Bugie: buone o cattive?

Chi di noi non ha mai detto una bugia in vita sua? Siamo stati tutti un po’ nel ruolo di Pinocchio quando dovevamo proteggere i nostri interessi o difendere qualcuno. Ma è proprio questo il punto: una bugia è sempre negativa? Quando si passa il limite? Ci sono le bugie più leggere o a fin di bene in effetti. In una situazione limite voi che fareste? Ci troviamo di fronte ad un malato, avreste il coraggio di dirgli tutta la verità o cerchereste di tirargli su il morale? Non da medici, ma da amici. I moralisti affermano che uja bugia è negativa in tutti i casi e che quindi non è tollerata, altri dicono che esistono invece occasioni per la bugie “buone”. In ogni caso bisogna fare attenzione a cosa si dici e a chi lo si dice perchè anche avendo le migliori intenzioni si possono fare dei danni.

 

La bugia come patologia

Purtroppo il dire bugie può costituire una vera e propria patologia. Il cosiddetto bugiardo patologico, affetto da quella che viene definita sindrome di Pinocchio, manifesta un vero e proprio disagio psicologico di cui tende ad escludere la gravità, fino ad arrivare a non riconoscerlo neanche. Ciò causa molta sofferenza a se stesso e agli altri. Queste persone mentono gratuitamente anche quando non è necessario. Non conoscono quindi la differenza tra bugia positiva, se così possiamo dire, e negativa. La sindrome di Pinocchio, all’interno delle problematiche e dipendenze affettive e relazionali, si manifesta attraverso il negare, anche di fronte all’evidenza, tradimenti ed inventare, attorno a tali situazioni, vere e propri castelli di bugie. Per chi vive una relazione con una persona del genere tutto diventa molto pesante, senza fiducia e si finisce per diventare paranoici. Dal punto di vista clinico, il bugiardo patologico può essere affetto da disturbo istrionico di personalità che è caratterizzato da un tipico quadro pervasivo di emotività eccessiva, ricerca di attenzione ed appare, a prima vista, attivo, interattivo e disinibito.

La bugia è ammessa?

Dunque, dire bugie è ammesso? Esiste questa differenza tra una bugia a fin di bene ed una negativa? Oppure son tutte da evitare e bisogna cercare sempre l’onestà? Dire sempre e comunque la verità richiede coraggio, moltissimo. Forse non ce ne rendiamo conto, ma a volte fa più male a noi stessi non mentire che alla persona alla quale stiamo comunicando una triste verità. Le bugie possono divenire una difesa non solo verso gli altri, ma anche verso noi stessi. Ci impediscono di guardare in faccia la realtà e ci permettono la costruzione di un mondo falsato. Non ci fa bene tutto questo. Esiste quindi un limite. Quando le bugie sono dannose per noi o per il prossimo sono sicuramente negative. Se cerchiamo di fare del bene potrebbero esser considerate positive, ma il punto è: quando si fa del bene e quando del male? Purtroppo la risposta è molto soggettiva e si rischia di non avere un criterio generale.

Si potrebbe dire che le bugie non sono tutte uguali, non hanno tutte lo stesso peso, soprattutto non sempre sono pericolose o creano danni, ci sono anche bugieinnocenti, che spesso vengono in nostro aiuto. Esistono bugie che non feriscono gli altri e tanto meno noi stessi, sono piccole menzogne innocenti e innocue che ci aiutano a difendere i nostri spazi e la nostra privacy da pretese e curiosità troppo invadenti, a evitare discussioni inutili e fraintendimenti. Essere sinceri e trasparenti è considerato un valore assoluto; spesso però si intende questo principio in maniera troppo rigorosa e si finisce per creare danni. Bisogna quindi valutare situazione per situazione e cercare di capire le conseguenze di ciò che diciamo. La morale è la prima cosa da tenere in considerazione. Siamo in grado di non sentirci in colpa? Cosa ci dice la nostra coscienza?

Non è per forza necessario restare chiusi in finti moralismi, ma allo stesso tempo è essenziale stare attenti a non diventare il nuovo Pinocchio!