TECNOLOGIA E NUOVI RISCHI

L’evoluzione tecnologica ed il progredire della società sempre più attenta al suo impatto sulla quotidianità ci porta a chiederci come paure e convenzioni (giuste o errate) riguardo rischi delle nuove evoluzioni della tecnologia possono impattare sulla nostra quotidianità.

Ebbene, con una ricerca dell’Università di Padova si è tentato proprio di fare questo. Quando si sviluppano ricerche sulla percezione del rischio si fa una distinzione tra “rischio obiettivo” ovvero quello scientificamente determinato e “rischio soggettivo” quel rischio, cioè, percepito dalla gente nel quotidiano e basato sulle proprie credenze e convinzioni. Infatti sono proprio queste convinzioni spesso errate, analogie e scorciatoie di pensiero allarmate ed accentuate insieme ad una grossa incapacità di capire le nuove tecnologie a farla da padrone sulle idee spesso esagerate rispetto ad esempio alle onde elettromagnetiche o alla modificazione genetica dei cibi. Un po’ come qualche anno fa lo erano le idee rispetto al nucleare.

Quando le conoscenze rispetto ad un determinato argomento sono scarse, a guidare le idee o la valutazione del rischio sono perlopiù credenze popolari che molto più riescono ad enfatizzare le paure rispetto anche ai calcoli ed ai risultati delle ricerche di eminenti scienziati. Le persone comuni sono facilmente influenzabili nella loro percezione del rischio ad esempio rinunciando in modo diverso le informazioni (1 persona su 30 può incorrere in un incidente provoca più paura rispetto a dire che il 3,3% può essere soggetta allo stesso incidente).

Quindi una scarsa competenza scientifica molto diffusa incide profondamente sull’allarmismo rispetto alla valutazione dei nuovi rischi. Ciò potrebbe essere legato alla condizione generale di benessere che raggiunta oggi dalla società porterebbe le persone a confrontarsi in modo più radicale con i nuovi rischi tecnologici. Rischi legati al mondo lavorativo, ad esempio, sono meno tollerati a differenza di una volta quando i lavoratori in miniera morivano giovani o le industrie chimiche rilasciavano veleni nell’aria e nell’acqua, cose di cui non ci si stupiva più di tanto o sulle quali si sorvolava. Oggi invece si fa rumore, si cerca di agire contro chi rovina l’ambiente e la salute, si formano comitati di cittadini, si intentano class action e così anche la politica e le istituzioni agiscono con leggi e regolamenti volti a sanzionare chi attacca la salute del cittadino.

Certi rischi sono sempre meno tollerati perché in un mondo che vuole maggiore benessere anche la società pretende livelli di sicurezza molto alti. Una volta era più forte la rassegnazione nei confronti dei disastri; oggi, complici anche un’elevata possibilità di fruire di informazioni in modo immediato, La nascita di una cultura nuova, una consapevolezza dei nostri diritti e della qualità del benessere psicofisico che ci si aspetta, si sta creando sempre più una cultura basata su simboli, credenze e valori. Tutto assolutamente nuovo e funzionale reso possibile dal progresso di una società sempre in crescita.

Per approfondire:
C. Massironi “La percezione del rischio” in Psicologia Contemporanea, Lug-Ago 2000, 160, Giunti, p. 29

© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta