La bellezza collaterale

“Era una bambina sempre allegra a cui piaceva andare sull’Altalena, correre nel parco con i suoi coetanei, le piaceva tanto il gelato a pistacchio e adorava guardare le stelle….”

I genitori cosi amano descrivere la loro bambina….aveva appena otto anni… era affetta da una grave malattia incurabile.
Dinanzi ad un evento del genere potremmo paralizzarci, essere increduli, non preparati; un pensiero caratterizzante a seguito di eventi “traumatici”potrebbe essere ” ora come andró avanti? Non ho le forze. La mia vita non ha più senso.”
Come si fronteggia una situazione traumatica?
Ciascuno di noi affronta il dolore in modo diverso e non esiste una modalità di agire giusta o sbagliata, si tratta di intraprendere un percorso di cambiamento inizialmente caratterizzato da una crisi sino a giungere ad una soluzione finale che può essere sia di natura funzionale sia disfunzionale. È come se dovessimo attraversare un lungo tubo ricco di insidie per poi giungere all’uscita e vedere la luce oppure le tenebre.

Secondo la psichiatra svizzera Elisabeth Kübler Ross, chi vive un lutto sperimenta cinque fasi di elaborazione del dolore, cinque tappe in cui si relaziona con ciò che è costretto ad affrontare:

1) negazione o rifiuto
2) rabbia
3) contrattazione o patteggiamento
4) depressione
5) accettazione.

Questo modello potrebbe definire bene le possibili fasi che una persona, affetta da qualsiasi evento traumatico(non solo la tematica della morte), potrebbe sperimentare. É uno schema generale in cui l’ordine delle fasi potrebbe essere variato. Ciascuno può reagire sperimentando maggiormente la depressione o la rabbia O la negazione ecc.

Perdere qualcuno a noi caro é uno degli eventi più difficili da fronteggiare e non esiste un “manuale magico “da seguire per guarire da tale dolore; esso  si puó affievolire con il tempo  utilizzando modalitá e strumenti funzionali in caso contrario si potrebbe vivere un malessere contraendo anche eventuali psicopatologie.
Un cambiamento di questo tipo ci segnerá per tutta la nostra vita e ogni immagine, ogni odore, suono, ricordo ci ricollegherá alla persona a noi cara. Non esistono parole di conforto che possano restituirci il nostro affetto e la nostra serenità… dovremmo accettare(una delle cose più complicate) l’idea di non poter più rivedere fisicamente chi amavamo ma custodirlo nel nostro cuore e nei nostri ricordi.
In una scena del film “Collateral Beauty” c’è un dialogo che mi ha colpito molto.
A:”sta perdendo qualcuno?”
B:” come ha detto?”
A:”Chi sta perdendo?”
B: “mia figlia”
A: “la cosa importante é cogliere la bellezza collaterale”
Dinanzi a momenti di dolore devastanti come la perdita di un figlio si puó raccogliere la bellezza.Ogni cosa é collegata all’altra, se c’é luce ci sará anche buio, se fa caldo farà anche freddo, se c’é morte ci sarà anche vita. È possibile trovare tutto in ogni cosa e dopo essere stati colti improvvisamente da un dolore devastante, dopo averlo negato , subito, dopo esserci arrabbiati dovremmo riorganizzare la nostra vita reagendo, cogliendo la bellezza di tutta la vita in se, ricercare l’amore che é presente in ogni cosa, considerare ogni giorno che viviamo come un dono.
Sembrano concetti astratti e frivoli dinanzi ad eventi di questo tipo ma il cambiamento di prospettiva rappresenta la chiave che apre la porta alla comprensione della bellezza collaterale.
Dott.ssa Angela Aitella psicologa

 

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