Siamo nel 2017. Settembre.
Per alcuni Facebook è ancora un social per “ragazzetti”.
Per i “ragazzetti” Facebook è un social per adulti (“Per voi vecchi”).
Per gli scettici è soltanto uno stupido passatempo.
Per i professionisti è un lavoro.
Per moltissimi: non è la realtà. E’ soltanto un inutile Social Network.
Perché allora, se di finzione si tratta, porta danni psicologi reali a molti utenti?
Vediamolo insieme.
LA RICERCA DI YOUGOV
YouGov ha condotto una ricerca tra gli adulti americani (2016).
1/4 (circa il 26%) degli intervistati ha riportato di aver avuto ripercussioni nella propria vita a seguito di un commento su Facebook.
(Parliamo di commenti negativi e litigi virtuali).
Essere insultati su Facebook, da “Troll”, da “Cyberbulli” o da “Utenti Non consapevoli del mezzo”, è purtroppo molto comune.
Ciò che la ricerca di YouGov e del dott. Lubi Ludwing attesta è che, però, ci possono essere conseguenze reali.
DEPRESSIONE E SUICIDI
L’impatto dei social media è così importante che i tassi di depressione (USA, 2016) stanno aumentando e che il suicidio di Minori, secondo il “Center for Disease Control” è in continua crescita.
Calcolano che dal 2010, a seguito di persecuzioni sui social (commenti negativi, insulti, minacce, video diventati virali, per citarne alcuni), siano morti 5 giovani al giorno nel mondo.
Il tasso di suicidio, dovuto a queste cause, è quindi salito del 28%.
LE PAROLE FERISCONO
“Scripta manent Verba volant”. Si riconferma valido.
Ciò che viene scritto, anche se su piattaforme interamente digitali, ha conseguenze rovinose per la psiche umana.
Le parole feriscono, specialmente se sotto forma di messaggi lanciati “in pubblico”.
Una follia, per gli utenti scettici, una realtà visibile per gli utenti avanzati, che possono constatare giornalmente la furia degli utenti, la violenza delle parole e la leggerezza con cui vengono scritti certi messaggi diffamatori e umilianti.
DOMANDE DA PORSI
Prima che venga ideato un patentino per poter far parte della comunità virtuale (di qualsiasi social) è bene trovare da sé delle soluzioni per non insultare od offendere nessuno.
E’ strano doverlo scrivere. Dovrebbe essere scritto nel codice genetico di ognuno di noi sotto la voce “Buon Senso”, ma magari alcuni di noi (o forse tutti noi, in determinate circostanze) hanno perso il libretto delle istruzioni.
Viene in nostro soccorso la Dott.ssa Sue Scheff con pratiche domande da porsi prima di commentare un post o prima di condividere una foto, un video.
(Taratele anche su COMMENTI E VIDEO), eccole:
1) Questa foto (che stai per postare) può mettere in imbarazzo qualcuno?
2) Stai taggando qualcuno senza il suo permesso?
3) Come ti sentiresti se la stessa foto riguardasse te?
4)Commentando questo post aggiungi una risposta costruttiva?
5) Sei gentile nel farlo?
Domande semplici, no?
Poniamocele allora!
Grazie a tutti, come sempre!
E, se volete, potete aggiungermi qui:
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