Come scegliamo il partner?

Generalmente pensiamo all’amore come a un profondo sentimento di affetto e passione verso una persona, che si manifesta come desiderio di ricercare la sua presenza e di procurarle del bene. L’intimità affettiva che si costruisce tra due persone nell’amore può offrire una sensazione di completezza e pienezza, ma può diventare anche un’esperienza dolorosa. Infatti, l’intimità rappresenta un momento di grande vulnerabilità, dove anche la minima diminuzione della corrispondenza può essere percepita come un grande dolore e una grande perdita. Pertanto, alcune persone tendono a evitare un’eccessiva intimità, poiché suscita in loro paura e ansia, e ciò li fa apparire sfuggenti e freddi; mentre altre tendo a ricercarla in modo assillante perché temono di perderla, risultando morbose e ‘appiccicose’.

Molti lamentano ricorrenti relazioni insoddisfacenti, proprio perché il partner è troppo freddo e distaccato, oppure al contrario è asfissiante e appiccicoso. Quindi, si ha frequentemente la sensazione di ricadere negli stessi meccanismi relazionali o di incontrare sempre la stessa tipologia di partner, come se si ripetesse il medesimo errore, benché magari ci si era ripromessi di non caderci più. Ovviamente, nella maggior parte dei casi incolpiamo il destino e ce la prendiamo con la nostra cattiva sorte, ma per fortuna non si tratta di sfortuna.

Come scegliamo il partner

La scelta del partner non è assolutamente casuale ma segue delle regole biologiche e psicologiche ben precise, che giocano un ruolo determinante nel far sì che ci si orienti su una persona invece che su un’altra. Alla base della scelta di un partner ci sono delle aspettative, dei desideri e delle intenzioni di cui possiamo essere più o meno coscienti che si ripresentano in ogni nostra relazione. Infatti, quando inizia una relazione nutriamo delle aspettative su come procederà, su come il partner si comporterà con noi e su quali sentimenti susciteremo o meno in lui\lei. Nella nostra mente possediamo una sorta di modello di come quella relazione sarà e di cosa ci aspettiamo. Questo modello è stato appreso all’interno della prima relazione d’amore significativa della nostra vita, ossia quella con i nostri genitori. Infatti, è l’esperienza del nostro primo amore, quello verso nostra madre o nostro padre, che ci imprime nella mente un’idea di cosa dovremo aspettarci dalle relazioni sentimentali future. Ciò fa sì che ci si avventura più volentieri in rapporti che hanno qualcosa di simile a quelli vissuti  in passato, poiché ci permettono di confermare le idee che ci siamo costruiti su noi stessi e sugli altri.

Ne consegue che se il legame con i propri genitori è stato soddisfacente, amorevole e sicuro in passato, ricercheremo queste caratteristiche anche nella relazione con il nostro partner attuale. Viceversa, per le persone che durante l’infanzia hanno vissuto in famiglie caratterizzate da relazioni disfunzionali, inadeguate e problematiche, la scelta del partner può ricadere su chi tende a ricreare le stesse condizioni maltrattanti, invece che su chi sarebbe in grado di fornire cura e protezione.

Infatti, le persone che tendono a vivere frequentemente amori che non li soddisfano sono spesso le stesse che da bambini hanno vissuto situazioni familiari di amore morboso e asfissiante, di rifiuto, di trascuratezza affettiva prolungata, di abuso emotivo o che hanno avuto uno o entrambi i genitori affetti da disturbi psicologici. Inoltre, tale condizione dell’infanzia ha contribuito a sviluppare un’immagine di sé estremamente negativa, che rende difficile credere di poter essere meritevoli d’amore nel presente.

Come interrompere il circolo vizioso

Relazioni deludenti con partner che non soddisfano i nostri desideri non sono una condizione immutabile. Imparare a conoscere i meccanismi che sono alla base della scelta del partner, indagare la relazione con i propri genitori, scoprire cosa ci è mancato durante l’infanzia che cerchiamo nelle relazioni sentimentali attuali, permetterà di fare in futuro scelte maggiormente consapevoli e soddisfacenti. Non è possibile cambiare il passato, ma è possibile fare in modo che questo non influenzi il presente e il futuro.

Dott.ssa Monia Crimaldi

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