Tre domande che tutti vorrebbero fare allo psicologo

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Linda Esposito è una psicoterapeuta americana specializzata in disturbi d’ansia. Negli anni di attività clinica ha evidenziato empiricamente tre macro richieste fondamentali che i pazienti rivolgono allo psicologo o allo psicoterapeuta.

Si tratta di tre domande generiche che dentro hanno un mondo di risvolti e implicazioni. Sono queste:

– Come posso migliorare il mio umore?

– Cosa devo fare per aumentare la fiducia in me stesso e quella verso gli altri

– Come faccio a sbarazzarmi dei pensieri inutili e focalizzarmi sulle mie priorità?

 

Dentro queste tre domande c’è il mondo.

Ovviamente non esiste una risposta adatta a ogni interlocutore. Siamo tutti troppo diversi per crederlo. Però sotto sotto a queste tre domande vi sono dei principi fondamentali da cui partire per iniziare a riflettere sulla propria vita e magari, con un po’ di fortuna e di aiuto, anche a cambiarla.

Le risposte alle Tre domande che tutti vorrebbero fare allo psicologo

 

Migliorare l’umore

Epicuro identificava la felicità con l’assenza di dolore. Questa equazione, nonostante abbia più di duemila anni è ancora valida. Tuttavia può essere molto fuorviante se non viene capita correttamente.

Partendo dalla massima epicurea, un ingenuo potrebbe pensare che per migliorare il proprio umore basti eliminare tutto ciò che lo disturba. Allora comincerà una guerra contro tutto quello che non va in lui e nelle persone che lo circondano. Lotterà con tutte le sue forze, distruggerà molti demoni ma presto si accorgerà che questa guerra non avrà mai fine.

Nella vita, c’è sempre qualcosa che non va. Il segreto per migliorare l’umore è imparare a gestire il male. Per esempio, se l’ansia affligge il mio umore, pensare di poter cancellare ogni residuo ansioso è un’aspettativa irrealistica. Quello che possiamo fare è imparare a gestirla.

 

Aumentare la fiducia

Chi ha studiato la Divina Commedia a scuola ricorda bene quanto fosse più avvincente l’inferno rispetto al paradiso. In fondo questa è una regola generale e purtroppo ci cascano tutti. È come se le cose negative attirassero l’attenzione più di quelle positive. Per secoli è stato bene così, perché allo stato brado dobbiamo fare molta attenzione ai pericoli.

Ma oggi il mondo è un luogo abbastanza sicuro dove niente ci impedisce di avere fiducia nel prossimo. Salvo determinate situazione critiche, fidarsi degli altri è meglio perché significa accettare l’ignoto. L’alternativa è avere la pretesa di poter controllare tutto, semplicemente prendendo alcune precauzioni. La verità è che se qualcuno vuole fregarci, ed è bravo, ci riuscirà sia che ci fidiamo di lui sia che facciamo di tutto per metterci al sicuro.

Per la fiducia in noi stessi vale un discorso simile. L’unico modo per aumentarla è accettare di poter fallire, sbagliare e poi riprovare.

 

Pensieri inutili

Se c’è una regola psicologica imprescindibile è questa: non possiamo decidere di non pensare a qualcosa.

I pensieri nella nostra testa godono di una buona dose di libertà e autogestione, non possiamo farci niente. O quasi. Perché in effetti possiamo usare i pensieri anziché lasciari correre liberamente su e giù da lobo frontale fino al midolo spinale e ritorno.

Usare i pensieri significa capirli e farne i mattoni per pianificare le nostre azioni. Solo Dio può permettersi il lusso di pensare se stesso pensante, noi dobbiamo per forza agire.