Ecco un semplice trucco per migliorare nello sport

La giusta canzone di sottofondo può incrementare la forza di volontà, migliorare la concentrazione, influenzare il modo in cui si apprendono le informazioni e diminuire addirittura del 10% la percezione della fatica.

È difficile passare troppo tempo senza ascoltare musica. Solitamente ci si sveglia al mattino con una melodia, in auto si ascolta la radio e nei locali pubblici c’è spesso qualche canzone conosciuta di sottofondo, insomma, la nostra vita è fatta in parte di musica!

Ciascuno di noi ha in mente una canzone che ci riporta a un grande amore, un’altra che è ci fa rilassare e quella che ci ricarica.  Tuttavia, nonostante il ruolo centrale che svolge nelle vite di così tante persone in tutto il mondo, stiamo ancora imparando gli effetti trasformativi della musica sulla mente.

In un recente articolo, un team di ricercatori ha studiato un prezioso effetto della musica: il potenziamento psicologico. L’ipotesi di ricerca era semplice ma intrigante: l’ascolto del giusto tipo di musica, anche in sottofondo, ci può far sentire più potenti e controllati?

Molti spotrivi conoscono il potere della musica. I rituali esistono in tutti gli sport, infatti spesso gli atleti arrivano in campo indossando gli auricolari; è come se la musica offrisse loro uno scudo psicologico utile per affrontare la competizione.

Gli scienziati statunitensi hanno prima identificato quale musica sia in grado di potenziare l’ascoltatore facendolo sentire più forte. Il processo della ricerca è stato semplice: hanno portato le persone in laboratorio e dopo avergli fatto ascoltare un certo numero di canzoni, gli hanno chiesto di valutare quanto fossero attivanti. I brani ”We Will Rock You” dei Queen, “Un ready to this” di 2 Unlimited e “In Da Club” di 50 Cent sono stati inseriti nella playlist più potenziante. 

Altre tre canzoni, simili per stile, ma classificate come meno potenti, sono rientrate nella playlist “poco potenziante”.

A un nuovo gruppo di partecipanti, i ricercatori hanno fatto ascoltare la playlist ad alta o bassa attivazione mentre venivano mostrati frammenti di parole come “P _ _ ER”, che potrebbero essere completate creando una parola relativa all’attivazione (ad esempio, “POWER”) oppure non correlata (ad esempio, “PAPER”). Le persone che ascoltavano la playlist altamente potenziante erano più propense a completare il frammento usando parole più connesse alla potenza rispetto a quelle che ascoltavano la playlist a bassa attivazione. Poiché ai partecipanti è stato richiesto di completare l’esercizio con la prima parola che veniva in mente, lo studio mostra che gli effetti attivanti della musica potrebbero essere in qualche modo inconsci e automatici.

La ricerca suggerisce che la capacità delle melodie di attivarci potrebbe avere utilità anche al di fuori dell’ambito sportivo. Proprio come gli atleti professionisti possono potenziarsi prima della performance sportiva, anche chi deve svolgere un colloquio di lavoro, incimentarsi in una nuova attività o un’altra qualsiasi sfida può caricarsi con il brano adatto. La musica potrebbe quindi essere usata strategicamente per raggiungere il giusto stato d’animo.

Gli sportivi sanno quando è il caso di rilassarsi o attivarsi, devono agire in fretta in situazioni complesse e quindi decidere in un modo che spesso può apparire molto istintivo. Gli atleti si distinguono infatti per determinate caratteristiche: a seguito della prima ricerca che ho svolto indagando la mente degli sportivi, è emerso che le persone che nella loro vita hanno raggiunto alti livelli agonistici, si descrivono molto testarde e non c’è da stupirsi dato che hanno seguito sé stessi anziché gli amici al bar o i genitori che evidenziavano i pericoli!

Attualmente ci stiamo occupando di comprendere come amano gli sportivi; per partecipare al questionario breve e anonimo CLICCA QUI!

 

Dott.ssa Mariapia Ghedina

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