La strada per raggiungere la felicità nell’Era post-covid

In chiave  psicologica per felicità si intende uno stato mentale in cui si prova un senso di equilibrio tra emozioni contrastanti. Tale stato induce benessere creando un’interconnessione tra la mente, il corpo e le emozioni.

La felicità, come la fortuna, essendo bendata non ti cerca: va cercata e ci deve esser un esercizio mentale, fisico e relazionale per il suo raggiungimento.

Nell’Era post-covid  rispetto al passato cambiano le aspettative e il modo di lavorare: ci sarà più tempo per se stessi e per i propri affetti.

Per il raggiungimento di questa nuova felicità ovviamente non dobbiamo più pensare come prima, cambiano i parametri per andare a riprendere ciò che abbiamo dimenticato: la nostra Natura. 

La conquista della felicità non si basa tanto su questioni metafisiche o meditative.

Per raggiungere questo stato di sincronizzazione mentale, corporeo e relazionale bisogna esercitarsi nel  vivere in modo diverso, imparando ad ascoltare il proprio corpo, seguendo  i consigli di Madre Natura, riascoltando i propri affetti e creando nuove relazioni su basi diverse.

La felicità  non dipende tanto dagli altri, non è solo aspirazione infantile  verso persone o oggetti da possedere.

Secondo Mauro Mancia per l’uomo risulta impossibile colmare la distanza tra la forza del desiderio e l’oggetto desiderato. In altre parole nella nostra vita  ci avvicineremo  a ciò che desideriamo,  senza mai raggiungerlo definitivamente.

La felicità non è di questo mondo, dura pochi istanti raggiungendo l’acme, per poi decadere. Questo stato di benessere è quindi effimero, e ogni persona lo persegue instancabilmente anche quando ha smesso di sperare.

Per Meltzer la felicità è un grande traguardo per l’uomo “adulto” che consiste nell’accettare una “solitudine ontologica” ; ossia nessuno potrà colmare i bisogni più profondi se non accettando la frustrazione della solitudine esistenziale.

L’Era Covid ha  capovolto ogni certezza aumentando il senso della frustrazione, ponendo l’uomo in una nuova sfida. Ciò che adesso farà la differenza per garantire la sopravvivenza  esistenziale saranno le risorse contenute in ciò che comunemente si definisce “resilienza”.

La resilienza concerne sia le risorse psicologiche quanto quelle economiche, ma ciò che determinerà il raggiungimento di una felicità diversa rispetto al passato sarà la “tolleranza alla frustrazione”, un concetto tanto caro a S. Freud, ossia una capacità che definisce il passaggio alla vita adulta.

Per S. Freud l’uomo all’inizio è orientato solo dal “principio del piacere” e nella mente primordiale domina  il mero soddisfacimento dei bisogni, rinforzando la propria “onnipotenza narcisistica”.

Attualmente si parla molto di narcisismo come se fosse una bestia nera da evitare, quando al contrario ogni persona persegue un proprio feedback narcisistico. 

Questo è solo un postulato, ma in realtà tutto il sistema economico pre-covid era basato ( e lo è tutt’ora) sulla soddisfazione di bisogni di pura vanagloria.

Tutto adesso è cambiato: ogni certezza è saltata in aria.

Ognuno è chiamato a lenire e ad accettare gli effetti di una “ferita narcisistica”, le aspettative sono cambiate e le incertezze mettono a repentaglio la salute del nostro cervello nella ricerca di soluzioni e di un nuovo assestamento.

Per effetto delle incertezze esistenziali, cambiano i bioritmi naturali, per cui è facile avere disturbi del sonno, confusione mentale, umore depresso e demotivazione, oltre alla preoccupazione economica.

Non tutto il male viene per nuocere: da una felicità basata sull’Avere, dovremmo passare ad una felicità basata sull’Essere.

Già Erich Fromm delineava per l’uomo una felicità diversa per contrastare la tendenza umana che lo porta verso l’autodistruzione.

La stessa raccomandazione la troveremo nel carteggio tra Freud e Einstein che interrogandosi sulla natura umana, vedono nell’uomo una tendenza al suicidio collettivo.

La felicità dell’Essere verrà poi propugnata da altri autori che diventeranno i pionieri della grande rivoluzione sessuale degli anni ‘60: A. Lowen e W. Reich.

La felicità dell’Essere sta nel recupero dell’ Eros che significa Vita, e non è solo sesso.

Nella ricerca della felicità dell’ Essere deve compiersi una sorta di regressione a stati più primordiali, per poi progredire in modo nuovo imparando ad ascoltarsi e ad ascoltare.

Bibliografia:

Brooks  S. K et al. ; The psychological impact of quarantine and how to reduce it: rapid review of the evidence RAPID REVIEW,  VOLUME 395, ISSUE 10227, P912-920, MARCH 14, 2020, Published:February 26, 2020

Freud S., L’Io e l’Es e altri scritti 1917-1923, Torino, Bollati Boringhieri, 2000, (rist. 2006)

Freud S. Einstein A., Perché la guerra. Riflessioni a due sulle sorti del mondo, Bollati Boringhieri 1997

Mancia M., Il sogno come religione della mente, 1987 Bari, Ed. La Terza.

Meltzer D., Claustrum, Raffaello Cortina Editore 1993

Dr. Enrico Caruso – Psicoterapeuta

Equipe Logodinamica–  Centro di Psicoterapia & Psicosomatica

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