Come la Gratitudine può migliorare la nostra vita


Nella nostra vita capita di pensare troppo spesso a ciò che va male piuttosto che concederci la possibilità di soffermarci sulle cose belle che viviamo. Analizzare gli eventi spiacevoli, ci permette di trarne insegnamento, immagazzinarli nella nostra memoria per permettere che in futuro possano essere gestiti meglio. Nonostante ciò, le persone, generalmente, passano molto più tempo a soffermarsi sugli eventi spiacevoli della vita piuttosto che su quelli piacevoli. La conseguenza di questo atteggiamento ci può predisporre ad ansia e umore depresso e ad una visione della vita poco soddisfacente con il passare del tempo.

Il modo migliore per impedire che ciò accada è renderci coscienti degli aspetti positivi che accompagnano il quotidiano, pensare ed assaporare ciò che è andato bene attraverso il sentimento della gratitudine.

Che cos’è la Gratitudine?

Più riconosci ed esprimi gratitudine per le cose che hai, più cose avrai per cui esprimere gratitudine.

La parola Gratitudine derivante dal latino gratia, che significa “per grazia ricevuta”, indica la consapevolezza personale per le cose positive vissute, senza darle per scontate. La gratitudine può essere indirizzata nei riguardi delle persone, verso fonti impersonali o fonti non umane come ad esempio Dio, natura, animali. La Gratitudine può essere considerata come il riconoscimento dell’eccellenza altrui nella sfera morale; dal punto di vista emozionale, attraverso gioia e sorpresa, permette di evocare un senso di meraviglia, riconoscenza e apprezzamento per la vita stessa.

Robert Emmons, uno tra i più qualificati esperti studiosi americani riguardo il tema della gratitudine, afferma che una persona grata è incline a reagire alla bontà di altri in un modo benevolo e ricettivo, e a ricambiare la gentilezza quando si presentano le opportunità.
Quando si prova gratitudine, si trae beneficio dal ricordo piacevole di un evento positivo della propria vita; inoltre quando la si esprime nei confronti degli altri i rapporti si rafforzano.
Ma quali possono essere degli aspetti esistenziali per cui provare gratitudine? Grazie a degli studi condotti in merito è stato possibile ricavare alcune dimensioni che, prese insieme, formano il fattore “G” per l’orientamento positivo alla vita:

  • Gratitudine provata nei riguardi di altre persone (“Sono consapevole di quanto sia importante per me la mia famiglia, i miei amici, le persone con cui ogni giorno riesco a tessere dei rapporti”);
  • Concentrazione sugli aspetti positivi: esprimere gratitudine non associata ad una fonte sociale/interpersonale (“Spesso mi soffermo e penso quanto sia importante la vita”)
  • Differenze personali nel vissuto della gratitudine (es. “Sento di essere molto grato per ciò che ho, anche il solo fatto di essere vivo”)
  • Comportamenti volti ad esprimere gratitudine secondo un principio di frequenza e modalità (es. Riesco a dire grazie e prego per indicare la mia riconoscenza”);
  • Focus e riflessione nei riguardi dei beni tangibili e non tangibili posseduti (es. “Mi rendo conto della fortuna che ho per quanto posseggo per vivere: ho una casa, cibo, vestiti”)
  • Sentimenti di meraviglia e incanto nei confronti della bellezza in generale (es. “Di fronte alla magnificenza delle cascate Iguaçu mi emoziono come un bambino”)
  • Aumento dell’apprezzamento della realtà circostante nella comprensione della finitezza della vita (es. “Qualche volta pensare alle persone che stanno male e che riescono a trasformare il dolore in “grazia”, mi ricorda di vivere ogni giorno sempre meglio e al massimo.”)

Come aumentare la propria soddisfazione esistenziale?

La gratitudine non è solo un sentimento da cui imparare a trarre gioia e meraviglia, può essere considerata una pratica da mettere in atto ogni giorno. Esistono diverse tipologie d’intervento capaci di incrementare il livello di gratitudine delle persone. Martin Seligman, padre della Psicologia Positiva, fra le varie, propone due tecniche evidence based (2005), volte ad incrementare il livello di felicità e la soddisfazione esistenziale.

La prima è semplice e rapida: prende il nome di three good things o tre cose buone. Ogni sera prova a riservarti dieci minuti prima di andare a dormire e scrivi tre cose che sono andate bene durante la giornata e perché secondo te sono andate bene. Puoi segnarle su un diario personale anche su un foglio o un post-it o su un qualsiasi mezzo tecnologico; non è importante dove, l’importante è che ne rimanga traccia fisica di ciò che hai pensato di scrivere. Accanto a ogni evento positivo prova a rispondere alla domanda Come mai è successo? Cosa significa per me? Cosa posso fare per farlo ricapitare?

Forse inizialmente potrà sembrare bizzarro specie in una giornata in cui almeno in apparenza potrebbe sembrare che non sia successo nulla degno di nota.  Sforzandosi di evidenziare qualcosa di bello sperimentato all’interno di ogni giornata, anche nella situazione più spiacevole mai vissuta, ci si potrebbe sentire meno depressi e più felici già dopo sei mesi.

Un altro esercizio per incrementare il senso di gratitudine in modo profondo e ricco di significato è la visita di gratitudine. Proviamo a pensare ad una persona ancora in vita che in passato per noi ha fatto tanto, per la quale siamo particolarmente grati. Prendiamo un foglio bianco o il portatile e scriviamo ciò che questa persona ha fatto per noi e come ha reso significativa la nostra vita. Scriviamo quanto sia importante per noi cercando, tramite qualche complimento, di renderla speciale ai nostri occhi. Una volta redatta la lettera (300 parole ca.) contattiamo la persona e chiediamole di incontrarci senza menzionare cosa abbiamo in mente.
Al momento dell’incontro leggiamo ad agio in un luogo intimo e silenzioso la lettera. Proviamo nel frattempo ad osservare le sue reazioni.  Nel caso in cui la persona a noi cara ci dovesse interrompere, invitiamola ad aspettare fino alla fine della lettura. Alla fine proviamo a discutere i nostri sentimenti reciproci: probabilmente la persona di fronte a noi si emozionerà.
A distanza di mesi, a seconda del grado d’impegno, provando a mettere in pratica il primo esercizio con una certa sistematicità e il secondo periodicamente ci si sentirà più felici e meno depressi.

Marco Diella
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Fonti:

SELIGMAN, M. E P, STEEN, T., PARK, N., et PETERSON, C. (2005). Positive psychology progress: Empirical validation of interventions. American Psychologist, 60, 410-421.

SELIGMAN, M. E. P. (2012). Fai fiorire la tua vita. Una nuova visione della felicità e del benessere. Torino: Anteprima Edizioni