Comunicare efficacemente: 5 regole da applicare

comunicare efficacemente

In un periodo storico in cui i mezzi di comunicazione sono incrementati, si può avere l’illusione di comunicare efficacemente e di riuscire a stringere rapporti interpersonali più stretti e continui nel tempo.

Tuttavia per diventare un comunicatore efficace non basta comunicare sempre e comunque, piuttosto occorre prestare attenzione a come si comunica. Le persone si mostrano sensibili non solo al contenuto della conversazione ma anche e soprattutto al tono della voce, ai gesti, al rispetto ed alla sensibilità che trasmettiamo mentre parliamo.

 A questo punto cerchiamo di capire cosa NON è efficace comunicativamente:

  • Essere i classici “maestrini”. Ciò vuol dire che ogni volta che si comunica non bisognerebbe impartire “lezioni”
  • Parlare unicamente di se stessi, dei propri interessi, delle proprie idee
  • Non bisognerebbe imporre le proprie idee, ma semplicemente condividerle
  • Mancare di attenzione a ciò che viene detto e mostrarsi disinteressati
  • Avere pregiudizi e idee preconcette che creano stereotipi e false ipotesi

Questi sono i principali errori che possiamo commettere quando comunichiamo con altri. Cercare di ridurli se non addirittura eliminarli dalle nostre conversazioni può migliorare notevolmente la qualità di ciò che trasmettiamo.

Ora vedremo 5 cose che  possiamo fare attivamente per attirare gli altri verso ciò che diciamo e di conseguenza verso le nostre idee:

Domande

Porre domande in modo discreto e non in stile inquisitorio, conferisce rispetto alle idee dell’interlocutore. Chi vi ascolta avrà la sensazione di partecipare alla conversazione e non di subirla. Non siate gli unici attori della conversazione ma coprotagonisti.

Condizionali

Permettono di riconoscere il diritto dell’altra persona ad avere idee diverse dalle nostre. Espressioni, come ad esempio: “Secondo me…”, “Potrei sbagliarmi ma credo che….”, “Per quanto concerne la mia esperienza…” comunicano il rispetto che conferiamo alle idee differenti di chi ci ascolta e non impongono i nostri pensieri come se fossero le uniche certezze, inoltre trasmettono in modo implicito il messaggio che pur essendo in disaccordo saremo rispettosi di chi ha opinioni differenti.

Prestare attenzione ai segnali non verbali

Sono i segnali che accompagnano il contenuto e rientrano in questa categoria: il tono della voce, la gestualità, la mimica del volto, la distanza che viene mantenuta. Osservare tali segnali ci permetterà di comprendere se chi ci sta di fronte sta ascoltando, è in disaccordo, è annoiato, cerca di allontanarsi indietreggiando, ecc

Espressioni Dichiarative

Sono affermazioni che sono strettamente collegate a dei fatti e non ad opinioni personali.

Ad esempio: “Sicuramente sono allergica al latte, perché ogni volta che lo mangio sto male”  è una cosa ben differente dal dire: “Dalle analisi mediche risulto allergica al latte”.

Una  conversazione efficace non può avere come contenuto il 100% di opinioni personali.

Ascolta in Silenzio

L’ascolto troppo spesso è fatto in modo superficiale e solo per dare una risposta. L’ascolto attento e partecipe senza interruzioni, invece, ha un duplice vantaggio:

  • L’interlocutore si sentirà ascoltato realmente e di conseguenza si sentirà libero di esprimersi sinceramente e senza timori di essere frainteso o giudicato.
  • A noi di comprenderlo meglio e di conseguenza di fornire le risposte più opportune

Mettere in atto tali strategie permetterà in breve tempo di migliorare le nostre comunicazioni in ambito lavorativo, famigliare e interpersonale. Questo ci permetterà di sentirci realmente in relazione con l’altro e chi ci ascolterà entrerà più facilmente in empatia con noi.

Del resto è sempre bene ricordare che “il fallimento di una relazione è quasi sempre un fallimento di comunicazione” (Z.Bauman)

 

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