto alla volontà di accudimento e valorizzazione ormai perse nel corso degli anni e alla voglia di essere amati nonostante ci sia il normale decadimento fisico.

Sebbene l’avanzare dell’età porti ad un affievolimento dei desideri sessuali dovuto soprattutto alla diminuzione della produzione ormonale, la componente affettiva e di ricerca dell’altro rimane pressoché immutata. Ciò porta l’anziano a rivivere una sessualità tipicamente adolescenziale fatta di coccole, di masturbazione più che di istintualità. C’è una preferenza legata alla ricerca di contatto, di vicinanza, di accudimento più che alla reale volontà di penetrazione. Ecco che il rapporto diventa “appagante” in termini qualitativi più che quantitativi. Questo perché l’esigenza nasce, come detto, dalla necessità di sentirsi amati. Accanto a ciò c’è chiaramente la componente fisica che sarà più soddisfacente in un soggetto che ha e abbia avuto uno stile di vita più salutare (non fumatore, con una buona alimentazione, sportivo).

Oggi la vita sessuale dell’anziano non è legata al concetto di invecchiamento, ma a concetti quali: tempo libero, riscoperta delle proprie necessità di benessere e di vivere gli ultimi anni di vita. È con questa vitalità che la persona anziana si accosta alla sessualità e alla sensorialità, all’intimità ed all’erotismo. Vengono rispolverate quelle capacità di dare vita a nuovi amori e nuove forme di intimità. La ritrovata capacità emozionale prende il posto dell’ansia da prestazione e dell’attenzione al perfezionismo estetico. Insomma una sessualità più matura, fatta di ricerca e donazione di attenzioni, accudimento, intesa, coinvolgimento. Il tutto viene calato in una dimensione armonica, ludica, spensierata che regala serenità e piacere perché vissuta in modo amplificato e coerente con il nuovo status.

Grazie anche alla scienza medica che dà una mano a livello chimico laddove ce ne sia bisogno, o grazie alla società che ha col tempo sdoganato una concezione positiva della sessualità anche in età avanzata, oggi la vecchiaia non è più correlata all’assenza di esigenze sessuali così come menopausa ed andropausa non richiamano il concetto di malattia o menomazione della vita intima e relazionale. Una maggiore conoscenza di sé, del proprio corpo, della propria fisicità, l’esperienza legata alle dinamiche della vita di coppia si riflette su una sessualità vissuta senz’altro in modo più appagante.
In conclusione si può dire che la vita sessuale nell’anziano é oggi indice di benessere, aiuta a superare quello status di malessere legato agli anni che passano e favorisce il miglioramento dell’umore e della qualità di vita.

© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta

 

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